Blog Expo: 10/10/20

Avviso alle fans di Sissi: a Merano si può rivivere una giornata con la “Giovane Imperatrice”

 

Sono pronto a scommettere che ciascuno/a di voi conosce - o è - una ragazza (l’anagrafe non conta) che non si perde l’ennesimo passaggio tv delle trilogia sulla “Principessa Sissi”. Ebbene, se volete farle o farvi un piccolo regalo, prima leggete qui e poi magari decidete di partire.

La nostra fans di Elisabetta Eugenia Amalia di Wittelsbach, duchessa di Baviera e poi Imperatrice d’Austria, regina apostolica d’Ungheria, regina di Boemia e di Croazia, la nostra fans, dicevamo, non è che l’erede delle signore (e dei signori) che giusto 150 anni fa, il 16 Ottobre 1870, allungavano il collo sulla strada maestra di Merano — allora ancora saldamente territorio Imperiale — per vedere proprio Sissi, in visita in Tirolo.

Era il primo di quattro viaggi meranesi dell’Imperatrice che, in due di essi, soggiornò a Castel Trauttmansdorff, a 3 km dalla città. Non fatevi spaventare dal nome impronunciabile; i giardini del Castello, infatti, meritano la maiuscola in quanto sono un anfiteatro naturale di 12 ettari con quattro aree tematiche e 80 paesaggi botanici, più volte premiati a livello internazionale non solo per la qualità naturalistica ma anche per la perfetta offerta di servizi al visitatore. E non a caso, nel castello che domina i Giardini ha sede il bellissimo Museo provinciale del Turismo ed è ospitata anche una piccola mostra permanente con oggetti appartenuti a Sissi.

Ma torniamo al prossimo 16 Ottobre. In quella giornata a  Trauttmansdorff si ricreerà l’atmosfera del soggiorno dell’Imperatrice, una sua dama di corte accoglierà i visitatori e li accompagnerà in modo teatrale attraverso le sale storiche del Castello, descrivendo le giornate di Sissi e di Francesco Giuseppe I. Si tratterà, ovviamente, di visite guidate a numero chiuso (10 persone) ogni ora a partire dalle ore 11.15.

A Merano, la tradizione popolare racconta che in quel giorno di Ottobre del 1870 la folla attendeva impaziente il passaggio del corteo dell’Imperatrice, un vero evento storico per l’epoca. Ad aprire la colonna ecco una vettura a due cavalli con due donne a bordo, poi il lungo convoglio al termine del quale tutti si aspettano di vedere la sontuosa carrozza imperiale. Ma non era così; Sissi sedeva, in abiti da viaggio, proprio sulla prima vettura, e tutti l’avevano scambiata per una qualsiasi dama di corte.

Autentica semplicità o attenta cura della propria immagine “vicina alla gente”? Lo sapranno le migliaia di fans di Elisabetta d’Austria. Che, una volta a Merano, potranno addirittura percorrere a piedi il bel “Sentiero di Sissi”, 3 km agevoli anche per bambini e passeggini che dalla città conducono ai Giardini di cui sopra, con 11 punti di sosta, tra cui il Parco Elisabetta con la statua marmorea della sovrana che ha un unico, comprensibile, difetto: non assomiglia per niente a Romy Schneider.

Il ritorno? Che domande. Si fa in autobus. Come avrebbe fatto Sissi.

lastampa.it

In Australia fra migliaia di Cerchi delle fate, l’arcano (svelato) che rende maculate intere praterie

 

Proprio come nel deserto del Namib, anche nell'outback australiano sono stati avvistati i Cerchi delle fate: delle aree di sabbia rossa perfettamente circolari, sparse in mezzo alla vegetazione. Queste formazioni hanno alimentato per secoli leggende e le spiegazioni più disparate: c'è chi li ha paragonati ai cerchi nel grano e pure chi ha puntato il dito contro degli affamati roditori o termiti con la passione per la geometria.

Dopo anni di studi, le teorie più attendibili ora spiegano che questi bizzarri anelli siano creati dalla stessa vegetazione che li circonda, o meglio, dalle loro radici assetate alla ricerca d'acqua. L'ultima ricerca, pubblicata sul Journal of Ecology, rivela come le condizioni del terreno arido nei dintorni di Newman, nell'Australia occidentale, punteggiato da occasionali temporali molto forti, abbiano creato una crosta di argilla che fa defluire l'acqua lungo i bordi, creando un'oasi verde esterna in cui gli arbusti riescono a crescere, lasciando al centro un cerchio arido.

Dove non ci sono piante, gli agenti atmosferici rendono il terreno sempre più inospitale. Mentre dove l'erba è riuscita a crescere, l'umidità aumenta, incrementandone la crescita. «Una ingegneria degli ecosistemi per beneficiare il più possibile dall'acqua, molto limitata in questo ambiente duro», ha scritto l'autore principale dello studio, Stephan Getzin, ecologo dell'Università di Göttingen.

Per confermare questa spiegazione per il bizzarro modello maculato, i ricercatori hanno sorvolato con i droni 1.200 chilometri di praterie in diverse stagioni, monitorando i cambiamenti dei cerchi di sabbia su larga scala in base a piogge e temperature, dimostrando che non c'è nessuna «magia» ad alimentarli, a farli crescere o crearne di nuovi. E anche se gli studi dovranno ancora proseguire, il risultato non cambia: Ricercatori 1, Fate 0.

lastampa.it

Ente del Turismo Nazionale (ENIT) Al TTG di Rimini, Arezzo destinazione ideale per gli appassionati del cicloturismo esclusivo

 

Arezzo destinazione ideale per gli appassionati del cicloturismo esclusivo: sono tante, uniche e innovative le offerte messe a punto per permettere a chi ama la bicicletta di scoprire un territorio mozzafiato immersi nell’arte del buon vivere.

Si chiama “CiclismoBNB – Bed and Bike with the best Tour Guide”, l’articolata proposta di pacchetti dedicati sia alla città di Arezzo, con il cicloturismo urbano, sia alla Valtiberina, Valdichiana, il Casentino e parte del Valdarno con percorsi adatti a ciclisti esperti e non solo, che si avvalgono della possibilità di noleggiare di biciclette di ogni tipo, comprese quelle a pedalata assistita.

Un’offerta ideata dal tour operator incoming aretino Across Tuscany che, con la collaborazione della Fondazione Arezzo Intour, sarà presentata al TTG di Rimini (Area BeActive) per poi trovare spazio in un’area dedicata del portale di destinazione Discover Arezzo (www.discoverarezzo.com). Il TTG sarà anche l’occasione per promuovere la DMO di Arezzo, per la prima volta presente a un salone così importante.

Le proposte uniche di Across Tuscany seguono il trend previsto dall’Ente del Turismo Nazionale (ENIT) e per la prima volta offrono ai turisti la possibilità di una vacanza completa.

Dalle eccellenze enogastronomiche a quelle culturali e artistiche si potrà partire pedalando alla scoperta di mete meravigliose come Stia, Anghiari, Sansepolcro, Castiglion Fiorentino.

