ENIT parteciperà per il terzo anno alla fiera National Wedding Show. Quest’anno
lo stand sarà condiviso con 5 regioni: Friuli Venezia Giulia, Lazio,
Abruzzo, Marche e Umbria. Tra le attività collaterali, oltre alla
sponsorizzazione dei treni DLR e del centro fieristico Excel, ci saranno anche
eventi di networking con operatori e giornalisti del settore.
L’Italia è prima destinazione internazionale per i matrimoni dei britannici.
Così ENIT ha iniziato una campagna pubblicitaria in occasione della fiera
National Wedding Show (a cui prenderanno parte 5 regioni: Abruzzo, FVG, Marche,
Umbria, Lazio). La campagna, dal 25 marzo al 21 aprile, coinvolge i treni DLR di
Londra che collegano la City con l’Excel e tutto l’est della città, incluso
l’aeroporto London
City.
fonte Enit - segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone Turismo Culturale
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Enit / FIERA NATIONAL WEDDING SHOW in UK e CAMPAGNA DLR
Enit in Portogallo
ENIT Lisbona ha recentemente contribuito
all’organizzazione del workshop “BMT - Borsa Mediterranea del Turismo” tenutosi
a Napoli dal 22 al 24 marzo 2019 coinvolgendo tour operator portoghesi: Pinto
Lopes Viagens, Viagens Abreu S.A. e Fundação Inatel, che hanno approfondito la
conoscenza del territorio italiano attraverso la partecipazione agli Eductur
svoltisi in Campania e in Toscana. Inoltre è stata avviata la promozione della
“Borsa del Turismo delle 100 Città d’Arte” che si terrà a Bologna dal 30 maggio
al 5 giugno 2019 e che prevede un Educational Tour in Emilia Romagna, cui
prenderà parte il Tour Operator Fátima Caminhos.
fonte: Enit - segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone Turismo Culturale
Report 2018 sull’impatto degli incubatori e acceleratori italiani
Sono stati identificati in Italia 171 incubatori e acceleratori. Quasi il 60% si
trova in Italia Settentrionale. La Lombardia è la regione che ospita il maggior
numero di incubatori, con il 25,3% del totale, seguita dall’Emilia Romagna, con
il 10,6%, e la Toscana con l’8,8%. L’area meridionale, quella insulare ed i
territori del Nord-Est rappresentano le zone in cui vi è il minor numero di
incubatori. Per quanto riguarda la natura giuridica il 64,2% è di natura
privata, il 13,9% ha natura pubblica e il 21% ha natura ibrida.
Sono
questi alcuni dei dati evidenziati dal Report sull’impatto degli incubatori e
acceleratori italiani, presentato oggi a Milano presso l’incubatore Make a
Cube3.
Si tratta di una analisi sviluppata dal team di ricercatori Social Innovation Monitor (SIM) con base al Politecnico di Torino, in collaborazione con Italia StartUp e con il supporto di Banca Etica, Compagnia di San Paolo, Impact Hub Milano, Instilla, IREN, Make a Cube3, SocialFare e Social Innovation Teams (SIT).
Si tratta di una analisi sviluppata dal team di ricercatori Social Innovation Monitor (SIM) con base al Politecnico di Torino, in collaborazione con Italia StartUp e con il supporto di Banca Etica, Compagnia di San Paolo, Impact Hub Milano, Instilla, IREN, Make a Cube3, SocialFare e Social Innovation Teams (SIT).
La
ricerca è stata basata sull’identificazione e poi il coinvolgimento (survey)
degli incubatori e acceleratori italiani e l’utilizzo di database come quello
dei bilanci delle imprese e quello delle startup innovative.
Lo
studio ha realizzato, per il secondo anno, una mappatura aggiornata a livello
nazionale delle attività di incubazione e di accelerazione di startup,
evidenziando modelli di business, peculiarità, servizi offerti e le differenze
tra le diverse tipologie di incubatori/acceleratori.
