IN OCCASIONE DELLA “GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA” IL C.A.I. EVIDENZIA L’IMPORTANTE E CRESCENTE PRESENZA FEMMINILE NEL SODALIZIO
La Giornata Internazionale della Donna dell’8 marzo è un’occasione per il Club alpino italiano per evidenziare, con alcuni dati, la consistente presenza di Socie e la loro importanza.
È donna oltre un terzo degli iscritti al Club alpino italiano: 110.127 su un totale di 311.134 soci (dato aggiornato al 31 dicembre 2016). Dunque il 35% del totale.
Le regioni con più Socie in termini assoluti sono Lombardia con 28.868 su un totale di 85.982 iscritti (34% del totale), Veneto con 18.376 su 51.865 (35%) e Piemonte con 18.094 su 50.199 (36%).
Le regioni con più Socie in termini percentuali sul totale sono Campania (sono donne il 44% degli iscritti), Sardegna (42%), Alto Adige e Umbria (in entrambe il 41%).
Le regioni con più Socie in termini percentuali sul totale sono Campania (sono donne il 44% degli iscritti), Sardegna (42%), Alto Adige e Umbria (in entrambe il 41%).
UN PO’ DI STORIA
Nel 1863, anno della sua fondazione, il CAI era un’associazione esclusivamente maschile e solo agli albori del 1900, comunque in anticipo rispetto alla società civile, sono state ammesse anche le donne.
Ben più lungo, però, è stato il tempo necessario perché, anche nel mondo degli alpinisti e dei frequentatori della montagna facessero, e non senza fatica, il loro ingresso figure di donne scalatrici. Ricordiamo, sul finire dell’Ottocento, la protoalpinista Alessandra Boarelli; nel primo periodo del Novecento Irene Pigatti; agli inizi degli anni Sessanta Silvia Metzeltin e Teresina Airoldi, per arrivare alle Nives Meroi dei nostri tempi: tutte donne che, nel variare dei tempi, hanno espresso elevate capacità alpinistiche e umane.
Da molti anni il Direttore del CAI è una donna: Andreina Maggiore ricopre questa posizione dal dicembre 2010. Prima di lei Paola Peila, in carica per dieci anni, dall’ottobre 2010.
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