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Guarcino. Quel patto tra generazioni che ripopola la Ciociaria. Ecco come funziona

 

«Ci stanno già chiamando da tutta Italia, sia giovani che anziani. Hanno telefonato perfino alla caserma dei carabinieri per avere i nostri contatti. E più di qualcuno è già venuto a vedere il paese, soprattutto da Roma. Come una coppia con un figlio di 24 anni, intenzionata ad aprire un fruttivendolo per il ragazzo».

Mostra evidente soddisfazione Urbano Restante, sindaco di Guarcino, 1.500 abitanti nel cuore della Ciociaria, destinato a diventare il primo borgo d’Italia a misura di anziani e giovani insieme. L’intenzione è di far trasferire qui 200 coppie di pensionati, 80 studenti universitari e 20 tra artigiani e piccoli imprenditori, in un contesto che ha tutte le carte in regola per accogliere un progetto in linea con quanto disposto dalla Commissione Europea e ideato da Alessandro Boccanelli, presidente della Società italiana di cardiologia geriatrica, e dalla onlus 'Salute e società'.

«Lo abbiamo chiamato “Guarcino 2025” perché vogliamo portarlo a compimento da qui a 5 anni, ma in pratica abbiamo già iniziato e l’interesse che ha subito suscitato dimostra che siamo sulla strada giusta», riprende il sindaco, che dà conto di un pool di esperti (medici, architetti, imprenditori, docenti universitari) già al lavoro, dopo un primo incontro tenuto nella sala parrocchiale che il vescovo di Anagni-Alatri, Lorenzo Loppa, ha voluto intitolare al predecessore Luigi Belloli.

A Guarcino gli ospiti troveranno decine di abitazioni del centro storico, ora chiuse o occupate solo in estate dagli emigrati oltre Oceano oramai alla terza generazione. Un patrimonio immobiliare da sistemare con interventi di social housing, accompagnati da mobilità alternativa e turismo sostenibile. D’altro canto questo borgo si trova appollaiato a 625 metri di altezza, lungo la strada che porta alla stazione sciistica di Campo Catino, in una zona ricca di fonti naturali, con acque imbottigliate in loco e tra le preferite dai giapponesi, oltre a dare energia ad una cartiera tecnologicamente avanzata e che le stesse acque le restituisce al territorio depurate e filtrate.

Il paese vanta altri piccoli tesori, come l’Osservatorio astronomico che proprio in questi giorni si è messo in evidenza per la scoperta di una nuova categoria di esopianeti. Per non parlare poi delle testimonianze religiose: Benedetto da Norcia passò da qui mentre raggiungeva Montecassino (e “Il cammino di Benedetto” è un’altra risorsa turistica), mentre l’eremita Agnello, poi santo e patrono del paese, visse per sette anni nelle grotte attorno.

«Oggi possono essere realizzati “borghi ideali” puntando a socialità e sostenibilità – dichiara Alessandro Boccanelli –. E da Guarcino si sperimenta un nuovo percorso di “borgo smart”.

L’idea è quella di creare una sorta di alleanza intergenerazionale, con nuove opportunità di lavoro per i giovani, mentre gli anziani possono vivere in un ambiente salubre con servizi in comune e un’assistenza continua». Passeranno da qui anche l’infermiere di prossimità e percorsi di telemedicina.

Guarcino vuole diventare un esempio anche per i borghi a rischio spopolamento: «Nei prossimi giorni avremo la fibra ottica – riprende il primo cittadino – anche perché almeno il 2021 potremmo così dedicarlo allo smart working dei giovani». E magari a uno di loro verrà consegnata anche l’edicola del paese: la signora Luciana, dopo 60 anni a vendere giornali, nei mesi scorsi ha tirato giù la serranda «ma adesso – conclude il sindaco Restante – faremo un bando per riaprirla anche come infopoint turistico, con un caratteristico chalet in legno. Il biglietto da visita di un paese può essere anche questo».

