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Turismo: vacanze di Natale in albergo costeranno +13%

- Il 2022 è stato un anno di incrementi significativi dei prezzi delle camere di albergo, sia per quanto riguarda la stagione estiva, con un +12% sul 2021, sia per la stagione invernale alle porte, con +17% sul 2021 e ben +38% sul 2019.

Il solo segmento temporale delle vacanze natalizie vede un aumento del 13% sul 2021 e del 26% sul 2019.

E' quanto emerso da un'indagine di cui si è parlato nel vertice annuale degli albergatori professionisti, organizzato dall'agenzia Albergatore Pro nei giorni scorsi a Riccione (Rimini), per confrontarsi sullo stato di salute della categoria.
    Il costo medio giornaliero di una camera in un hotel 4 stelle in montagna con trattamento mezza pensione passa, in base ai dati forniti, dai 386,3 euro dell'inverno 2021 ai 439,5 del 2022. La causa principale, oltre all'aumento del costo della materia energetica e la reazione alla fase di inflazione, si individua nella propensione degli italiani a spendere i propri risparmi in viaggi. Segnali incoraggianti per il mercato della ricettività, che si scontrano però con la carenza di lavoratori nelle strutture: l'83% degli alberghi italiani ha difficoltà a reperire personale, soprattutto se qualificato.
    "L'indagine, effettuata dall'osservatorio interno all'agenzia, ha monitorato attraverso software gestionali installati nelle strutture le tariffe di circa 400 hotel situati in zone montane - spiega Gian Marco Montanari, amministratore delegato di Albergatore Pro - aggregandone i dati in forma anonima. Emerge che il turismo ha retto all'inflazione e gli italiani hanno scelto di continuare a spendere nei viaggi nonostante il caro spese. A nostro avviso, fino a pochi anni fa, l'utente italiano si chiedeva cosa riuscisse a fare dopo aver risparmiato, mentre oggi si chiede cosa può mettere da parte una volta sostenute tutte le spese, comprese quelle per i viaggi. A tal proposito, si è passati da un risparmio medio del 10-13% sul reddito nei primi 20 anni del millennio, al 1,5% del 2022".
    (ANSA).

Banksy, il 'grande comunicatore' in mostra a Trieste

TRIESTE - Banksy, il grande comunicatore. Un aspetto forse ancora poco indagato del writer di Bristol ma che diventa filo conduttore di "The Great Communicator.

    Banksy-Unauthorized exhibition", la mostra inaugurata oggi al Salone degli Incanti di Trieste. I fari sono tutti puntati sulla grande capacità di comunicare dell'artista, peculiarità quanto mai attuale anche alla luce delle opere recentemente rivendicate in Ucraina.
    Il percorso artistico, a cura di Gianni Mercurio, apre domani al pubblico e sarà visitabile fino al 10 aprile 2023. Promosso dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dal Comune di Trieste e organizzato da PromoTurismoFVG, in collaborazione con Madeinart, l'allestimento si compone di cinque sale con oltre una sessantina di opere originali che ripercorrono il notevole lavoro di Banksy: dalle sue radici e ispirazioni, fino ai giorni nostri. Si parte quindi dalle opere di artisti e movimenti a cui l'autore si è ispirato, tra cui Keith Haring, Andy Wharol e Blek le Rat, oltre ai poster del maggio francese dai quali Banksy ha ripreso il minimalismo, la comunicazione delle rivolte e l'uso dello stencil, ma anche le opere legate ai situazionisti e al concetto di comunicazione di massa.
    Si passa poi a una riproduzione dello studio di lavoro di Banksy e all'esposizione di opere che criticano la società britannica. Ne sono la prova un iconico Winston Churchill con cresta punk e un parlamento inglese composto da scimmie (Devolved Parliament).
    Il "grande comunicatore" affronta quindi temi come proteste e capitalismo - con, tra le altre, il celebre "lanciatore di fiori" - e guerra e violenza. Le racconta anche attraverso "Napalm": la bambina vietnamita in fuga dal bombardamento mano nella mano con due mascotte dell'entertainment nel mondo contemporaneo. Il perno di Banksy rimane l'occhio umano di denuncia.
    La mostra dedica infine anche un'area alle più celebri performance del writer come il "Walled Off Hotel" a Betlemme situato di fronte al muro che separa Israele e Palestina, e poi un negozio, ironicamente denominato Wallmart che fornisce i materiali necessari ai clienti che vogliono dipingere sul muro adiacente. Un percorso dunque interamente improntato sulla sua abilità di comunicare e di utilizzare in modo unico i canali di comunicazione del tempo per raccontare l'arte. (ANSA)