Come
sottolineato dal Prof. Paolo Landoni del Politecnico di Torino, direttore
scientifico della ricerca, “emerge un quadro molto diversificato e in
evoluzione. Aumenta l’attenzione alle imprese a significativo impatto sociale e
aumentano gli incubatori che affiancano alle proprie attività tipiche attività
di selezione e investimento nell’equity delle startup. Investimenti importanti,
perché in una fase seed molto rischiosa a cui non sono interessati altri
investitori.”
Infatti
sono 275 le startup, iscritte al registro delle imprese entro
il 31/12/2017, per le quali risulta una partecipazione azionaria da parte di
incubatori e acceleratori italiani. E gli incubatori e gli acceleratori si
confermano attenti alle primissime fasi di sviluppo dei progetti
imprenditoriali: 3 su 10 dei soggetti da loro accelerati sono team
imprenditoriali che non hanno ancora costituto la propria impresa e sono 205
(sulle 275 di cui sopra) le imprese per le quali gli incubatori e gli
acceleratori sono tra i fondatori.
“Il
report di quest’anno, giunto alla seconda edizione – ha commentato
Giovanni De Lisi, Vice Presidente di Italia Startup,
l’Associazione italiana delle startup – “arriva in un momento quanto mai
opportuno per l’Associazione e per l’ecosistema startup italiano, perché
accompagna il percorso del neo costituito tavolo associativo dedicato
ai centri di innovazione italiani e perché fornisce elementi a supporto del
Legislatore, avendo riscontrato che c’è la volontà politica di sostenere anche
la fase pre-seed e seed delle startup innovative italiane”
Più
della metà degli incubatori ha supportato organizzazioni a significativo impatto
sociale. Interessante notare le differenze rispetto all’anno passato per quanto
riguarda l’analisi dei settori di appartenenza. Mentre dodici mesi fa quello più
rappresentato era quello legato alla cultura, alle arti e
all’artigianato, ora questo settore si trova al secondo posto, è stato
superato da quello della salute e del benessere che ha toccato
quota 21,4% sul totale.
Per
quanto riguarda il fatturato, in media gli incubatori italiani nel 2017 hanno
avuto un fatturato di 1,30 Milioni di euro. La stima del Fatturato totale degli
incubatori italiani del 2017 è di 222 Milioni di Euro, in crescita rispetto allo
scorso anno.
Un altro
dato rilevante che emerge è la dislocazione geografica delle start up incubate
nel 2017. Più del 70% si trova in Italia settentrionale, in particolare circa il
55% nelle regioni del Nord Ovest. La Lombardia è la regione in cui si è
costituito il maggior numero di startup incubate, il 30,2% del totale, seguita
dal Piemonte (23,2%) e dalla Toscana (10,7%). L’area meridionale e insulare
rappresenta la zona in cui il numero di startup incubate è minore (4,4%)
.
La ricerca stima che nel 2017 siano
stati incubati 1344 team imprenditoriali e 2435 startup.
Quest’anno il Rapporto Completo
contiene anche quattro approfondimenti specifici:
- sugli Incubatori certificati (e le differenze di questi
incubatori rispetto agli altri incubatori)
- sui programmi di Corporate incubation (e le imprese che li
promuovo)
- sugli Incubatori quotati
- e sugli Incubatori che investono in startup innovative italiane (sulla base delle analisi dei bilanci delle imprese presenti nel database delle startup innovative italiane)
fonte: comunicato stampa
Siti Unesco, nasce Patrimoni del Sud
Il Progetto Rete Siti
Unesco – al via da aprile 2016, con iniziative ed eventi che hanno coinvolto
cinque regioni del Sud Italia (Basilicata, Campania, Puglia,
Sardegna, Sicilia) che ospitano almeno un sito Unesco - si apre a nuove
prospettive.