Avvenire

Cammini e mete 'bike friendly', l'Abruzzo al TTG di Rimini

 

PESCARA - L'Abruzzo dei 'Cammini', gli itinerari 'bike friendly' e 'trekking friendly', il turismo attivo: saranno i temi al centro degli incontri che il Dipartimento Sviluppo Economico - Turismo della Regione avrà al TTG Travel Experience, il marketplace del turismo in Italia, a Rimini dal 14 al 16 ottobre 2020. E le trattative non si limiteranno ai tre giorni in presenza: per i successivi dieci giorni sono già in agenda, organizzati dalla Pmc (product management company), 40 incontri in videoconferenza che le Dmc (destination management company) gestiranno con i tour operator.
    "Dopo un'estate che ha visto una crescita del 15% delle presenze, un dato ancora provvisorio, ma decisamente soddisfacente - osserva Germano De Sanctis, direttore del Dipartimento - dobbiamo pensare ai prodotti da offrire rimodulandoli sui concetti di vacanza attiva e sostenibile, che d'altra parte è un punto di forza dell"Abruzzo, proprio perché in linea con le tendenze del turismo in epoca Covid". Per sostenere la rete di strutture 'bike friendly' - che hanno aderito al progetto presentato dalla Regione alla BIT di Milano - si stanno promuovendo le ciclovie percorribili con le 'gravel', a metà tra mountain bike e bici da strada. "Stiamo realizzando una App - spiega De Sanctis - che consentirà al turista di viaggiare in bici conoscendo nei dettagli l'itinerario, comprese le bellezze monumentali e naturali che si incontrano e i servizi a disposizione. Poi ci sono i 'Cammini', che uniscono religione e trekking; il nostro Ufficio Politiche Turistiche sta provvedendo a mappare meglio quello della Pace, quello di San Tommaso, quello del Morrone legato alla Perdonanza, che con l'edizione di quest'anno, durante il Covid, è stato un prototipo. Gli eventi legati alla prossima Settimana Santa, ad esempio, non potranno essere come quelli ante Covid.
    In questo senso abbiamo tante associazioni che già promuovono giri a piedi; lungo gli itinerari si incontrano tanti paesini di montagna che nell'estate 2020 sono stati riscoperti e che ci hanno consentito anche di puntare, per le prossime stagioni, su pacchetti che propongono il weekend lungo, ideale per chi arriva da Roma e da Napoli. Proprio per sostenere le imprese dell'entroterra, sulla base del Recovery Fund stiamo lavorando a un bando da 20 milioni". E per l'entroterra le aree sosta camper sono state individuate come soluzione ideale per compensare la ridotta ricettività alberghiera.
    "Andiamo al TTG con dati fortemente positivi, i primi numeri arrivati da Unioncamere parlano di un +15% per la stagione estiva appena trascorsa, ma sicuramente lo abbiamo superato. E' un dato da spalmare su costa, colline, montagne e borghi - commenta l'assessore regionale al Turismo Mauro Febbo - Unico dato leggermente negativo è quello della costa teramana, perché normalmente frequentata da turismo estero e dal nord Italia, fermato dall'emergenza sanitaria. Al TTG - prosegue - proponiamo tutto ciò su cui abbiamo puntato negli ultimi due anni: turismo lento, regione dei parchi, percorsi cicloturistici, i 'cammini', il tutto accompagnato dall'enogastronomia" (www.abruzzoturismo.it/it/vacanza-attiva).

    Al TTG la Regione Abruzzo sarà presente anche nello stand di Legambiente con i progetti 'Art Bike & Run' e 'TrabocchiMob': si potrà simulare una pedalata nella natura d'Abruzzo grazie a due bike installate davanti a monitor che proietteranno immagini, realizzate per l'occasione, del percorso su alcuni tratti della Via Verde e del territorio ciclabile adiacente. Nello stand della Regione Abruzzo, insieme con Pmc e Dmc, domineranno i due marchi che riassumono le linee di indirizzo, "Active&sustainable Tourism" e "Abruzzo Bike Friendly". 

ansa

Ville e castelli, nasce l'Osservatorio dimore storiche

 

Ville, masserie, castelli, palazzi nobiliari: sono oltre 9.400 in Italia le dimore storiche, un patrimonio privato che ogni anno accoglie 45 milioni di visitatori contro i 49 dei musei pubblici. A tracciare la fotografia del settore è uno studio condotto dall'Osservatorio del Patrimonio culturale privato, nato dalla collaborazione fra l'Associazione Dimore Storiche Italiane (ADSI) e la Fondazione Bruno Visentini, con il coinvolgimento di Confagricoltura e Confedilizia, e grazie al supporto di Banca Consulia, presentato oggi al ministero dei beni culturali e turismo .

