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Balla, signore della luce a Villa Borghese



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ROMA - Cercare la verità nella natura, trovarla nelle foglie degli alberi, nel rivolo d'acqua che cade nella vasca di una fontana, nelle ombre dei tronchi che fanno da quinta al bagliore della luce e dei colori del cielo e dei prati. Mirava a questo Giacomo Balla fissando sulla tela e sulla carta gli scorci di Villa Borghese che gli si offrivano dal balcone della casa in cui era andato a vivere nel 1904 con la moglie Elisa. Il grande artista torinese era arrivato a Roma nel 1895 e, dopo aver abitato in via Piemonte, aveva ottenuto l' alloggio a ridosso del grande polmone verde grazie al sindaco Ernesto Nathan. Da quel punto di vista molto particolare, che all' epoca era "periferia" della città, Balla svilupperà la sua ricerca con una serie di opere figurative straordinarie fino al 1911, quando entrò tra i grandi del Futurismo. Al rapporto tra il maestro e il parco romano è dedicata la mostra allestita fino al 17 febbraio al museo Bilotti, nel cuore della Villa, per la cura di Elena Gigli, storica dell' arte da tempo impegnata nella catalogazione dell' opera di Balla.
"Villa Borghese era per Balla ciò che la Montaigne Sainte Victoire rappresentava per Paul Cezanne", dice la curatrice, richiamandosi al concetto espresso venti anni fa da Maurizio Fagiolo dell' Arco per presentare una rassegna che a Padova prendeva in esame lo stesso periodo prefuturista dell' artista.
Questa antologica è appunto un omaggio al critico d' arte con cui Gigli ha lavorato per più di dieci anni. Le opere in mostra sono 37, per lo più pastelli "proprio perché Balla fino a dopo la prima guerra mondiale lavora molto sulla carta". Nella prima sala sono affiancati due autoritratti, il primo del 1894, l' altro, del 1909, di grande suggestione. Su una parete campeggia "Cantano i tronchi", uno dei sei pastelli che si pensa siano stati esposti nel 1909 alla mostra degli Amatori e Cultori, tra i quali la "Fontana" acquistata tre anni fa dalla Banca d' Italia da Christie's, quando è ricomparsa sul mercato. Alla serie di vedute si richiamano, più avanti, le grandi foto di Mario Ceppi che ha cercato gli stessi angoli scelti dall' artista. Tra olii e pastelli in lontananza compare il Cupolone qua è la natura la grande protagonista, gli alberi, i campi, resi con una lettura divisionista "come se fosse una lente per indagare, provare e riprovare, scarnire fino all' attrazione".
Nei lavori dedicati a Villa Borghese, Balla attraverso il gesto del pastello colorato e del temperino "costruisce e scalfisce la materia pittorica cromatica fino alla costruzione luminosa e naturalistica dell' intera composizione".
La luce e il movimento - spiega Gigli - "è una ricerca che Balla porta sempre avanti dal primo ritratto in mostra del 1895 all' ultimo del 1953. Poi c'è l' esplosione teorica con il Manifesto del Futurismo ma quello è un retaggio che lui porta con sé. Rimane colpito dall' automobile che corre e nasce la velocità astratta, ma troviamo il movimento e la luce nelle pastellate e nelle sciabolate delle vedute di Villa Borghese qui esposte". Tra i quadri, provenienti per la maggior parte da collezioni private, spiccano due capolavori della collezione della Banca d' Italia e il bellissimo "Maggio", trittico olio su tela del 1906, proveniente dal Palazzo della Consulta, sede della Corte Costituzionale.
"I presidenti mi hanno concesso il prestito di queste opere" osserva Elena Gigli, riferendosi alla assenza di alcune tele che avrebbero completato il panorama dell' attività di Balla in quegli anni, rimaste invece "in musei poco distanti da qui". In mostra sarà proiettato il film di Jack Clemente "Balla e il Futurismo", Leone d'Argento alla Biennale di Venezia del 1972 per i documentari d'arte, che ha per protagoniste le figlie dell' artista, Elica e Luce. La dimora ai bordi di Villa Borghese ospitò la famiglia Balla fino allo sfratto, nel 1929. L' artista si trasferì nell' appartamento in via Oslavia, nel quartiere Prati, dove morì nel 1958. La casa, un gioiello futurista per anni inaccessibile e trascurato, grazie alla Banca d'Italia sta per essere ristrutturata e riaperta al pubblico. 

Le 8 regole del documento mondiale firmato a “ReformBnB”

Un grande dibattito a porte aperte: a New York si è svolta ReformBnB, conferenza internazionale sulle locazioni brevi, a cui ha partecipato Federalberghi, rappresentata dal direttore generale Alessandro Massimo Nucara. Due giorni di intenso lavoro durante i quali sono stati evidenziati i problemi e sono state proposte soluzioni, sulla base delle esperienze sin qui realizzate in tutto il mondo. Il meeting si è chiuso con la sottoscrizione di un documento che invita i governi a regolamentare la materia, sulla base di 8 principi: “Home-sharing significa condividere la propria casa”; “È obbligatorio registrarsi”; “I vicini devono avere voce in capitolo”; “I centri storici devono essere salvaguardati”; “Gli affitti a breve termine devono essere sicuri e accessibili”; “Il rispetto delle normative deve essere monitorato e vincolante”; “Gli host professionisti devono pagare le stesse imposte previste per gli hotel”; “Le piattaforme devono condividere i dati e riscuotere le imposte”.

