Blog Expo: gennaio 2019

Report 2018 sull’impatto degli incubatori e acceleratori italiani

Sono stati identificati in Italia 171 incubatori e acceleratori. Quasi il 60% si trova in Italia Settentrionale. La Lombardia è la regione che ospita il maggior numero di incubatori, con il 25,3% del totale, seguita dall’Emilia Romagna, con il 10,6%, e la Toscana con l’8,8%. L’area meridionale, quella insulare ed i territori del Nord-Est rappresentano le zone in cui vi è il minor numero di incubatori. Per quanto riguarda la natura giuridica il 64,2% è di natura privata, il 13,9% ha natura pubblica e il 21% ha natura ibrida. 
Sono questi alcuni dei dati evidenziati dal Report sull’impatto degli incubatori e acceleratori italiani, presentato oggi a Milano presso l’incubatore Make a Cube3.

Si tratta di una analisi sviluppata dal team di ricercatori Social Innovation Monitor (SIM) con base al Politecnico di Torino, in collaborazione con Italia StartUp e con il supporto di Banca Etica, Compagnia di San Paolo, Impact Hub Milano, Instilla, IREN, Make a Cube3, SocialFare e Social Innovation Teams (SIT). 
La ricerca è stata basata sull’identificazione e poi il coinvolgimento (survey) degli incubatori e acceleratori italiani e l’utilizzo di database come quello dei bilanci delle imprese e quello delle startup innovative.
Lo studio ha realizzato, per il secondo anno, una mappatura aggiornata a livello nazionale delle attività di incubazione e di accelerazione di startup, evidenziando  modelli di business, peculiarità, servizi offerti e le differenze tra le diverse tipologie di incubatori/acceleratori. 
Come sottolineato dal Prof. Paolo Landoni del Politecnico di Torino, direttore scientifico della ricerca, “emerge un quadro molto diversificato e in evoluzione. Aumenta l’attenzione alle imprese a significativo impatto sociale e aumentano gli incubatori che affiancano alle proprie attività tipiche attività di selezione e investimento nell’equity delle startup. Investimenti importanti, perché in una fase seed molto rischiosa a cui non sono interessati altri investitori.” 
Infatti sono 275 le startup, iscritte al registro delle imprese entro il 31/12/2017, per le quali risulta una partecipazione azionaria da parte di incubatori e acceleratori italiani.  E gli incubatori e gli acceleratori si confermano attenti alle primissime fasi di sviluppo dei progetti imprenditoriali: 3 su 10 dei soggetti da loro accelerati sono team imprenditoriali che non hanno ancora costituto la propria impresa e sono 205 (sulle 275 di cui sopra) le imprese per le quali gli incubatori e gli acceleratori sono tra i fondatori. 
Il report di quest’anno, giunto alla seconda edizione – ha commentato Giovanni De Lisi, Vice Presidente di Italia Startup, l’Associazione italiana delle startup – “arriva in un momento quanto mai opportuno per l’Associazione e per l’ecosistema startup italiano, perché accompagna il percorso del neo costituito tavolo associativo dedicato ai centri di innovazione italiani e perché fornisce elementi a supporto del Legislatore, avendo riscontrato che c’è la volontà politica di sostenere anche la fase pre-seed e seed delle startup innovative italiane”  
Più della metà degli incubatori ha supportato organizzazioni a significativo impatto sociale. Interessante notare le differenze rispetto all’anno passato per quanto riguarda l’analisi dei settori di appartenenza. Mentre dodici mesi fa quello più rappresentato era quello legato alla cultura, alle arti e all’artigianato, ora questo settore si trova al secondo posto, è stato superato da quello della salute e del benessere che ha toccato quota 21,4% sul totale. 
Per quanto riguarda il fatturato, in media gli incubatori italiani nel 2017 hanno avuto un fatturato di 1,30 Milioni di euro. La stima del Fatturato totale degli incubatori italiani del 2017 è di 222 Milioni di Euro, in crescita rispetto allo scorso anno. 
Un altro dato rilevante che emerge è la dislocazione geografica delle start up incubate nel 2017. Più del 70% si trova in Italia settentrionale, in particolare circa il 55% nelle regioni del Nord Ovest. La Lombardia è la regione in cui si è costituito il maggior numero di startup incubate, il 30,2% del totale, seguita dal Piemonte (23,2%) e dalla Toscana (10,7%). L’area meridionale e insulare rappresenta la zona in cui il numero di startup incubate è minore (4,4%) . 
La ricerca stima che nel 2017 siano stati incubati 1344 team imprenditoriali e 2435 startup.
Quest’anno il Rapporto Completo contiene anche quattro approfondimenti specifici:

  1. sugli Incubatori certificati (e le differenze di questi incubatori rispetto agli altri incubatori)

  2. sui programmi di Corporate incubation (e le imprese che li promuovo)

  3. sugli Incubatori quotati
  4. e sugli Incubatori che investono in startup innovative italiane (sulla base delle analisi dei bilanci delle imprese presenti nel database delle startup innovative italiane)   
fonte: comunicato stampa

Siti Unesco, nasce Patrimoni del Sud


Il Progetto Rete Siti Unesco – al via da aprile 2016, con iniziative ed eventi che hanno coinvolto cinque regioni del Sud Italia (Basilicata, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia) che ospitano almeno un sito Unesco - si apre a nuove prospettive.