Orsi, bassotti e monete, le fogne raccontano il Colosseo

ROMA - I resti dei pasti che si consumavano sugli spalti, spesso e volentieri carni cotte al momento su improvvisati bracieri, insieme a qualche pizza e verdure, un po' di frutta. E poi le ossa degli animali feroci, orsi, leoni, leopardi ma anche cani, persino i bassotti, tutti costretti a combattere tra loro sull'arena oppure oggetto delle battute di caccia, le terribili venationes, che per tanti secoli hanno divertito il popolo romano, tanto quanto le lotte tra gladiatori.

Il Parco del Colosseo presenta alla città i primi risultati di un progetto di ricerca sul sistema idraulico e sulle fogne dell'Anfiteatro Flavio e quello che ne viene fuori è anche una fotografia affascinante di tutto il contesto legato agli spettacoli di duemila anni fa. Con il giallo di una splendida e consunta monetina dorata, un sesterzio in oricalco coniato sotto l'imperatore Marco Aurelio che chissà come è finita anche lei nella fogna insieme a una cinquantina di monete più povere. E il mistero ancora irrisolto delle naumachie, le battaglie navali a cui accennano le fonti antiche quando raccontano dei favolosi cento giorni di Ludi voluti da Tito per inaugurare il nuovo teatro - si era nell'80 d.C.- che chissà se si sono fatte davvero riempendo d'acqua l'enorme arena o se invece erano solo parodie di quelle più grandi che si svolgevano altrove. "E' presto per dirlo", ci spiega Federica Rinaldi, l'archeologa responsabile del Colosseo che ha coordinato le ricerche affidate agli speleologi di Roma Sotterranea in team con archeobotanici archeozoologi e l'architetto Fabio Fumagalli, "l'archeologia è una disciplina lenta, ora bisognerà mettere a sistema, integrandoli, i dati archeologici, anche quelli condotti sugli elevati murari degli ipogei, con quelli più specificatamente idraulici. Senza trascurare le fonti antiche, che da Marziale passando per Svetonio e Cassio Dione, non sono mai completamente esplicite".
    Tant'è, l'obiettivo di partenza di questo progetto tutto sotterraneo, spiega la direttrice del Parco Archeologico Alfonsina Russo, era capire meglio il funzionamento delle fogne antiche e dell'idraulica dell'Anfiteatro. Per ampliare le conoscenze storiche, certo, ma non solo. Perché c'è da risolvere un problema pratico che si trascina da tempo immemore, quello degli allagamenti dei sotterranei, sempre più frequenti e problematici adesso che il clima è cambiato e pure Roma è bersagliata da temporali che assomigliano alle bombe d'acqua dei monsoni. Un problema, come fa notare Barbara Nazzaro, responsabile tecnico del monumento, che da almeno due secoli impegna archeologi, ingegneri, esperti di idraulica. La speranza insomma, è che le scoperte arrivate da queste indagini possano aiutare a trovare la strada per risolvere l'assillo degli allagamenti, magari proprio partendo dal ripristino di una parte delle fogne antiche. Che poi era quello che avrebbero voluto fare, ma non ci riuscirono, i grandi ingegneri dell'Ottocento. Cominciata a gennaio 2022 e conclusa in agosto - come precisa Martina Almonte, responsabile unico del procedimento (Rup) - l'indagine ha interessato in questa fase soprattutto il collettore Sud dell'anfiteatro, che era ostruito e fuori uso più o meno dal 523 d.C., quando il Colosseo ha smesso di essere un anfiteatro per poi essere usato nei modi più diversi, trasformandosi in una sorta di condominio e poi in una fortezza, ospitando un ospedale e persino una filanda con i suoi operai.
    Mentre i marmi meravigliosi che lo ricoprivano andavano ad abbellire i grandi palazzi rinascimentali e barocchi e tanti degli enormi blocchi di travertino servivano a costruire altro, dal Palazzo della Cancelleria a Palazzo Farnese. Seppelliti sotto la terra che si accumulava mischiandosi alle macerie, gli antichi condotti vennero di fatto dimenticati. Ed è per questo che tutte le cose che soprattutto all'ultimo, intorno al VI secolo, erano finite in quella fogna sono rimaste intatte, 'congelate' per secoli in quel condotto dove l'acqua non scorreva più. Come il lucente sesterzio di Marco Aurelio, che l'archeologa Francesca Ceci, esperta di numismatica, ha studiato a lungo. Marco Aurelio regnò tra il 160 e il 180 d.C. Il sesterzio è stato emesso nel 170-171 per celebrare il decennale dell'imperatore filosofo che rinnovava i voti per chiedere agli dei altri dieci anni di regno felice. In pratica uno strumento di propaganda, volutamente coniato in oricalco perché doveva stupire con la sua lucentezza, tanto più che era normale per un imperatore ingraziarsi il popolo distribuendo soldi proprio durante i giochi. Ecco allora che si spiegherebbe come quel sesterzio del colore dell'oro è arrivato fino a noi: "Volando con la fantasia- ipotizza l'archeologa- possiamo immaginare le luccicanti monete lanciate sulla folla, e una di queste, la nostra, caduta nella sabbia dell'arena e poi spazzata via insieme al sangue di uomini e animali". Solo un'ipotesi, certo, ma suggestiva, quella del volo di una piccola moneta dalla folla alla fogna. Per raccontarci, più di 1500 anni dopo, il fascino e la follia di quei giochi e di quei giorni. (ANSA).