Tutte le novità sono state
illustrate in un incontro con la stampa, questa mattina, nella Sala del
Consiglio della Città Metropolitana di Bari (Lungomare Nazario Sauro, 29). Hanno
partecipato: Giuseppe Canfora,
Presidente dell’Associazione Province Unesco Sud Italia, Francesca Pietroforte, Consigliere con delega ai beni culturali della Città Metropolitana di
Bari e Vicepresidente dell’Associazione Province Unesco Sud Italia,
Piero Marrese, Presidente della Provincia di Matera, Nicola Giorgino, Presidente della
Provincia BAT, Ciro
Castaldo, Referente Provincia di Salerno
del progetto Rete Siti Unesco, Elisabetta
Gabrielli, project leader progetto Rete
Siti Unesco, Alfonso
Marrazzo, Segretario Generale della
Provincia di Matera capofila del progetto Rete Siti Unesco, Francesco Paolo Salcuni, Presidente Circolo Legambiente “FestambienteSud”,
componente del Cts per l’ambito 3, Filippo Spallina, Responsabile Attività Operative Comunicazione e Disseminazione del
Progetto Rete Siti Unesco.
Con l’occasione è stata presentata
la nuova denominazione e il nuovo assetto partecipativo
dell’Associazione Province Unesco Sud Italia, che si chiamerà Patrimoni del
Sud.
“Il nuovo statuto
– ha affermato
Giuseppe Canfora - consentirà di poter ricomprendere tra gli associati anche enti che non
necessariamente debbano avere sul loro territorio un sito Unesco e che comunque intendano operare in ambito culturale e
turistico per promuovere i patrimoni culturali, monumentali, archeologici,
naturali, paesaggistici e ambientali del Mezzogiorno
d’Italia”.
Nata come associazione di Province, oggi,
possono aderirvi anche i Comuni, Unioni di Comuni, Distretti Turistici,
Fondazioni, Università, oltre che altre Province, Città Metropolitane, Liberi
Consorzi Comunali associazioni degli enti suddetti. Rimane confermata la sua
missione ovvero lo sviluppo turistico e la sostenibilità nella fruizione dei
beni culturali attraverso la costruzione di una rete interregionale dei
patrimoni del Sud Italia.
“L'associazione Rete siti Unesco – ha
sottolineato Francesca Pietroforte - si allarga per accogliere
anche siti di interesse artistico e culturale non necessariamente UNESCO,
affinché il percorso già intrapreso possa rendere partecipi più Città
metropolitane, Province e Comuni del Sud Italia. L'iniziativa, quindi, si
propone di promuovere il Sud a partire proprio dal Sud. È questa la novità. Non
vi sono associazioni che mettono in rete tutto il patrimonio del Mezzogiorno d'
Italia, motivo per cui il progetto è finanziato da fondi ministeriali
posizionandosi al settimo posto tra più di quattrocento
proposte”.
“ Progetti importanti come questo – ha
aggiunto Nicola Giorgino - servono per fare rete tra territori
ricchi di saperi e sapori. Si è data la possibilità a tante realtà del Sud di
entrare in relazione tra di loro. Si tratta di una riuscita e proficua
connessione di valorizzazione culturale che va avanti e sono certo verrà
ulteriormente arricchita da ulteriori iniziative”.
“Siamo in prima linea- ha ribadito Piero
Marrese - nel sostenere questa iniziativa che ci vede protagonisti
insieme ad altre Province del Sud Italia con l’obiettivo dare più forza ai siti
Unesco che, insieme, rappresentano un grande valore aggiunto da poter spendere a
livello culturale e turistico. Noi stiamo vivendo questo momento con Matera
capitale della cultura, ma all’interno di questo obiettivo c’è la volontà di
coinvolgere tutto il territorio della provincia in modo tale da poter interagire
e far in modo di avere flussi destagionalizzati tutto l’anno”.
Nel corso della conferenza stampa,
inoltre, sono stati presentati i nuovi prodotti di comunicazione e di
divulgazione del progetto “Rete
Siti Unesco” promosso da 15
enti locali del Meridione, finanziato dal
Ministero per i beni e le attività culturali e ideato dall’Associazione
Patrimoni del Sud, quali: il video sui siti Unesco e territori di progetto (con
l’artista Massimo Lopez come testimonial), un viaggio tra 14 siti Unesco del
Meridione e tra gli altri Patrimoni del Sud; l’applicazione scaricabile su
smartphone per accedere alle informazioni sui patrimoni culturali della rete e
alla virtual card.
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