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In Australia fra migliaia di Cerchi delle fate, l’arcano (svelato) che rende maculate intere praterie

 

Proprio come nel deserto del Namib, anche nell'outback australiano sono stati avvistati i Cerchi delle fate: delle aree di sabbia rossa perfettamente circolari, sparse in mezzo alla vegetazione. Queste formazioni hanno alimentato per secoli leggende e le spiegazioni più disparate: c'è chi li ha paragonati ai cerchi nel grano e pure chi ha puntato il dito contro degli affamati roditori o termiti con la passione per la geometria.

Dopo anni di studi, le teorie più attendibili ora spiegano che questi bizzarri anelli siano creati dalla stessa vegetazione che li circonda, o meglio, dalle loro radici assetate alla ricerca d'acqua. L'ultima ricerca, pubblicata sul Journal of Ecology, rivela come le condizioni del terreno arido nei dintorni di Newman, nell'Australia occidentale, punteggiato da occasionali temporali molto forti, abbiano creato una crosta di argilla che fa defluire l'acqua lungo i bordi, creando un'oasi verde esterna in cui gli arbusti riescono a crescere, lasciando al centro un cerchio arido.

Dove non ci sono piante, gli agenti atmosferici rendono il terreno sempre più inospitale. Mentre dove l'erba è riuscita a crescere, l'umidità aumenta, incrementandone la crescita. «Una ingegneria degli ecosistemi per beneficiare il più possibile dall'acqua, molto limitata in questo ambiente duro», ha scritto l'autore principale dello studio, Stephan Getzin, ecologo dell'Università di Göttingen.

Per confermare questa spiegazione per il bizzarro modello maculato, i ricercatori hanno sorvolato con i droni 1.200 chilometri di praterie in diverse stagioni, monitorando i cambiamenti dei cerchi di sabbia su larga scala in base a piogge e temperature, dimostrando che non c'è nessuna «magia» ad alimentarli, a farli crescere o crearne di nuovi. E anche se gli studi dovranno ancora proseguire, il risultato non cambia: Ricercatori 1, Fate 0.

lastampa.it