Bike’n Language, Bike’n Vintage e Bike’n Old Towns i pacchetti di punta esclusivi di CiclismoBNB che saranno condotti dalle guide della Federazione Ciclistica Italiana – nonché accompagnatori selezionati ed un servizio esclusivo di ammiraglie al seguito.

Si potranno compiere esperienze legate all’apprendimento della lingua italiana, oppure misurarsi con il percorso permanente dell’Ardita in sella a biciclette vintage.

Non mancheranno itinerari eno-cicloturistici e la fit-gastronomia, il tutto scoprendo borghi storici che hanno fatto grande il territorio aretino, con pernottamenti presso strutture selezionate di prestigio e bike friendly.

Prevista inoltre la creazione dell’Arezzo Cycling University, con la presenza del campione Daniele Bennati e specialisti di varie discipline, come il due volte campione del mondo di ciclocross Daniele Pontoni, per attrarre sul territorio amatori e semiprofessionisti in circuiti di apprendimento fra aule e strade della provincia.

Fernando Donati, socio fondatore di Open World Travel (*). proprietario del marchio Across Tuscany assieme a Pier Vincenzo Baracchi: “abbiamo sempre pensato ad una proposta esclusiva capace di essere attrattiva per questo mercato soprattutto creando un’alternativa al senese ed al Chianti. Siamo rimasti particolarmente colpiti dall’entusiasmo dei partner e delle associazioni del territorio. La Fondazione ha creduto in questa proposta ed è per noi motivo di orgoglio essere presenti al TTG ma anche sapere che il nostro Bike Manager è stato ingaggiato dal Team ENIT per partecipare al Giro d’Italia a pedalata assistita sullo stesso percorso dei professionisti“.

Alex Kornfeind. Bike Manager Across Tuscany: “la creazione di prodotto che possa rappresentare una proposta unica e di eccellenza fa parte dei compiti di ogni Destination Manager. Già in Fondazione avevo iniziato a pedalare per scoprire percorsi adatti a conquistare quote di mercato. Qui la differenza la fanno un approccio diverso rispetto al cicloturismo tradizionale favorendo il marketing territoriale anche solo pensando all’artigiano a pranzo, o a cena, con i cicloturisti assieme ad un antropologo di chiara fama internazionale o semplicemente pensando ad una proposta che possa estendere a tutto l’anno il piacere di pedalare sul circuito dell’Ardita con una bici storica“.

Marcello Comanducci. Presidente della Fondazione Arezzo Intour: “La possibilità di avere prodotto come questo, unico nel panorama italiano, arricchisce l’offerta turistica di Arezzo e del suo territorio e si sposa perfettamente al quanto proposto da Discover Arezzo, il nostro portale di destinazione. Viviamo in una terra che offre infinite possibilità di ispirazione per vacanze sempre diverse e uniche. Per questo la Fondazione Arezzo Intour collabora con piacere con i soci che – come nel caso di Across Tuscany – costruiscono progetti originali che contribuiscono a rendere ancora più attrattiva la nostra città”.

arezzoweb.it

MSC Crociere la certificazione di classe ‘biosafe’ di RINA



MSC Crociere ha ottenuto la certificazione addizionale di classe Biosafe Ship assegnata dalla società di classificazione RINA alla nave ammiraglia MSC Grandiosa, che attualmente opera nel Mar Mediterraneo. In precedenza il RINA aveva verificato la conformità del protocollo di salute e sicurezza di MSC Crociere alla Joint Guidance dell’Agenzia Europea per la Sicurezza Marittima (EMSA) e del Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC), che incorpora ulteriori standard sanitari, tra cui quelli EU Healthy Gateways. La verifica sulla conformità del protocollo con le linee guida delle due principali autorità europee è stata una parte cruciale del processo che ha consentito la ripresa delle operazioni nel Mediterraneo già a partire da agosto.

La classe Biosafe Ship, ottenuta da MSC Grandiosa, è un riconoscimento basato su standard e criteri ben precisi e certifica che la nave è dotata di sistemi e procedure operative specifici, in grado di ridurre il rischio di contagio per i passeggeri e l’equipaggio.

MSC Grandiosa è attualmente alla sua ottava crociera settimanale consecutiva e ospita passeggeri provenienti da tutta l’area Schengen. MSC Magnifica prenderà invece il largo il prossimo 19 ottobre ed effettuerà crociere di 10 notti nel Mediterraneo occidentale e orientale.

Per entrambe le navi, MSC Crociere ha sviluppato procedure operative a 360 gradi che si basano sulle già severe misure di salute e sicurezza in vigore da tempo a bordo delle imbarcazioni della Compagnia. Le nuove procedure includono il test universale COVID-19 per tutti gli ospiti e per l’equipaggio prima dell’imbarco, la protezione della “bolla sociale” a terra in ogni destinazione come ulteriore livello di protezione per gli ospiti e l’introduzione di un piano di protezione COVID per una maggiore tutela. Grazie a tali misure MSC Crociere mira ad offrire agli ospiti una vacanza in totale sicurezza.

Oltre ad aver istituito una task force interfunzionale composta da esperti nei settori dei servizi medici, della sanità pubblica e dei servizi igienico-sanitari, dei servizi alberghieri, dell’HVAC e di altri sistemi di ingegneria navale, dell’informatica e della logistica, MSC Crociere ha anche assunto un esperto di fama mondiale proveniente da Aspen Medical, fornitore di servizi sanitari leader a livello globale, per assistere ulteriormente la Compagnia nello sviluppo del protocollo e delle procedure in continuo miglioramento.

Inoltre, MSC Crociere ha riunito un gruppo di esperti COVID-19 Blue Ribbon per fornire un supporto ulteriore e su base continuativa.

www.msccrociere.it

La meridiana di Eliasson sul ghiacciaio di Senales Opera artistica sul cambiamento climatico

 

(di Stefan Wallisch) (ANSA) - BOLZANO, 10 OTT - E' dedicata all'agonia dei ghiacciai a causa del cambiamento climatico un'installazione realizzata da Olafur Eliasson in Val Senales, in Alto Adige. Sul ghiacciaio Giogo Alto, a oltre tremila metri di quota, è stata inaugurata l'opera dell'artista islandese-danese, che in passato ha 'firmato' la famosa cascata artificiale d'acqua a New York.
    Si articola su un sentiero alpino lungo 410 metri con nove porte distanziate ad intervalli calibrati proporzionalmente alla durata delle ere glaciali della terra. Al termine del suggestivo percorso si apre un padiglione formato da grandi anelli di acciaio e vetro.
    Il visitatore può entrare all'interno del padiglione usandolo come uno strumento astronomico, puntando cioè lo sguardo sugli anelli circostanti, che seguono il percorso apparente del sole nel cielo. Gli anelli dividono l'anno in intervalli di tempo uguali: l'anello superiore segue il percorso del sole nel solstizio d'estate; quello centrale l'equinozio, e l'ultimo il solstizio d'inverno. Ogni anello è a sua volta suddiviso in lastre di vetro rettangolari che coprono un arco di 15 minuti del movimento del sole attraverso il cielo, consentendo allo spettatore di determinare l'ora del giorno in base alla posizione del sole.
    Segnando l'orizzonte, i punti cardinali e il movimento del sole, l'opera d'arte dirige l'attenzione del visitatore verso una prospettiva planetaria che si focalizza sui cambiamenti climatici che stanno influenzando direttamente anche il ghiacciaio del Giogo Alto. I vetri del percorso solare sono colorati di varie tonalità di blu sulla falsariga del cianometro, una scala sviluppata nell'Ottocento per misurare l'azzurro del cielo. Il vetro colorato filtra e riflette la luce e le radiazioni solari, comportandosi come una mini-atmosfera.
    "I ghiacciai - ha spiegato Eliasson - stanno scomparendo a causa del cambiamento climatico. Non si tratta solo di un'opera d'arte, ma anche di una sorta di meridiana per stabilire l'ora del giorno, ma anche il mese e l'alba e il tramonto". "Purtroppo - ha aggiunto - il cambiamento climatico sta travolgendo tutto".
    (ANSA).