Tutte le novità sono state illustrate in un incontro con la stampa, questa mattina, nella Sala del Consiglio della Città Metropolitana di Bari (Lungomare Nazario Sauro, 29). Hanno partecipato: Giuseppe Canfora, Presidente dell’Associazione Province Unesco Sud Italia, Francesca Pietroforte, Consigliere con delega ai beni culturali della Città Metropolitana di Bari e Vicepresidente dell’Associazione Province Unesco Sud Italia, Piero Marrese, Presidente della Provincia di Matera, Nicola Giorgino, Presidente della Provincia BAT, Ciro Castaldo, Referente Provincia di Salerno del progetto Rete Siti Unesco, Elisabetta Gabrielli, project leader progetto Rete Siti Unesco, Alfonso Marrazzo, Segretario Generale della Provincia di Matera capofila del progetto Rete Siti Unesco, Francesco Paolo Salcuni, Presidente Circolo Legambiente “FestambienteSud”, componente del Cts per l’ambito 3, Filippo Spallina, Responsabile Attività Operative Comunicazione e Disseminazione del Progetto Rete Siti Unesco.

Con l’occasione è stata presentata la nuova denominazione e il nuovo assetto partecipativo dell’Associazione Province Unesco Sud Italia, che si chiamerà Patrimoni del Sud.

“Il nuovo statuto – ha affermato Giuseppe Canfora -  consentirà di poter ricomprendere tra gli associati anche enti che non necessariamente debbano avere sul loro territorio un sito Unesco e che comunque intendano operare in ambito culturale e turistico per promuovere i patrimoni culturali, monumentali, archeologici, naturali, paesaggistici e ambientali del Mezzogiorno d’Italia”.

Nata come associazione di Province, oggi, possono aderirvi anche i Comuni, Unioni di Comuni, Distretti Turistici, Fondazioni, Università, oltre che altre Province, Città Metropolitane, Liberi Consorzi Comunali associazioni degli enti suddetti. Rimane confermata la sua missione ovvero lo sviluppo turistico e la sostenibilità nella fruizione dei beni culturali attraverso la costruzione di una rete interregionale dei patrimoni del Sud Italia.

“L'associazione Rete siti Unesco – ha sottolineato Francesca Pietroforte - si allarga per accogliere anche siti di interesse artistico e culturale non necessariamente UNESCO, affinché il percorso già intrapreso possa rendere partecipi più Città metropolitane, Province e Comuni del Sud Italia. L'iniziativa, quindi, si propone di promuovere il Sud a partire proprio dal Sud. È questa la novità. Non vi sono associazioni che mettono in rete tutto il patrimonio del Mezzogiorno d' Italia, motivo per cui il progetto è finanziato da fondi ministeriali posizionandosi al settimo posto tra più di quattrocento proposte”.

“ Progetti importanti come questo – ha aggiunto Nicola Giorgino - servono per fare rete tra territori ricchi di saperi e sapori. Si è data la possibilità a tante realtà del Sud di entrare in relazione tra di loro. Si tratta di una riuscita e proficua connessione di valorizzazione culturale che va avanti e sono certo verrà ulteriormente arricchita da ulteriori iniziative”.

“Siamo in prima linea- ha ribadito Piero Marrese - nel sostenere questa iniziativa che ci vede protagonisti insieme ad altre Province del Sud Italia con l’obiettivo dare più forza ai siti Unesco che, insieme, rappresentano un grande valore aggiunto da poter spendere a livello culturale e turistico. Noi stiamo vivendo questo momento con Matera capitale della cultura, ma all’interno di questo obiettivo c’è la volontà di coinvolgere tutto il territorio della provincia in modo tale da poter interagire e far in modo di avere flussi destagionalizzati tutto l’anno”.


Nel corso della conferenza stampa, inoltre, sono stati presentati i nuovi prodotti di comunicazione e di divulgazione del progetto “Rete Siti Unesco” promosso da 15 enti locali del Meridione, finanziato dal Ministero per i beni e le attività culturali e ideato dall’Associazione Patrimoni del Sud, quali: il video sui siti Unesco e territori di progetto (con l’artista Massimo Lopez come testimonial), un viaggio tra 14 siti Unesco del Meridione e tra gli altri Patrimoni del Sud; l’applicazione scaricabile su smartphone per accedere alle informazioni sui patrimoni culturali della rete e alla virtual card.