E' una domenica di paura, condizionata dal terremoto. Dopo la scossa di magnitudo 6.5 delle 7.40, con epicentro a 6 chilometri da Norcia, la terra è tornata a tremare alle 11.49. Questa volta l'epicentro è nel cuore della pianura romagnola, tra Forlì e Cesena. L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha registrato il nucleo del terremoto a quattro chilometri da Cesena e a 9 da Forlimpopoli e Bertinoro, con una profondità di 36 chilometri. La magnitudo è stata di 3.7 Richter. Una lunga serie di terremoti che sta mettendo a dura prova i nervi della popolazione. Ci sono state telefonate al 115, ma non si registrano danni a cose o persone. Nel frattempo dal comando provinciale di Forlì-Cesena è partita una colonna mobile per il Centro Italia.
Uno studio sulla microzonazione sismica realizzato dal Servizio geologico della Regione nel 2012 aveva evidenziato come la zona di maggiore sismicita’ in Emilia-Romagna è quella dell’Appennino forlivese che, nel contesto italiano, "puo’ essere considerato a sismicita’ medio-alta". "Il territorio montano forlivese in passato è stato soggetto a scosse che hanno raggiunto anche il nono grado della scala Mercalli - si legge nello studio - con una magnitudo stimata di poco inferiore a sei. La zona, comunque, è interessata più di frequente da terremoti di minore energia, con magnitudo tra 4,5 e 5. L’alto Appennino romagnolo, inoltre, "puo’ risentire della sismicità della zona del Mugello, dalla quale possono originarsi terremoti di magnitudo superiore a sei e capaci di produrre danni anche a notevole distanza". I principali terremoti di questa area sembrano tra l’altro avere origine locale: “la sismicità dell’area è dovuta soprattutto all’attività di faglie comprese nei primi 25 chilometri di profondità".
forlitoday
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