Dolomiti Superski, misure per sciare in sicurezza

 

(di Paolo Donati) (ANSA) - BOLZANO, 10 OTT - In attesa della stagione invernale 2020-21 e delle decisioni che assumeranno le autorità sulle modalità per garantire la sicurezza ai turisti in tempi di pandemia, il grande carosello sciistico Dolomiti Superski ha messo a punto una serie di misure preventive. Tutte volte ad evitare quanto più possibile il contatto diretto e gli assembramenti, sfruttando soprattutto le potenzialità del web.
    Per chi trascorrerà le proprie giornate sugli sci, Dolomiti Superski mette a disposizione la nuova app 'Skier's Map', integrata nella cartina sciistica in 3D sul sito internet, nella quale l'utente troverà una mappa che visualizza la frequenza di sciatori agli impianti. Lo strumento misura la percentuale di riempimento dell'impianto nell'unità di tempo. Così, seguendo gli sviluppi ai singoli impianti, lo sciatore potrà valutare il momento giusto del loro utilizzo, evitando così possibili assembramenti.
    Dolomiti Superski ha messo poi a punto un sistema di garanzie per tutti coloro che acquisteranno skipass stagionali o plurigiornalieri. Chi deciderà di acquistare uno skipass stagionale potrà recedere dal contratto in caso di chiusura degli impianti per almeno 14 giorni consecutivi, sia nell'ipotesi di chiusura totale di tutte le valli, sia nel caso di chiusura totale di una delle 12 zone sciistiche, Entro 30 giorni dall'inizio dell'eventuale lockdown, l'utente potrà esercitare il diritto di recesso, qualora non abbia ancora usufruito dello skipass per 40 giornate. In tal modo verrà avviata l'istruttoria di rimborso e lo skipass sarà immediatamente disabilitato. In alternativa, l'utente potrà decidere di mantenere attivo il proprio skipass e quindi potrà continuare a sciare fino alla fine della stagione nelle zone sciistiche aperte. In questo caso non ci sarà alcun rimborso.
    Verrà messo a disposizione materiale informativo alle casse, agli impianti di risalita e parcheggi. Video esplicativi saranno inoltre disponibili. La data di apertura di impianti e piste è già stata fissata per sabato 28 novembre nella prima tranche di valli dolomitiche (Cortina d'Ampezzo, Plan de Corones, Carezza, 3 Cime Dolomiti, Val di Fiemme/Obereggen, San Martino di Castrozza/Passo Rolle e Civetta). (ANSA).

I portici di Torino diventano galleria d'arte a cielo aperto

 

(ANSA) - TORINO, 10 OTT - Una galleria a cielo aperto, sotto i portici di via Po, nel centro di Torino, per valorizzare la creatività giovanile. Viene inaugurato oggi, nel tratto tra via Rossini e via Sant'Ottavio, 'Spazio Portici - Percorsi Creativi', un progetto di Città di Torino, Fondazione Contrada Torino Onlus e Torino Creativa, realizzato con il sostegno di Iren e Lavazza. Un percorso visivo itinerante lungo il quale si svilupperanno nel tempo installazioni, esposizioni, mostre temporanee e happening artistici, per dare nuova vita alle arcate integrando l'arte con gli spazi urbani in modo non convenzionale.
    "Non è una semplice galleria, ma un progetto di trasformazione urbana che valorizza la professione creativa e che mette al centro i giovani, la loro visione del mondo, i temi ambientali e sociali che affrontano - spiega l'assessore comunale ai Diritti, Marco Giusta -. I portici sono, oggi come nel passato, teatro di scritte, messaggi politici, amorosi, che rappresentano forme di espressività, manifestazione di conflitti e di protesta. Sono convinto dell'importanza di uscire dalla retorica del decoro e affrontare il tema dello spontaneismo valorizzandone la componente artistica e dandole la possibilità di avere spazi di espressione riconosciuti, anche a vantaggio del commercio e del turismo".
    Il progetto, a partire da via Po, avvia un percorso che, grazie ai prossimi contributi delle arti visive e performative, animerà progressivamente i portici di via Nizza, via Sacchi per estendersi a tutti i 12 chilometri di portici della città di Torino.

Prima volta che viene collegato un archivio ad uno spazio espositivo digitale in 3D senza la collocazione fisica di una mostra. Lo fa Enit


E' la prima volta che viene collegato un archivio ad uno spazio espositivo digitale in 3D senza la collocazione fisica di una mostra. Lo fa Enit-Agenzia Nazionale del Turismo aprendo virtualmente le porte del proprio archivio storico con migliaia di ritrovamenti in un'esposizione globale totalmente digitale e anche in inglese intitolata "Enit e l'Italia. Una gran bella storia". Ad aprirla Alberto Angela che ricorda come "l'Italia abbia la maggiore biodiversità culturale presente sul Pianeta, 3mila anni di civiltà ininterrotti, cosa che gli altri Paesi non hanno. Ed è nostro dovere conservare questo patrimonio affinché arrivi integro alle generazioni future, ancora non nate e che potranno sentirsi stimolate da questi collegamenti storici. Custodire questo patrimonio vuol dire anche mettere in luce le meraviglie che lo costituiscono. Attraverso le opere del passato riceviamo valori che ci aiutano a vivere il presente per indirizzare il futuro. La missione di Enit è fondamentale per rimanere sulla stessa lunghezza d'onda delle generazioni passate" dichiara il divulgatore scientifico, conduttore televisivo Alberto Angela nel corso del lancio delle Mostre Virtuali Enit.

"La forgia dell’ospitalità italiana passa da Enit. Il turismo oggi muove l’economia ed è un’attività scientifica, settorializzata e segmentata, diventando un prodotto che coinvolge non solo fattori materiali, tangibili (trasporti, ristoranti, ecc.), ma che comprende e valorizza anche fattori immateriali, come le tradizioni, la cultura locale, il senso di appartenenza, le emozioni. Fattori che esaltando l’unicità delle località turistiche hanno un ruolo determinante sulle scelte dei viaggiatori" dichiara il Presidente Enit Giorgio Palmucci.

