Dagli studi alle idee imprenditoriali per tornare a far rivivere le terre «marginali» ma ricche di tradizioni e di desiderio di riscatto. Saranno 15 giovani aspiranti imprenditori - con meno di 35 anni - i protagonisti a Premia della seconda edizione di «ReStartAlp», la fabbrica della creatività promossa da Fondazione Garrone e Fondazione Cariplo. Una scommessa nata lo scorso anno, quella di portare il campus dagli Appennini, dove è nato, alle Alpi. C’è tempo fino al 21 aprile per inviare la propria candidatura (insieme all’idea che si vuole realizzare) per partecipare gratuitamente al campus che mette in palio riconoscimenti per un totale di 60 mila euro ai tre progetti in grado di prendere avvio nella filiera produttiva alpina.
Presentazione mercoledì
Il progetto sarà presentato mercoledì alle 10,30 a Villa Fedora a Baveno. Dalla coltivazione di stelle alpine per estrarne il prezioso olio, all’avvio di reti di teleriscaldamento a biomassa, fino al recupero delle ex stazioni ferroviarie per attività di bike sharing. Sono alcune delle idee dei ragazzi che nel 2016 hanno partecipato alla prima edizione di «ReStartAlp», che saranno premiati il 24 marzo a Milano. Riconfermata Premia come sede dell’attività di formazione che partirà il 26 giugno e durerà dieci settimane. «E’ un’idea che funziona - spiega Francesca Campora, direttore generale della Fondazione Garrone - tra i partecipanti al campus dell’Appennino nove di loro fatturano già nella propria impresa. È un successo che siamo certi sarà replicato anche per i ragazzi del campus sulle Alpi. Motivazione e competenza sono due componenti fondamentali».
Il progetto è supportato anche da Fondazione Cariplo. «Il nostro interesse è volto anche alle aree interne, quelle più marginali per rivitalizzare le tradizioni e dare un impulso al loro rilancio - spiega Valeria Garibaldi, vice direttore area ambiente della Fondazione Cariplo -. I progetti di “ReStartAlp” si focalizzano soprattutto sull’agricoltura, l’allevamento e la filiera agroalimentare a loro collegata. Senza dimenticare l’artigianato, il turismo e la cultura».
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