Le mostre del week end, da Boldini a Dalì e Morelli. A Firenze Inside Banksy, a Milano Livio Senigalliesi

Da Giovanni Boldini a Banksy, da Domenico Morelli a Mario Schifano, e poi Dante interpretato da Dalì e i reportage dal fronte di Livio Senigalliesi: sono le mostre della settimana.

ASTI - Le atmosfere rarefatte e affascinanti di un'epoca indimenticabile e straordinariamente effervescente popolano la mostra "Boldini e il mito della Belle Époque" a Palazzo Mazzetti dal 26 novembre al 10 aprile, a cura di Tiziano Panconi e organizzata da Arthemisia: nel percorso cronologico e tematico 80 opere - tra cui Signora bionda in abito da sera (1889 ca.), La principessa Eulalia di Spagna (1898), Busto di giovane sdraiata (1912 ca.) e La camicetta di voile (1906 ca.) - raccontano il talento di Giovanni Boldini, soffermandosi sulla sua capacità di cogliere nei ritratti femminili anche la psicologia dei suoi soggetti.

MILANO - Al Museo Diocesano Carlo Maria Martini "Diario dal fronte", una retrospettiva a cura di Barbara Silbe che ripercorre l'intera carriera del fotoreporter Livio Senigalliesi: esposta al pubblico dal 25 novembre all'8 gennaio una selezione di 50 fotografie in bianco e nero e a colori, raccolte in scenari di guerra, dal Medio-Oriente al Kurdistan, dal Kuwait all'Unione Sovietica, all'Africa.

FIRENZE - Alla Cattedrale dell'Immagine, parte del complesso monumentale di Santo Stefano al Ponte, dal 26 novembre al 26 febbraio arriva la mostra digitale "Inside Banksy - Unauthorized Exhibition" realizzata da Crossmedia Group: si tratta di un sapiente mix di immagini, suoni e musiche che racconta l'intero percorso creativo del misterioso artista britannico, facendo immergere il pubblico dentro la cultura underground di Bristol.