"L’industria dell’accoglienza segue una linea tendenziale ascendente: in 100 anni il movimento turistico è esploso da 900mila visitatori nel 1911 a quasi 64 milioni di arrivi odierni. L’apporto al sistema economico dal 1924 ad oggi è passato da 2 miliardi e mezzo di lire a quasi 42 miliardi di euro. Negli anni Cinquanta e Sessanta l’Enit entrò nel mondo del cinema per produrre cortometraggi di promozione turistica e inoltre lanciò i notiziari di settore nella Radio Nazionale sin dal 1927. Esisteva un consorzio di vendita di pacchetti turistici negli anni '20 tra Enit e Ferrovie ad esempio". Così il Direttore Enit Giovanni Bastianelli ricordando anche il primo presidente Enit Luigi Rava, Ministro delle Finanze e dell'Istruzione che già al tempo esaltava il ruolo dell'ambiente e dei beni culturali.

"Enit rimise in circolo la cultura: per l’ente lavorarono grafici e pittori di fama diversa e provenienti da ambienti diversi. Le pellicole dell’Enit, presentate alle maggiori rassegne del settore e realizzate con la volontà di trascendere i documentari sull’Italia allora disponibili, furono affidate ad autori d’eccezione. raccontano, tra gli altri, nel loro saluto ad Enit, gli ambasciatori internazionali che organizzeranno eventi dedicati alla mostra Enit nelle sedi delle ambasciate in giro per il mondo" dichiara la Direttrice Marketing Enit Maria Elena Rossi

A ricordare l'importanza di Enit le ambasciate italiane all'estero intervenute per la presentazione del lancio della mostra dell'Agenzia Nazionale del Turismo. Tra gli altri a ricordare il contributo di Enit alla promozione dell'Italia l'ambasciatore italiano a Mosca Pasquale Terracciano secondo il quale "il ruolo di Enit emerge anche all'interno della Federazione Russa. L'Agenzia è presente con un ufficio di rappresentanza fino dal 1997 poco dopo il Crollo dell'Unione Sovietica. E ha sempre compreso le potenzialità di una popolazione di 150 milioni di abitanti tutti appassionati a quanto l'Italia può offrire. E grazie all'intensa attività Enit, che fa leva sul tradizionale amore che lega le nostre culture, è riuscita a far diventare la Penisola una delle prime tre nazioni preferite dai viaggiatori russi.. Già nel 1921 Enit aveva intuito la possibilità di influenzare i flussi turistici dall'estero attraverso campagne. Una strategia vincente e lo è ancora" sostiene l'ambasciatrice italiana in Francia Teresa Castaldo. "Enit è protagonista in Belgio insieme alla rete estera del Ministero degli Esteri, svolge un lavoro encomiabile per la produzione istituzionale economico culturale e turistica. Il Belgio ama l'Italia e una comunità di 500mila italiani. sostiene l'ambasciatrice italiana in Belgio Elena Basile. Sostegno ad Enit anche dall'ambasciatore italiano in Brasile Francesco Azzarello: "Enit è la nostra stella, la nostra bandiera per il turismo e confidiamo di riprendere presto i rapporti con enormi flussi dal Brasile all'Italia". L'ambasciatore italiano a Tokyo Giorgio Starace rammenta che le "straordinarie bellezze del nostre Paese vengono celebrate attraverso il lancio della mostra virtuale Enit in Italia. Ci sono dati incoraggianti, solo nel 2019 sono stati oltre 2 milioni e mezzo i turisti giapponesi che hanno visitato l'Italia nel 2019 e la Penisola è stata la prima destinazione europea per i turisti giapponesi l'anno scorso". L'ambasciatore italiano a Vienna Sergio Barbanti: "Enit ha un compito difficile che assolve con pazienza e tenacia e infatti l'Italia è per gli austriaci la prima meta delle vacanze". Anche l'ambasciatrice in Australia Francesca Tardioli elogia "Enit e Italia, una storia che ha superato il secolo. Il turismo verso l'Italia ha portato nel 2019 quasi un milione e mezzo di viaggiatori australiani e neozelandesi. Le restrizioni ci fanno sentire ancora di più la voglia di Italia, sperando di poterla raggiungere il prima possibile".

La mostra è un unicum perché è il risultato di un progetto di innovazione digitale dove un archivio storico dialoga direttamente con una piattaforma 3D. Questo permette ad Enit di avere uno spazio virtuale di proprietà - come se realmente fosse un luogo espositivo - dove organizzare e allestire infinite mostre attingendo direttamente dal proprio patrimonio culturale. La valorizzazione del patrimonio acquisisce così una dimensione interattiva, tecnologica e globale mai raggiunta prima.

Ci si potrà muovere a 360 gradi e lanciare approfondimenti in audio guida e utilizzare materiali multimediali che interagiscono tra loro a celebrare il genio italiano e l'evoluzione sociale della Penisola, influenzata dallo sviluppo turistico. Tra le opere che si incontreranno anche i manifesti storici e le foto con estratti dei lavori documentaristici cinematografici commissionati da Enit al celebre regista italiano Luciano Emmer, che raccontavano le bellezze dell'Italia attraverso lo storytelling dei sentimenti. E poi le campagne pubblicitarie firmate dai migliori designer degli anni ’30-’40-’50, che hanno indirizzato l'Italia verso la ripresa post bellica e ora post Covid e siglato alleanze strategiche con importanti enti statali del comparto turistico, promosso concorsi e campagne fotografiche per documentare lo stato d’essere delle risorse italiane. La mostra è visibile sulla piattaforma www.mostrevirtuali.enit.it. L'evento celebra anche l'ente più antico d'Italia con il ruolo fondamentale svolto in oltre cento anni di storia di promozione turistica. Fondato nel 1919 con il compito di far conoscere e appassionare l'estero all’Italia come destinazione turistica d’eccellenza, Enit continua a lavorare per elevare la quantità e la qualità dei flussi di visita nel nostro Paese e raccontarne e influenzarne la storia. La mostra si strutturata in quattro sezioni tematiche con sei stanze in un viaggio virtuale lungo l’Italia e una panoramica fotografica tratta dall’Archivio che ripercorre la Penisola dal Nord a Sud. 

Enit ha avviato inoltre la digitalizzazione di oltre 30mila reperti ad oggi, su un patrimonio di 100mila ritrovamenti di inestimabile valore storico e artistico, una parte di quali sono contenuti nel libro "Promuovere la Bellezza" il libro-evento con cui Enit ha festeggiato i 100 anni e curato dal ricercatore Manuel Barrese, frutto di oltre un anno di ricerche storiografiche e di analisi di migliaia di diapositive, manifesti e vetrini che hanno ricostruito di uno spaccato dell’Italia dai tratti inediti ed eterogenei e riportato alla luce i manifesti storici di artisti contemporanei: Dudovich, Cambellotti, Boccasile, Retrosi, Mino Delle Stile. Tutto il materiale confluirà in un archivio storico digitale che insieme all’Open Library con il materiale fotografico delle Regioni Italiane costituirà il più qualificato patrimonio sul turismo italiano.