Dal ministro Franceschini un videomessaggio: "È doveroso superare ogni distinzione tra patrimonio culturale pubblico e privato" , ha detto , " insieme costituiscono la nostra identità e contribuiscono all'attrattività del Paese" .Il settore delle dimore storiche, sottolineano dall'Osservatorio, "è da sempre anche un volano per l'economia dei territori, in particolare al di fuori dei grandi centri abitati". Il 54 per cento di questi immobili, si precisa infatti nel rapporto, si trova in Comuni con meno di 20.000 abitanti e, nel 29% dei casi, addirittura sotto i 5.000 residenti. "Secondo le stime più prudenziali, ogni euro investito nelle dimore storiche determina benefici almeno doppi per l'economia dei luoghi nei quali sorgono", fa notare il presidente dell'Adsi Giacomo di Thiene. Anche qui però la pandemia ha avuto risvolti pesanti : per quelle dimore che contano almeno una attività produttiva al loro interno, stimano i ricercatori, "la perdita economica si aggira intorno agli 1,8 miliardi di euro, con circa 30.000 posti di lavoro a rischio".

Il settore più colpito è quello vitivinicolo (con perdite di circa un miliardo di euro), seguito da quello degli eventi (meno 278 milioni di euro) e dalle visite guidate (meno 268 milioni di euro). Dati, viene sottolineato, che non comprendono le perdite dell'indotto. Il neonato Osservatorio punta quindi ad "aiutare le istituzioni a comprendere cosa potrebbe significare dal punto di vista culturale, sociale ed anche economico una concreta politica su questo patrimonio".

Una sezione dello studio è dedicata alle proposte di misure normative e fiscali a sostegno di questo patrimonio. Franceschini è solidale: "gli stranieri che vengono in Italia vogliono vivere un'autentica esperienza di vita, immergersi nelle nostre abitudini e consuetudini. Per questo è importante conservare al meglio le dimore storiche e custodirne la vitalità. Il ministero sarà con voi".

Ansa

Il circo di Dubuffet debutta alla galleria Pace di New York scultura-piazza apre l'universo del padre dell'Art Brut

 

ansa

NEW YORK - Una monumentale scultura, ma anche una piazza, e dalle strade di Chelsea a Manhattan il visitatore entra nell'universo alternativo dell'artista. "Le Cirque" di Jean Dubuffet occupa fino al 24 ottobre l'intero primo piano della nuova sede della galleria Pace: un ambiente abitabile che suggerisce uno spazio urbano, parte di una serie che il padre dell'Art Brut creò tra fine anni '60 e inizi anni '70 come modelli per essere ulteriormente trasformati in spazi architettonici.

"Le Cirque" del 1970 è uno degli ultimi esempi realizzato in scala eroica e viene esposto da Pace per la prima volta in vista di una grande mostra in febbraio al Barbican di Londra: la prima in 50 anni nel Regno Unito su 40 anni di carriera dell'artista. L'opera segna un momento cruciale nella produzione di Debuffet, arrivando verso la fine del ciclo Hourloupe, il più lungo e prolifico nella vita dell'artista, cominciato con disegni e dipinti a cui poi Debuffet "diede vita" espandendone la presenza spaziale e concluso con la performance "Coucou Bazar" di ispirazione surrealista realizzata nel 1973 per la retrospettiva al Guggenheim.

Il modello originale di "Le Cirque" fu creato poco dopo la seconda personale di Dubuffet da Pace nel 1970 che segnò anche il debutto di una serie di nuove sculture in bianco e nero intitolate "Simulacri". La prima mostra Dubuffet da Pace era stata due anni prima, dopo che il fondatore della galleria allora agli esordi Arne Glimcher aveva incontrato l'artista in un caffè parigino e aveva cominciato a collaborare con lui.

In una lettera a Glimcher, Dubuffet collegò direttamente la "linea meandrica, ininterrotta e risolutamente uniforme" delle sculture ai dipinti Hourloupe degli anni precedenti. Usando lo stesso linguaggio di forme lineari in bianco e nero, il modello per "Le Cirque" immagina un ambiente monumentale che immerge il visitatore in quello che l'artista definì "un universo continuo e indifferenziato".

Influenzato profondamente dal panorama urbano della Parigi del dopo-guerra, "Le Cirque" registra il frenetico movimento del traffico e dei corpi come stabilito nel periodo "Paris Circus" (1961-1962). Lavorando nel suo studio di Périgny-sur-Yerres, Dubuffet determinò la forma finale di "Le Cirque" manipolando cinque distinte unita' usate per la scultura su grande scala "Eléments d'architecture contorsionniste". Ricombinando questi elementi, "si forma un ambiente", spiega l'artista, "che consiste in elaborazioni mentali e conseguentemente un nuovo tipo di architettura fatta di allusioni e evocazioni che appartengono alla spera mentale più che a quella fisica" in cui lo spettatore diventa un surrogato per le irrequiete figure dell'artista.