Forte scossa di terremoto avvertita in Ossola
Vetri che tremavano, suppellittili e bottiglie rovesciate a terra. Sono stati attimi di panico quelli vissuti intorno alle 21.15 in Valle Vigezzo e a Domodossola per una forte scossa di terremoto. Il sisma è stato avvertito in particolare nel fondovalle da Druogno a Re, ma in molti sostengono di averlo sentito anche a Domo e nei paesi limitrofi. Per ora non si registrano danni. "Ho visto la bottiglia dell'acqua sul tavolo in cucina tremare" scrive una lettrice di Druogno. "Ballava il lampadario" scrive un altro lettore di Malesco. La scossa è stata sentita molto forte anche a Re e frazioni: "E' durata un minuto, sembrava un'eternità - spiega il sindaco Oreste Pastore -. Tremavano anche i fossili della mia collezione e alcuni sono improvvisamente caduti a terra: ho già ricevuto numerose telefonate da parte di concittadini allarmati che si sono spaventati molto".
ossolanews
Terremoto in Svizzera, scossa di magnitudo 4,7 avvertita anche a Milano e al Nord
L’epicentro è in Svizzera, nei pressi del monte del Col du Klausen, al confine tra i cantoni Svitto e Glarona. Non si segnalano feriti. Nel Varesotto 20 chiamate a pompieri
Una scossa di terremoto di magnitudo 4.7 è stata avvertita alle 21.12 in varie zone dell’Italia settentrionale, Milano compresa. L’epicentro è in Svizzera, nei pressi del monte del Col du Klausen, al confine tra i cantoni Svitto e Glarona. Al momento non si segnalano vittime o feriti e neppure danni. La polizia cantonese ha ricevuto una ventina di chiamate per una scossa che è durata circa 3 secondi.
L’assessore lombardo: «Nessun danno ma monitoriamo»
La centrale operativa lombarda di Protezione civile ha ricevuto segnalazioni dalle province di Bergamo, Lecco, Como, Milano, Varese e Sondrio dove la scossa è stata avvertita. Confermo che al momento non si registrano danni a cose e persone. La Sala operativa regionale, attiva 24 ore al giorno, continuerà a monitorare la situazione», ha detto l’assessora alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione della Regione Lombardia, Simona Bordonali.
Preoccupazione nel Lecchese
Il sisma ha creato preoccupazione in particolare nel Lecchese, soprattutto in Valsassina e in Brianza. Al comando provinciale dei vigili del fuoco di Lecco sono giunte chiamate di persone anziane, allarmate dai lampadari che si muovevano, e che chiedevano informazioni sull’accaduto. Non c’è stato alcun intervento da parte delle forze dell’ordine.
corriere.it
Sci, guida al risparmio rosa sulle montagne torinesi
Le montagne torinesi si tingono di rosa. Per la festa della donna, mercoledì 8 marzo, in molte località gli skipass costeranno poco più delle mimose. E vale la pena di approfittare degli sconti: dopo le nevicate di lunedì e sabato scorso le condizioni sono eccellenti dappertutto. Se il meteo non farà scherzi, dovrebbero esserci anche una giornata di sole e temperature primaverili.
Al Frais le signore scieranno gratis: la microstazione valsusina regalerà lo skipass. A un’ora esatta di treno dal centro di Torino, offre i due skilift e la seggiovia che collega la stazione di Chiomonte alle piste. È chiusa però la Sauze A. Il giornaliero feriale per gli accompagnatori costa 21 euro. Info su www.frais2010.it.
Un paio di fermate più avanti, sulla stessa linea ferroviaria, c’è Bardonecchia: 100 chilometri di piste e 23 impianti (praticamente tutti aperti) che per le festeggiate saranno scontati a metà prezzo, cioè 18 euro anziché 36. Per ottenere la riduzione bisogna acquistare online su www.bardonecchiaski.com, dopo aver richiesto il codice promozionale: è necessario scrivere un messaggio privato alla pagina Facebook del comprensorio.
Altra vallata, stessa distanza dalla città: a Prali, un’ora e venti di auto da Torino, in val Germanasca, le sciatrici spenderanno 8 euro. Ci sono 4 impianti e 8 piste, perfettamente innevate: si scende dai 2500 metri di Bric Rond ai 1400 del paese. Gli uomini pagano 19 euro. Info su www.praliskiaerea.com.
Con mezz’oretta di viaggio in più si scia al Pian Benot, nelle valli di Lanzo. Tre skilift, una seggiovia e un tapis roulant che portano dai 1600 metri di Usseglio fino a quota 2000. È tutto aperto e per l’8 marzo il giornaliero delle donne è scontato a 10 euro. La tariffa intera feriale è 18 euro, ma una coppia spende 20 euro in tutto: 18 euro per lui, 2 euro soltanto per lei. Info www.pianbenot.it. Per i gruppi di giovani è davvero un’occasione da non perdere: ci sono le offerte per le ragazze, ma dopo la settimana di Carnevale è finita l’alta stagione e sono tornate le agevolazioni per gli universitari. Anche i ragazzi possono risparmiare.
lastamoa.it
“I coragiôs”, quelli che credono nella montagna e nelle tradizione
Parte una nuova rubrica su ossola24.it
grazie a Mary Borri, nostra giornalista che ha deciso periodicamente di raccontarci le storie di quelli che nelle nostre zone non si arrendono e non smettono di credere nella montagna, di coloro che portano avanti le tradizioni di un tempo. Si incomincia con chi lavora la vite, ed oltre al testo scritto Mary Borri li ha videointervistati.