Ricevere una letterina da Babbo Natale? con l’aiuto di Norama TO si può

 

Con l’avvento dei social il Natale è diventato sempre più 2.0. Per fare una sorpresa ai bambini e stupire gli adulti, la Letterina di Babbo Natale sarà sicuramente un regalo diverso, particolare e gradito. Come da tradizione, in veste di sede ufficiale prescelta dalla Santa Claus Embassy Europe, anche quest’anno Norama Tour Operator si fa portavoce degli auguri di Natale di Santa Claus da Rovaniemi, Circolo Polare Artico, Finland – quello dei milioni di lettere da tutto il mondo – grazie alla Letterina personalizzata del Vero Santa Claus, da ordinare direttamente sul sito ufficiale www.letteradibabbonatale.it, al costo di 8,50 euro.

La Letterina, disponibile in 2 versioni (per bambini fino a 12 anni e per adulti), è redatta su carta, busta e francobollo da collezione, con annullo autentico dell’Ufficio Postale di Rovaniemi, Circolo Polare Artico. È personalizzata con il nome del destinatario, e può essere anche menzionato il nome del mittente che desidera far recapitare la missiva. È firmata da Santa Claus in persona, ed è molto più di una semplice lettera di auguri: rappresenta, infatti, un vero e proprio messaggio di amore e affetto ed è disponibile in tre lingue: Italiano, inglese, francese.
All’interno della busta anche un piccolo omaggio di Santa Claus. La letterina sarà il regalo di Natale perfetto da mettere sotto l’albero per allietare e scaldare il cuore di grandi e piccini. Invia subito la tua richiesta per fare un regalo originale, hai tempo fino al 2 dicembre per inviare la tua domanda.

www.norama.it

WelcometoItalia.com, nasce la piattaforma per rilanciare l’incoming nelle città d’arte

 

Nasce ‘Welcome to Italia’, piattaforma innovativa creata per rilanciare il turismo incoming in Italia frutto della sinergia tra Proedi Comunicazione, Vox Group, Will.World, Regiondo e i TO delle città d’arte più importanti della penisola.

Welcome to Italia nasce con l’obiettivo di incentivare il turismo incoming grazie ad un’offerta di esperienze innovative, supportate da tecnologie all’avanguardia e un’esperienza editoriale consolidata da parte di Proedi Comunicazione s.r.l. già publisher di Where Italia.

Il mercato italiano del turismo incoming ha subìto una forte battuta d’arresto, ma la destinazione Italia non perde il suo valore commerciale straordinario. Nonostante l’impatto del COVID-19 sul settore turistico, l’Italia resta la meta di viaggio tra le più desiderate dai viaggiatori di tutto il mondo, in particolare Stati Uniti, Canada, Russia, Cina.

Il primato dell’Italia è sottolineato anche da una recente ricerca pubblicata dall’ESTA (sistema ufficiale di autorizzazione di viaggio degli Stati Uniti) secondo cui il Bel Paese occupa la prima posizione in classifica per interesse online superando Maldive, Messico, Thailandia e Spagna.

Welcome to Italia si propone quale nuovo marketplace di portata globale per raggiungere il target dei viaggiatori alto-spendenti, interessati ad esperienze culturali oltre che edonistiche, accuratamente selezionate.

Il Welcome to Italia Network è una rete di imprese che riunisce tour operator, aziende digitali, start-up innovative, e la capofila editoriale, Proedi Comunicazione s.r.l., cui è stato affidato il delicato compito di arricchire i contenuti della piattaforma, grazie all’esperienza consolidata come publisher di Where Italia.

La piattaforma Welcome to Italia sarà presentata in anteprima in occasione del TTG di Rimini, il giorno 15 ottobre 2020 presso lo stand di Vox Group C5 Stand 129. Interverranno: Andrea Jarach – Presidente Proedi Comunicazione s.r.l., capofila della Rete d’imprese Welcome to Italia Network, publisher di Where Italia; Elio Epifani – C.E.O. Vox S.p.a.; Tommaso Peduzzi – Head of Regiondo Italy; Giuseppe Mattiazzo – Direttore di Venice Tours s.r.l..

Il futuro dei viaggi è in mano ai Personal Travel Expert, ecco chi sono


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Il futuro dei viaggi è in mano ai Personal Travel Expert, ecco chi sono

 
 

“Il covid19 ha accelerato un processo che era in atto: sempre meno agenzie di viaggi e sempre più contatto on line con il cliente che vuole viaggiare”. Con questa premessa, Luigi Porro ha presentato le novità di The Travel Expert, il network di consulenti di viaggi che lui stesso ha fondato all’inizio di quest’anno con Davide Volpe dopo l’esperienza di quattro anni con la Musement spa. Il lockdown ha di fatto rinviato, e non ha smesso di rallentare, un avvio di attività a pieno ritmo. Ma i 60 PtePersonal travel expert, che costituiscono il nuovo network, hanno continuato a lavorare proprio perché non hanno avuto bisogno di un ufficio e di un negozio su strada.

“Non ci interessa chi vuole diventare agente di viaggi ma chi ha già almeno due anni di esperienza – ha voluto precisare Porro – e che si accorge di come il cliente è più facile da raggiungere on line e, magari, incontrarlo a casa sua o dove lavora. Per questo decide di lasciare a noi tutti costi che attualmente sostiene per tenere aperta la sua attività, azzerando i costi di un affitto, del personale e della gestione amministrativa, per concentrarsi sullo sviluppo del business”.

Concretamente, il Pte stipula con The Travel Expert un contratto di “Incaricato diretto alle vendite” e può utilizzare tutti gli strumenti del portale del network e avere uno spazio web personale da gestire in totale autonomia.

Tra le iniziative di marketing predisposte dalla nuova digital company (così si definiscono) due programmi originali: progetto piccole e medie imprese e progetto segnalatori.

“Abbiamo predisposto delle formule che consentono di gestire le esigenze della azienda separando due diverse tipologie di prodotto: per gli spostamenti di servizio del personale, tutto viene gestito da un ufficio che si occupa dei viaggi che ottimizza le offerte, mentre per il settore del leisure, come le vacanze premio per i dipendenti o i viaggi incentive di gruppo, il continuerà Pte continuerà a fare il proprio lavoro di consulente. I segnalatori, invece, sono quelle persone che da sempre organizzano occasioni di viaggi per gruppi che gestiscono per altre ragioni. Si va dai preti che organizzano i pellegrinaggi agli istruttori sportivi che spesso accompagnano i propri allievi a partecipare a qualche evento. Finora, sono stati visti come dei concorrenti sleali. Con il nostro programma, i Pte danno loro la possibilità di incrementare il loro business e, al tempo stesso, di usufruire di servizi che sono sempre più importanti, a cominciare da quello assicurativo”

Il portale nel quale si possono trovare le offerte al consumatore finale ma anche il modulo per entrare nel team di consulenti è www.thetravelexpert.it.

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I 10 fari più belli d'Italia

 

Guidano da sempre i naviganti e seducono con la loro bellezza possente e misteriosa; dominano scogliere a picco sul mare, porti o coste sabbiose e accolgono pochi fortunati visitatori, che sfidano l'altezza o il soffiare del vento. Alcuni dei fari dei nostri litorali sono stati trasformati in suggestivi alberghi, in musei o in luoghi di ritrovo; eccone 10 tra i più affascinanti, tutti da scoprire.

