Blog Expo: PD
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Expo 2015 Sala: "La casa a St. Moritz? L'ho dimenticata..." Ennesima gaffe del candidato Pd al Comune di Milano


Che sarà mai. «È una dimenticanza in una delle tante dichiarazioni che ognuno di noi fa.
Punto. Credo che chiunque possa avere un reato pecuniario per una questione del genere». Il candidato sindaco del Pd a Milano, Beppe Sala, ammette ma prova a sminuire il caso della casa a Pontresina in Engadina, non dichiarata tra le proprietà nell'autocertificazione che come ex commissario Expo ha dovuto presentare alla società secondo il «decreto Trasparenza». «Innanzitutto non è a Sankt Moritz, se la vogliamo trasportare a Sankt Moritz aumenterebbe di valore» tiene a precisare. Diciamo pure che è ad un passo, ma al «compagno Beppe» che fatica a convincere l'elettorato di sinistra fa più comodo mettere una distanza tra la villetta per le settimana bianche e quella che viene considerata la meta dei super ricchi. «È una dimenticanza - ha ribadito ieri - però quello che fa testo è la dichiarazione dei redditi, è un atto pubblico e si può richiedere. Io le mie tasse le ho sempre pagate». Giusto ieri è stato eletto in Comune il presidente della Commissione d'inchiesta sui conti di Expo, voluta dal centrodestra ma anche da un pezzo della maggioranza che governa con il sindaco Giuliano Pisapia per chiarire i tanti dubbi sui conti dell'Esposizione. Si riunirà tutti i giorni fino al 15 aprile per fare chiarezza dopo le risposte lacunose fornite da Sala in aula. Qualche esponente aveva proposto giorni fa di andare a fondo anche sulla casa in Svizzera sparita dall'autocertificazione, anche se il capogruppo di Forza Italia Pietro Tatarella aveva precisato che «dovrebbe occuparsene la procura». Il candidato del Pd ha ribattuto ieri che «costituisce semmai reato pecuniario, se ci sarà da pagare una sanzione pagherò». Non è così semplice, per la falsa attestazione si rischia l'interdizione dai pubblici uffici.
Cresce l'irritazione a sinistra per l'ennesima scivolata di Sala, dalla casa in Liguria fatta ristrutturata da Italo Rota, architetto di Expo, allo staff elettorale composto dagli stessi che lavoravano per la società del 2015. E la mezza ammissione di Sala lascia comunque dubbi: non ha dichiarato la casa in Svizzera, ma anche la villa in Liguria viene registrata come semplice terreno. Un'altra svista? E sarà l'ultima?
Ieri intanto il candidato di Matteo Renzi ha presentato il simbolo della lista civica «Noi, Milano» che riproduce stilizzato l'arcobaleno che era il simbolo di Expo. Tra i nomi dei candidati c'è Davide Rampello, che per il grande evento è stato curatore del Padiglione Zero. Oltre a imbarcare mezza squadra di Pisapia, dagli assessori Cristina Tajani e Franco D'Alfonso all'ex vicesindaco Mariagrazia Guida, schiera in lista il direttore d'orchestra Alberto Veronesi e Pierluigi Molla, il figlio di Giovanna Beretta Molla, la santa canonizzata nel 2004 da Giovanni Paolo II. In «quota Cl» Carmelo Ferraro, dopo la rinuncia del vicepresidente della Compagnia delle Opere Massimo Ferlini.
Il Giornale

Villa al mare, conti e profughi Tutte le bugie di mister Expo

Da quando è candidato sindaco di Milano per il centrosinistra Sala ha arricchito il suo curriculum di mezze verità e omissioni
«Non accetto illazioni sulla mia onestà» dichiara poco tempo fa il candidato sindaco di Milano per il Pd Giuseppe Sala, protetto dal premier Matteo Renzi.
Se la prende con la macchina del fango, con gli attacchi «sempre e comunque».
Poi però vai a vedere il suo curriculum di mezze verità e non puoi certo farne un emblema di trasparenza.Troppe omissioni, mai casuali, mai di poco conto. Troppi non detti. E non è per fare i pignoli, ma le bugie di Sala cominciano ad essere tantine. Giusto qualche esempio: i bilanci (ancora segreti) dell'Esposizione, le giustificazioni sul comitato elettorale nella sede Expo, la ristrutturazione della casa al mare affidata all'archistar del padiglione Zero. E ora anche la realizzazione del campo profughi a Expo, sul quale Sala tenta di nascondersi dietro a uno sbrigativo: «Io non c'entro».
In tanti casi sarebbe bastato dare una spiegazione semplice, anche sommaria, ma immediata. Senza tergiversare e senza tentare di insabbiare. Giusto per far passare un messaggio ai cittadini: non ho nulla da nascondere. Forse mal consigliato dai suoi, l'aspirante sindaco di Milano sceglie un'altra strada. Dribbla la verità un po' troppo spesso. E quando non mente è perché qualcun altro gli para il colpo, a cominciare dai magistrati che hanno tenuto segretissima l'inchiesta sull'incarico Expo a Eataly.
I BILANCI EXPO
I veri conti dell'Esposizione non vengono mai comunicati. Sala si limita a comunicare che il patrimonio netto di 14,2 milioni di euro, dicendo che è sufficiente questo per leggere il bilancio. Anche un alunno delle medie si rende conto che il dato non basta, da solo, a dare un quadro completo. «Non c'è nessun buco» taglia corto il manager. Ma il deficit, che inizialmente sembra ammontare a 32 milioni, pare arrivi a quota 242 milioni.D
OTTOR EXPO E MISTER PD
Lezione di poca trasparenza numero due: accavallare i ruoli di amministratore delegato Expo e di candidato alle primarie. Sala a gennaio fa anche questo, ricevendo negli uffici di Expo i rappresentanti del comitato elettorale Pd. I primi appunti per impostare la campagna politica vengono presi sui bloc notes Expo. Alla faccia del conflitto di interessi.
LA CASA AL MARE
Altra scivolata è quella sulla villa di Zoagli, golfo del Tigullio. Ci lavorano Michele De Lucchi, l'archistar che ha realizzato il Padiglione Zero, e Matteo Gatto, un dipendente di Expo spa che ha lavorato al masterplan dell'Esposizione. De Lucchi ammette subito di aver percepito 70mila euro di compenso. Sala, in nome della trasparenza, spiega, ma spiegando peggiora le cose: «A Expo l'architetto ha avuto 110mila euro per tre incarichi». Bugia: i compensi ammonterebbero a 600mila euro. E ancora una volta il manager inciampa utilizzando un archistar (a cui ha assegnato un appalto Expo senza gara) per faccende domestiche private.
EATALY MANGIATUTTO
Su caso Eataly, che ha ottenuto (senza gara) l'appalto più importante di Expo per gestire il ristorante dei ristoranti, Sala non deve nemmeno mentire. Né dare spiegazioni. Ci pensano i giudici a proteggerlo e a tenere ben nascoste le carte sull'incarico a Oscar Farinetti. Sul caso viene aperta un'inchiesta rimasta segretissima fino all'archiviazione.
IL CAMPO PROFUGHI
E infine il campo profughi, installato lunedì sera nel campo base di Expo. Quando il Giornale, a novembre, anticipa la notizia, lo staff di Sala si affretta a inviare una smentita ufficiale. E anche ora Sala ripete: «Io non c'entro», come a dire che non è più ad di Expo dalla fine di gennaio. Ma una lettera del prefetto conferma che il carteggio per le trattative sul campo per gli immigrati risale a mesi prima.
Il Giornale