Sono stati identificati in Italia 171 incubatori e acceleratori. Quasi il 60% si
trova in Italia Settentrionale. La Lombardia è la regione che ospita il maggior
numero di incubatori, con il 25,3% del totale, seguita dall’Emilia Romagna, con
il 10,6%, e la Toscana con l’8,8%. L’area meridionale, quella insulare ed i
territori del Nord-Est rappresentano le zone in cui vi è il minor numero di
incubatori. Per quanto riguarda la natura giuridica il 64,2% è di natura
privata, il 13,9% ha natura pubblica e il 21% ha natura ibrida.
Sono
questi alcuni dei dati evidenziati dal Report sull’impatto degli incubatori e
acceleratori italiani, presentato oggi a Milano presso l’incubatore Make a
Cube3.
Si tratta di una analisi sviluppata dal team di ricercatori Social Innovation Monitor (SIM) con base al Politecnico di Torino, in collaborazione con Italia StartUp e con il supporto di Banca Etica, Compagnia di San Paolo, Impact Hub Milano, Instilla, IREN, Make a Cube3, SocialFare e Social Innovation Teams (SIT).
Si tratta di una analisi sviluppata dal team di ricercatori Social Innovation Monitor (SIM) con base al Politecnico di Torino, in collaborazione con Italia StartUp e con il supporto di Banca Etica, Compagnia di San Paolo, Impact Hub Milano, Instilla, IREN, Make a Cube3, SocialFare e Social Innovation Teams (SIT).
La
ricerca è stata basata sull’identificazione e poi il coinvolgimento (survey)
degli incubatori e acceleratori italiani e l’utilizzo di database come quello
dei bilanci delle imprese e quello delle startup innovative.
Lo
studio ha realizzato, per il secondo anno, una mappatura aggiornata a livello
nazionale delle attività di incubazione e di accelerazione di startup,
evidenziando modelli di business, peculiarità, servizi offerti e le differenze
tra le diverse tipologie di incubatori/acceleratori.
Come
sottolineato dal Prof. Paolo Landoni del Politecnico di Torino, direttore
scientifico della ricerca, “emerge un quadro molto diversificato e in
evoluzione. Aumenta l’attenzione alle imprese a significativo impatto sociale e
aumentano gli incubatori che affiancano alle proprie attività tipiche attività
di selezione e investimento nell’equity delle startup. Investimenti importanti,
perché in una fase seed molto rischiosa a cui non sono interessati altri
investitori.”
Infatti
sono 275 le startup, iscritte al registro delle imprese entro
il 31/12/2017, per le quali risulta una partecipazione azionaria da parte di
incubatori e acceleratori italiani. E gli incubatori e gli acceleratori si
confermano attenti alle primissime fasi di sviluppo dei progetti
imprenditoriali: 3 su 10 dei soggetti da loro accelerati sono team
imprenditoriali che non hanno ancora costituto la propria impresa e sono 205
(sulle 275 di cui sopra) le imprese per le quali gli incubatori e gli
acceleratori sono tra i fondatori.
“Il
report di quest’anno, giunto alla seconda edizione – ha commentato
Giovanni De Lisi, Vice Presidente di Italia Startup,
l’Associazione italiana delle startup – “arriva in un momento quanto mai
opportuno per l’Associazione e per l’ecosistema startup italiano, perché
accompagna il percorso del neo costituito tavolo associativo dedicato
ai centri di innovazione italiani e perché fornisce elementi a supporto del
Legislatore, avendo riscontrato che c’è la volontà politica di sostenere anche
la fase pre-seed e seed delle startup innovative italiane”
Più
della metà degli incubatori ha supportato organizzazioni a significativo impatto
sociale. Interessante notare le differenze rispetto all’anno passato per quanto
riguarda l’analisi dei settori di appartenenza. Mentre dodici mesi fa quello più
rappresentato era quello legato alla cultura, alle arti e
all’artigianato, ora questo settore si trova al secondo posto, è stato
superato da quello della salute e del benessere che ha toccato
quota 21,4% sul totale.
Per
quanto riguarda il fatturato, in media gli incubatori italiani nel 2017 hanno
avuto un fatturato di 1,30 Milioni di euro. La stima del Fatturato totale degli
incubatori italiani del 2017 è di 222 Milioni di Euro, in crescita rispetto allo
scorso anno.
Un altro
dato rilevante che emerge è la dislocazione geografica delle start up incubate
nel 2017. Più del 70% si trova in Italia settentrionale, in particolare circa il
55% nelle regioni del Nord Ovest. La Lombardia è la regione in cui si è
costituito il maggior numero di startup incubate, il 30,2% del totale, seguita
dal Piemonte (23,2%) e dalla Toscana (10,7%). L’area meridionale e insulare
rappresenta la zona in cui il numero di startup incubate è minore (4,4%)
.
La ricerca stima che nel 2017 siano
stati incubati 1344 team imprenditoriali e 2435 startup.
Quest’anno il Rapporto Completo
contiene anche quattro approfondimenti specifici:
- sugli Incubatori certificati (e le differenze di questi
incubatori rispetto agli altri incubatori)
- sui programmi di Corporate incubation (e le imprese che li
promuovo)
- sugli Incubatori quotati
- e sugli Incubatori che investono in startup innovative italiane (sulla base delle analisi dei bilanci delle imprese presenti nel database delle startup innovative italiane)
fonte: comunicato stampa
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