Capo Spartivento. E' il più antico faro della Sardegna, un luogo da sogno costruito nel 1856 a picco sul mare a sud dell'isola, dove la macchia profuma di mirto e di ginepro. Dopo decenni di abbandono è diventato un albergo raffinato, un resort di lusso che ha mantenuto i soffitti a volta della vecchia struttura color rosso cremisi, ha visto ristrutturati i 700 metri quadrati di terrazze panoramiche con vista mozzafiato sulle baie di Malfatano e Capo Teulada e risanata la recinzione in pietra di granito locale. Chi non dorme al faro può visitarlo da Cala Cipolla e Su Giudeu, in località Chia, a circa 50 chilometri da Cagliari, attraverso un sentiero che sale fino alla cima del promontorio granitico.

Mangiabarche. Porta il nome inquietante della scogliera che sorveglia dal 1935, ma è tra i fari più spettacolari della Sardegna, sull'isola di Sant'Antioco, nel territorio di Calasetta. D'estate qui il mare è cristallino, ma d'inverno le onde impetuose lo scuotono e lo rendono ancor più affascinante. Il faro solitario, davanti a punta Mangiabarche e con Carloforte alle spalle, deve impedire che le barche non si incaglino nelle rocce affioranti della costa del Sulcis. Vicino alla spiaggia un parcheggio, un bar, un ristorante e un hotel accolgono i visitatori che d'estate si avventurano in questa insenatura per bagni da sogno.

Punta Carena. Si trova a Capri, a circa 3 chilometri a sudovest di Anacapri, e dal 1867 domina la penisola del Limmo; è tra i più importanti fari del Tirreno e il secondo in Italia per dimensione e portata luminosa dopo quello di Genova. La luce del faro, infatti, si avvista già da 25 miglia nautiche, un valido aiuto per chi naviga e una piacevole visita per chi cammina sul promontorio. Alle spalle del faro, dipinto di bianco e di rosso, si alza il dirupo della Migliera, percorso dai muri di difesa costruiti dagli inglesi all'inizio dell'Ottocento a protezione dell'isola campana.

Capo Miseno. Il suo faro bianco si staglia sulla baia tra il golfo di Pozzuoli e il canale di Procida, a nord di Napoli. Costruito agli inizi del XIX secolo su un'antica torre di avvistamento, venne distrutto dalle bombe nella seconda guerra mondiale e ricostruito nel 1948. La struttura si raggiunge a piedi attraverso due sentieri panoramici o una galleria che termina su una terrazza davanti al faro. Punta Palascia. E' il faro a picco sul mare di Capo d'Otranto, il punto più orientale d'Italia, nel Salento, e sorge nel punto in cui si uniscono le acque dello Ionio e dell'Adriatico. Costruito nel 1867 e ristrutturato più volte, ora è un luogo ricco di fascino, trasformato in museo ecologico e in luogo di cultura con laboratori artistici, esposizioni temporanee e incontri letterari ma anche come ritrovo per passeggiate naturalistiche. Le visite vanno prenotate scrivendo a museoecologia.palascia@unisalento.it Vieste. E' automatizzato, quindi disabitato, il faro della celebre località pugliese: sorge sull'isolotto di santa Eufemia, davanti alla città, e dal 1867 indica la rotta alle navi che transitano tra il medio e il basso Adriatico, tra Punta santa Croce e Punta san Francesco. Lo si ammira da ogni parte della città, che ogni giorno viene illuminata dai fasci di luce della spettacolare lanterna in ottone che si trova sulla torre del faro. Sull'isolotto è presente anche una grotta, dove sono state rinvenute 200 iscrizioni votive in greco e in latino lasciate dai marinai di passaggio dall'isola, alcune in onore di Venere Sosandra, dea del mare e salvatrice degli uomini; le scritte sono datate dal III secolo a.C. al Medioevo.

San Vito lo Capo. Il suo faro, nel trapanese, è attivo dal 1859 e segnala ai navigatori la secca a nord della baia. Simbolo della cittadina balneare della Sicilia nord-occidentale, domina il mare dai suoi 40 metri d'altezza con una luce visibile fino a 20 miglia marine ed è diventato anche un'attrazione turistica per chi si avventura fino alla punta estrema della località balneare tra la spiaggia rocciosa, il mare cristallino e un panorama mozzafiato sulla baia riparata dominata dall'alto dal monte Monaco.

Strombolicchio. Il suo faro svetta da una torre di lava solidificata sull'isolotto davanti a Stromboli, che si trova più a sud. Non ha una storia importante ma la sua posizione, aggrappata alla roccia vulcanica, lo rende suggestivo e originale; una lunga scala di ferro appoggiata allo scoglio consente di raggiungere la struttura attiva dal 1938 e soprannominata "il faro del Mediterraneo", al largo della costa settentrionale della Sicilia. Ancona. Dalla cima del faro si domina il golfo del capoluogo marchigiano che abbraccia l'Adriatico; la struttura ottocentesca, una torre cilindrica in mattoncini, regala un panorama mozzafiato dalla sommità del colle Guasco. Siamo all'interno del parco del Cardeto che si estende per 35 ettari sul colle dei Capuccini e che accoglie anche un anfiteatro romano accanto al vecchio e imponente faro, alto 20 metri.

Capel Rosso. E' il faro del Giglio e sorge tra la macchia mediterranea della parte meridionale dell'isola toscana. Un sentiero lastricato e scalini scolpiti nella roccia conducono alla struttura rettangolare a righe bianche e rosse, da cui si innalza una lanterna posta a 90 metri di altezza e la cui luce si vede fino a 23 miglia nautiche dal 1883. Oggi il faro, ancora attivo, si presta a eventi, incontri e manifestazioni sulla terrazza panoramica e per la sua struggente bellezza è usato come location cinematografica; l'ultima volta è stato immortalato nel film di Paolo Sorrentino"La grande bellezza".

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ESPOSIZIONE MONDIALE: IL SOGNO RIMANDATO Il grande cantiere Dubai è a caccia di abitanti

Prevista per il 20 ottobre del 2020, Expo era un evento atteso dal 2013, la Pandemia però ha sconvolto tutto. Così ora la città abituata a fare di ogni sfida un'opportunità, sta lavorando con lo stesso impegno in vista della nuova inaugurazione il 1° ottobre 2021

di Elena Montobbio

La spiaggia di Dubai Marina, una delle zone della città più ambite dagli stranieri (Credit: Alessandro Fasolo Garzia)
La spiaggia di Dubai Marina, una delle zone della città più ambite dagli stranieri (Credit: Alessandro Fasolo Garzia)

Venti ottobre duemilaventi. Suona bene, sarebbe stata una bella data per dare inizio all'Expo. Ma la pandemia è arrivata a sconvolgere tutto. Lo scorso 4 maggio, il Bureau dell'Esposizione Universale decideva – con due terzi di voti a favore – di rimandare l'evento atteso dal 2013, anno in cui Dubai aveva visto trionfare la sua candidatura. Nella città simbolo degli Emirati Arabi Uniti, che vive sul motto If you can dream it, you can make it, i lavori erano a buon punto.