Locazioni brevi: le norme del Decreto Sicurezza



L’articolo 19 bis del decreto-legge Sicurezza, convertito dalla Camera dei Deputati, ha chiarito inequivocabilmente che l’obbligo di comunicare le generalità degli alloggiati all’autorità di pubblica sicurezza si applica anche in relazione alle cosiddette locazioni brevi. Gli host che non effettueranno la comunicazione saranno sanzionati penalmente con l’arresto sino a tre mesi o con l’ammenda fino a 206 euro. Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, commenta favorevolmente la decisione del Parlamento: “Rende più sicure le nostre città, fornendo alle forze dell’ordine un aiuto per il controllo del territorio e la prevenzione degli atti terroristici”. Nel mese di agosto erano presenti, sulle principali piattaforme online, oltre 400mila alloggi italiani che sfuggono ai controlli. “Confidiamo - prosegue Bocca - che la norma contribuisca ad accrescere la trasparenza del mercato”. 

Le mostre del week end, da Balla a Crepax e Ullrich


VENEZIA - Pittura e fotografia, scultura e fumetto: sono tanti i linguaggi artistici protagonisti delle mostre che si potranno visitare il prossimo weekend.
ROMA - Oltre trenta opere dipinte da Giacomo Balla a Villa Borghese arrivano per la prima volta riunite tutte insieme al Museo Carlo Bilotti, dal 29 novembre al 17 febbraio. Dal titolo "Balla a Villa Borghese" la mostra evidenzia lo studio della luce e del colore da parte dell'artista, in anni in cui ancora non aveva aderito al Futurismo. Si intitola "L'arte di legare" l'originale mostra allestita alla Biblioteca Nazionale dal 28 novembre al 31 marzo: in un percorso cronologico, ma con excursus dedicati a materiali e tipologie, con particolare attenzione alla produzione di ambito romano, il pubblico potrà osservare alcuni dei più interessanti esemplari dell'arte della legatura conservati nella biblioteca.
    VENEZIA - Apre il 1 dicembre alla Fondazione Bevilacqua La Masa la mostra "Chi sono io? Autoritratti, identità, reputazione. Fotografie di Guia Besana, Silvia Camporesi, Anna Di Prospero, Simona Ghizzoni, Moira Ricci". In programma fino al 3 febbraio, l'esposizione presenta una cinquantina di fotografie di cinque affermate fotografe italiane, documentando i temi della loro ricerca (dall'autorappresentazione all'indagine del mondo circostante) e si ispira al libro omonimo firmato da Concita De Gregorio.
    BOLOGNA - Circa 60 opere di provenienza sia pubblica che privata compongono la mostra intitolata "Giovanni Paolo Bedini.
    Il fascino della spensieratezza", dedicata al pittore bolognese vissuto tra '800 e '900. Allestita a Palazzo d'Accursio dal 2 dicembre al 3 febbraio, l'esposizione è la prima grande monografica dedicata a Bedini nella sua città natale e presenta anche lavori di altri artisti contemporanei al pittore.

    CATANZARO - Il Marca Museo delle Arti di Catanzaro accoglie la prima grande antologica dell'artista tedesco Wolfram Ullrich, allestita dal 2 dicembre al 27 gennaio. Il percorso ruota attorno alle astrazioni geometriche tridimensionali dell'artista documentandone la carriera attraverso circa 30 opere, tra cui lavori recenti in acrilico su acciaio e altri pezzi storici.
    BASSANO DEL GRAPPA (Vi) - Si intitola "Valentina. Una vita con Crepax" la mostra con cui i Musei Civici rendono omaggio a uno dei personaggi più affascinanti del mondo dei fumetti e al suo creatore. Allestita dal 1 dicembre al 15 aprile, l'esposizione racconta in modo originale la vita di Crepax focalizzandosi anche sulla sua scelta di rendere le donne protagoniste delle sue storie. Accanto a lui, al centro del percorso anche Valentina, personaggio che con le sue idee e le sue passioni ha molti elementi in comune con le donne reali.
    MILANO - Il monumentale dipinto di Antonio Campi (1524-1587) raffigurante Santa Caterina visitata in carcere dall'imperatrice Faustina sarà eccezionalmente esposto dal 30 novembre al 13 gennaio nel Museo Diocesano Carlo Maria Martini. Il dipinto, realizzato nel 1584 in enormi dimensioni (400x500 cm), è stato recentemente restaurato e poi sarà ricollocato nella chiesa di Santa Maria degli Angeli a Milano, da cui originariamente proviene.
  

  BITONTO (Ba) - Sono organi "disumani" quelli che Sabino de Nichilo propone nella personale "Viscere", dal 1 al 30 dicembre negli spazi del Museo Archeologico Fondazione Depalo-Ungaro. In un dialogo con la collezione antica del museo, le sculture dell'artista, caratterizzate da una volumetria morbida e da colori brillanti di gusto pop, sembrano richiamare cuori, fegati e stomaci, strutture organiche con cui de Nichilo evoca la società dei consumi nelle forme di una vanitas contemporanea.