Montagna: regole su misura per chi ci vive e lavora e per combattere lo spopolamento
In Piemonte la superficie di alta e bassa montagna occupa il 45% dell’intera estensione territoriale della Regione, mentre in provincia di Cuneo l’area arriva al 50%.
Una zona significativa e importante per le straordinarie risorse da valorizzare che, tuttavia, negli ultimi decenni ha subito un forte percorso di spopolamento.
L’assessore regionale, il cuneese Alberto Valmaggia, da quando si è insediato, nel 2014, sta mettendo in atto diverse azioni per favorire il ritorno nelle terre alte.
“L’obiettivo – dice - è di creare le condizioni migliori possibili affinché le persone e le famiglie già residenti in montagna continuino a rimanerci, ma anche quello di portarne delle nuove. Come? Facendo in modo che lì possano avere delle opportunità di vivere e lavorare sfruttando le ricchezze esistenti del territorio”.
Dall’inizio dell’anno il viceministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Andrea Olivero, anch’egli cuneese, ha avuto dal ministro Martina proprio la delega all’agricoltura di montagna: un’ottima occasione per collaborare con l’assessore Valmaggia avendo lo scopo di far crescere un territorio per troppo tempo considerato marginale. Ne abbiamo parlato con l’esponente del Governo Gentiloni.
Cosa può fare lo Stato per favorire il ripopolamento della montagna?
“Innanzitutto, è necessario che si capisca che il problema delle terre alte del Paese è un problema di tutti, non solo di chi le abita. Se continuiamo a contrapporre città e pianura alla montagna, senza capirne l’'interdipendenza, non andremo lontano. La montagna non è solo parchi e ambiente sano, ma acqua, energia, sistema idrogeologico, legname, prodotti di alta qualità. La montagna va retribuita per le funzioni che svolge, non assistita”.
Ci sono le condizioni per recuperare il tempo perso negli ultimi decenni?
“Difficile rispondere, ma bisogna comunque provarci. Il progetto per le terre alte, le risorse per la messa in sicurezza del territorio sotto il profilo idrogeologico, la riorganizzazione amministrativa in corso: sono tutte sfide complesse che possono aiutarci a dare una scossa alla situazione, a patto di avere obiettivi chiari ed una vera cabina di regia. Questa è la vera sfida di questo momento, che dobbiamo affrontare tutti insieme a partire dalla fondamentale esperienza dell'Uncem”.
In Piemonte e, soprattutto, in provincia di Cuneo quali sono le maggiori potenzialità che le terre alte possono offrire?
“Le nostre montagne e le aree collinari sono un patrimonio straordinario sotto molto aspetti. Oltre alle colline patrimonio Unesco abbiamo il parco delle Alpi Marittime, il Monviso, le sorgenti del Po che rappresentano delle risorse naturali uniche al mondo. Ma non basta: storia, cultura, prodotti locali delle montagne cuneesi sono un patrimonio ancora tutto da valorizzare. E non dimentichiamo l’agroalimentare. Siamo la prima provincia per numero di indicazioni geografiche. Gran parte di queste sono nelle terre alte, che manifestano tradizione e qualità in misura straordinaria”.
Cosa serve affinché l’ambito agricolo e quello agroalimentare diventino di nuovo un prezioso giacimento di risorse da fruttare?
“Bisogna che chi opera in montagna abbia regole specifiche che tengano conto della realtà. Ogni giorno parlo con persone straordinarie, che credono ancora nella propria comunità e nel proprio lavoro, esasperate da regole e burocrazia pensate per la pianura, ma folli per imprenditori che vivono nelle terre alte. Servono quindi tre cose fondamentali: welfare (salute, scuola, servizio postale, connessione ad internet, negozi...), strade accessibili e regole specifiche per le attività imprenditoriali, a partire dall’agricoltura”.
Nel concreto?
“In questo settore sto lavorando su alcuni progetti: il riconoscimento del marchio “prodotto di montagna”, la semplificazione delle regole per le aziende agricole delle terre alte, la nuova legge sulla forestazione per tornare a poter gestire i nostri boschi. Inoltre sto confrontandomi, in Italia ed in Europa, affinché nelle regole della nuova Politica Agricola Comune (Pac) dopo il 2020 si preveda un modello specifico per le terre alte, senza replicare gli errori che, in questi anni, hanno spesso depauperato quelle aree che, al contrario, sulla carta avrebbero dovuto sostenere”.
targatocn.it
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