I cantieri aperti non hanno mai chiuso del tutto, le infrastrutture sono oggi in gran parte completate, la metropolitana che collega l'area espositiva alla città e agli aeroporti è già pronta. Greta Nardeschi, che vive a Dubai da quattordici anni, è una delle poche italiane che lavorano per Expo a essere rimasta in città durante la fase più dura dell'emergenza sanitaria. Fa parte della squadra Marketing & Sales, dirige la creazione e gestione di brand sul territorio, tiene i rapporti con gli enti aeroportuali. Abituata a fare di ogni sfida un'opportunità, sta lavorando con lo stesso impegno in vista della nuova inaugurazione di Expo, il 1° ottobre 2021.

«Ci sono molte cose da fare, bisogna rivedere completamente contenuti, programmi, gruppi di lavoro, obiettivi, iniziative, partecipazioni, contratti», racconta a IL. «In più, tutto il capitolo relativo alle nuove misure per garantire la salute dei visitatori. Un grande compito da svolgere, che portiamo avanti con ottimi risultati e il continuo supporto dei Paesi partecipanti (192 in tutto) e del Governo locale. The show must go on! La promessa degli Emirati Arabi Uniti, e della città di Dubai, è ancora salda».

I cantieri che non si sono fermati non riguardano soltanto i progetti infrastrutturali. È quasi giunta al termine la costruzione di Dubai South, un nuovo quartiere residenziale con piscine e campi da golf, pensato per il ceto medio borghese, che sta nascendo nel deserto accanto all'area espositiva. Sarà comodo per chi fa il pendolare tra Abu Dhabi e Dubai e per chi deve viaggiare spesso in aereo. La nuova area abitativa si trova infatti a pochi minuti di auto dal secondo aeroporto della città, il Maktoum Internazional Airport, che nei piani dovrebbe diventare più grande del Dubai International Airport, il secondo hub più trafficato al mondo: uno scalo che si sviluppa su un'area di 3.400 ettari, contribuisce per oltre 18 miliardi di euro al Pil del Paese e rappresenta una fonte di occupazione per circa il 19 per cento dei suoi abitanti.

La città è cresciuta, continua a crescere, ha vissuto un boom edilizio che rischia ora di rivelarsi una grande bolla. Sono aumentati gli immobili, ma la popolazione – che oggi supera i tre milioni di abitanti ed è composta al 90 per cento da stranieri – non è cresciuta allo stesso ritmo. Roberta Di Siena, che nel 2008 ha preso un volo di sola andata per Dubai e oggi ha uno studio di consulenza da cui segue le aziende italiane ed europee che intendono investire nella regione del Golfo, non ha dubbi: «Il mercato immobiliare sta sicuramente vivendo una crisi. I prezzi sono calati del 30 per cento nell'arco dell'ultimo anno e mezzo. Tengono solo alcune zone come Dubai Marina e il Financial District, dove la discesa si è fermata a circa il 15 per cento. Dubai è diventata improvvisamente una città con abitazioni che hanno costi in linea con Londra e Parigi, anzi in alcuni casi anche più economica», racconta a IL. Adesso si può addirittura prendere in considerazione di vivere nel celeberrimo Burj Khalifa, il grattacielo più alto del mondo (820 metri).

Fino a non molto tempo fa, per affittare una casa in città era necessario effettuare in anticipo il pagamento di un anno; adesso vengono accettati anche assegni mensili (ma così facendo si perde quello sconto del 5/10 per cento che i proprietari attuano a chi salda tutto e subito). E attenzione a non pagare: avere debiti è un reato e le autorità aeroportuali applicano a tutti i morosi il Travel Ban, ovvero l'impossibilità di lasciare il Paese. Rischia il carcere chi ha uno scoperto superiore ai 46mila euro e, se non si può far fronte al pagamento, bisogna sperare nella grazia dello sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum; la stessa grazia che soltanto i nativi degli Emirati possono ricevere prima del Ramadan, quando le banche ricevono l'ordine di cancellare alcuni insoluti (una rata del mutuo o della macchina, per esempio) per far vivere il mese del digiuno senza grattacapi.

Nonostante il crollo dei prezzi e i cantieri che offrono nuovi appartamenti in continuazione, secondo Roberta Di Siena e la collega Manuela Vaccarini (che si occupa di mantenere il rapporto con i costruttori per procura dei proprietari, della consegna delle case pronte e della ricerca degli inquilini), «all'interno del mercato immobiliare di Dubai rimangono ancora alcune buone possibilità di investimento: chi compra nelle zone giuste e mette a reddito con l'affitto, può guadagnare fino al 7 per cento annuo».

Tra i nuovi progetti che meritano di essere segnalati, secondo Vaccarini, c'è District One, situato alle spalle del cuore finanziario della città. È un quartiere super lusso, circondato da piste ciclabili, con parchi acquatici, una laguna di acqua cristallina e canali. Qui lo sceicco viene spesso, per rilassarsi a cavallo o andare in bicicletta. Molti appartamenti sono già ultimati, ma i lavori proseguono: sorgerà un centro commerciale ancora più grande del vicino Dubai Mall (che conta 1.300 negozi e più di 200 ristoranti) con una nuova pista da sci (più grande di quella che ha adesso Dubai) e un nuovo acquario.

A District One, una villa di 700 metri quadrati con piscina privata, quattro camere da letto e sei bagni costa 1 milione e 700mila euro. Attenzione, affermano Di Siena e Vaccarini, a non farsi illudere dalle luci spente alle finestre: «Non è necessariamente indice di abitazioni rimaste invendute. Nei weekend e durante le feste arrivano i proprietari da Bahrein, Iran, Arabia Saudita, Cina e Qatar per godersi le loro super seconde (o terze) case».

Il governo di Dubai, anche per far fronte alla crisi del mercato degli immobili, si sta però muovendo per attrarre nuovi cittadini: gli stranieri che investono un milione di dirham (circa 230mila euro) hanno diritto a un Investor Visa, un visto valido per sé e tutti i membri della famiglia della durata di tre anni e rinnovabile, più una licenza per svolgere lavori di consulenza. Dal 2 settembre è inoltre possibile presentare l'applicazione per ottenere un Retirement Visa valido a vita. I requisiti? Aver compiuto 55 anni, comprare (senza mutuo) una casa del valore minimo di 2 milioni di dirham (460mila euro), risiedere stabilmente negli Emirati Arabi Uniti e, ovviamente, aver scelto Dubai come luogo dove vivere gli anni della pensione.

Allo stesso tempo, l'ente del turismo sta cercando di rilanciare l'immagine della città presentandola al mondo come capitale dei primati e della tecnologia e nuova culla della cultura araba. Bisogna attrarre nuovi turisti, gli alberghi sono ancora vuoti e le camere svendute a prezzi stracciati. Maria Corea, italiana e guida turistica a Dubai, ha vissuto momenti più floridi nella sua carriera.