Tra le novità della mostra l'esperienza 'Be Banksy', nella quale con una bomboletta spray interattiva i visitatori potranno creare un graffito virtuale.

SARZANA - Una 'nuova' Divina Commedia filtrata attraverso la sensibilità e l'immaginario di uno dei maestri del '900: alla Fortezza Firmafede dal 26 novembre al 5 febbraio è allestita la mostra "Salvador Dalì. Dante e il viaggio del Genio", a cura di Gina Ingrassia.

Divise in tre sezioni, quanti sono i regni ultraterreni di Dante, 100 xilografie a colori ripercorrono il viaggio del Poeta, offrendo anche un'incursione nella psiche e nelle suggestioni dell'artista spagnolo.

ROMA - "Domenico Morelli. Immaginare cose non viste", a cura di Chiara Stefani con Luisa Martorelli è allestita alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea dal 22 novembre al 29 gennaio. A quasi settant'anni dalla mostra di disegni allestita nel 1955 da Palma Bucarelli a Valle Giulia, la mostra presenta una trentina di dipinti e 9 bozzetti, 9 sculture, un corpus di 48 tavolette a olio su legno con dipinti di paesaggio realizzati nella costa a sud di Napoli, un grande cartone a tecnica mista e una cospicua selezione di 160 opere su carta, tra gli oltre 800 fogli appartenenti al fondo Morelli conservato dalla Galleria Nazionale. Dal 24 novembre al 14 gennaio presso Visionarea Art Space - Auditorium Conciliazione "La natura ama nascondersi", personale di Benedetto Pietromarchi, a cura di Ornella Paglialonga: esposte 8 sculture ispirate alle statue del Ponte Vittorio Emanuele II e 2 grandi tele d'artista nate dalle terre del fiume Tevere, in un tributo a Roma e al suo patrimonio naturalistico e monumentale. Dal 24 novembre si apre "Omaggio a Mario Schifano", prima mostra di Spazio all'arte, galleria di Capitolium Art in Via delle Mantellate 14/b, allestita per 3 settimane e curata da Vincenzo Maria Zuco. Proprio in questi ambienti ha infatti abitato e lavorato l'artista e a quel periodo si riferiscono le 6 opere in mostra, alcune di grandi dimensioni, 2 mai esposte prima, tutte datate dal 1985 e il 1990.

MORESCO (FM) - Al Tomav Torre Moresco Centro Arti Visive dal 25 novembre la personale di Matteo Costanzo dal titolo "Nessuno è padre ad un altro", a cura di Lorenzo Madaro: fino al 29 gennaio, la mostra attiva un dialogo tra l'artista e Carmelo Bene nel ventennale della morte, riprendendo nel titolo la frase di Elsa Morante cara proprio al grande attore e regista pugliese. 

Ansa

A Cuneo i capolavori di Tiziano, Tintoretto e Veronese

Ospitate in una architettura medievale ora monumento nazionale, le opere del periodo compreso tra il 1560 e il 1565 si confrontano con temi fondamentali nell'iconografia cristiana: l'Annunciazione e l'Incarnazione, il Battesimo di Cristo, l'Ultima Cena, la Crocifissione e la Resurrezione.

"Questa mostra rappresenta un appuntamento unico e imperdibile per il grande valore delle opere esposte, mai mostrate insieme e in pochissime altre occasioni uscite da Venezia: cinque capolavori di tre maestri del Rinascimento veneziano trovano casa a Cuneo" spiega Ezio Raviola, presidente della Fondazione Crc. "Con la Fondazione Crc ricorre un intenso rapporto di collaborazione, il cui esito sono iniziative come questa mostra che porta a Cuneo straordinari capolavori dei maestri del Rinascimento. Due delle opere in mostra sono state restaurate nell'ambito del programma Restituzioni, il progetto di Intesa Sanpaolo che, lavorando con le soprintendenze e gli enti di tutela, riporta opere di arte italiana all'originaria bellezza" commenta Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo.

Ansa