«Il prossimo Expo sarà il più inclusivo della storia, è infatti prevista anche la partecipazione di Israele e un afflusso di visitatori stimato sui 20 milioni», dichiara a IL. «Il mancato svolgimento dell'evento 2020 è stato un colpo per noi e la città, attendiamo tempi migliori; come tutto il mondo, del resto».

ilsole24ore.com



Aspettando Expo Dubai 2020. Come Italia ed Emirati puntano allo Spazio

 



Con Giorgio Saccoccia, Massimo Comparini e Luigi Pasquali, Italia ed Emirati annodano i fili dello Spazio in attesa di Expo 2020. Non casuale che il prossimo anno dedicherà una delle settimane di apertura ai temi dell’esplorazione spaziale e alle tante implicazioni per la vita umana, dalla difesa all’ecologia

Abu Dhabi – “Lo spazio è una grande piattaforma di crescita e collaborazione reciproca”. È questa l’immagine proposta da Massimo Claudio Comparini, amministratore delegato di Thales Alenia Space Italia, durante il webinar organizzato dall’Ambasciata Italiana ad Abu Dhabi nel quadro del ciclo di conferenze InnovItalyUae. Sfidando i limiti imposti dalla minaccia Covid, la vetrina virtuale organizzata dall’ambasciatore italiano Nicola Lener ha coinvolto rappresentanze istituzionali ed economiche dello spazio in Italia e negli Emirati, senza trascurare il mondo accademico locale, con la Khalifa University Space Technology and Innovation Center (Kustic) e la New York University Abu Dhabi.

La nuova space economy, che fa rima con la parallela space diplomacy, sembra essere solo all’inizio di una età dell’oro. Un mondo dinamico, in grande fermento, terreno fertile per idee, innovazione, eccellenze tecnologiche, dinamismo imprenditoriale. Non è un caso, infatti, che il prossimo anno, Expo 2020 dedicherà una delle settimane di apertura proprio ai temi dell’esplorazione spaziale e alle sue tante implicazioni per la vita umana, dalla difesa all’ecologia, dalle comunicazioni alla medicina. Intanto, però, Italia e Emirati Arabi Uniti rinsaldano i fili annodati nel 2016, anno del kick-off alla cooperazione bilaterale inaugurata dal Memorandum of understanding che ad oggi costituisce la cornice regolativa di progetti comuni.

Da allora, molta strada è stata compiuta da entrambe le parti. Downstream e upstream, vale a dire nell’osservazione della Terra e nell’esplorazione spaziale. In questi anni, negli Emirati è nato il Mohammed Bin Rashid Space Center di Dubai. Con grande risonanza mediatica è stata lanciata la sonda Hamal verso Marte. Il primo astronauta emiratino Hamza al-Mansoori ha raggiunto la Stazione spaziale internazionale, mentre il KhalifaSat, lanciato nel 2018, dimostra la progressiva autonomia degli Emirati nella progettazione e produzione di satelliti.

Con il passo da velocista che lo contraddistingue, il giovanissimo Paese ha bruciato alcune delle tappe raggiunte in decenni dai tradizionali protagonisti dello spazio, affermandosi, nel quadrante mediorientale, come epicentro coordinativo delle 14 agenzie spaziali facenti capo ad altrettanti paesi arabi, come ha ricordato Mohammed Nasser Al Ahbabi, direttore generale della Uae Space Agency. E intanto gli Emirati già guardano al 2117, programmando un primo insediamento umano su Marte con una vision addirittura secolare, come ha detto Hamad Al Marzooqi, Project Manager della Emirates Lunar Mission, Mohammed Bin Rashid Space Center (MBRSC).

Nel frattempo, però, l’Italia non è certo rimasta rimasta a guardare. Giorgio Saccoccia, presidente dell’Asi Agenzia Spaziale Italiana, ha sciorinato numeri in continua  crescita: con oltre 7.000 lavoratori, che fanno capo in gran parte al campione nazionale Leonardo e a oltre 250 tra tra piccole e medie imprese, l’assetto economico conta un incremento del 74% in 5 anni nel numero di start up e genera un fatturato annuo di circa 2 miliardi di euro. Protagonista ormai non solo in Europa, l’Italia copre l’intera filiera dello spazio, con una presenza completa che si articola lungo tutta la catena del valore, dalla manifattura alla ricezione ed elaborazione dei dati in arrivo.

Tra i gioielli nazionali citati da Saccoccia, il più grande investimento nell’osservazione satellitare della Terra risponde al nome di Cosmo-SkyMed. Strumento prezioso per il sostegno all’agricoltura, per il monitoraggio di coste, oceani, ghiacci polari, il programma è guidato dalle joint venture di Leonardo, Thales Alenia Space e Telespazio, con il contributo di tante Pmi del paese. Luigi Pasquali, amministratore delegato di Telespazio, ha ricordato che i dati raccolti sono poi commercializzati in tutto il mondo da e-Geos, oggi sul podio dei maggiori service provider a livello globale.

Le credenziali italiane appaiono, insomma, del tutto invidiabili. Solo in ordine di tempo, contano il vettore europeo Vega di realizzazione italiana, partito con il suo carico di 53 satelliti, tra nano, micro e minisatelliti, aprendo la strada ai trasporti spaziali low cost che permettono risparmi grazie al “rideshare”. Grande attenzione anche su ExoMars, la doppia missione dell’Esa per l’esplorazione di Marte a guida italiana, realizzata in collaborazione con la russa Roscosmos State Corporation. Grande orgoglio nazionale anche per i rover della stessa missione e per il nuovissimo centro di controllo ROCC, uno dei più grandi terreni di prova marziani d’Europa, inaugurato lo scorso 30 maggio a Torino.

E poi ancora le molteplici relazioni internazionali, dal programma Shalom, in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Israeliana, alla recente dichiarazione d’intenti fra Italia e Stati Uniti per il programma Artemis, la missione della Nasa che intende riportare l’uomo sulla Luna nel 2024. In in una sorta di revival, dopo i favolosi anni Sessanta, dominati dall’allunaggio ormai patrimonio di un epos collettivo, la corsa alla Luna torna, infatti, di stretta attualità. E anche in questo rinnovato capitolo dell’esplorazione spaziale, l’Italia farà la sua parte partecipando al progetto della piattaforma orbitale lunare che sarà costruita da una cordata di partnership internazionali a guida americana. Si tratta del Lunar Orbital Platform-Gateway, a cui l’Italia è pronta a contribuire con la realizzazione dei moduli pressurizzati, come ha ricordato Comparini.

Insomma, in attesa di ammirare, accanto alla copia del David, capolavoro rinascimentale di Michelangelo, anche le meraviglie della trivella spaziale, dell’orologio atomico e del convertiplano, protagonisti delle installazioni dell’azienda Leonardo per il Padiglione Italia, i partner istituzionali ed economici dei due paesi affinano le strategie per nuove fruttuose sinergie. Confindustria, è pronta a fare la sua parte, ha detto Giuseppe Aridon, presidente della Sezione Spazio di Aiad. Appuntamento ad ottobre 2021, tra un anno esatto, all’apertura dei cancelli dell’Esposizione Universale di Dubai, per capire come è andata.

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