La mostra a Roma. Nel disegno di Van Gogh il grembo del colore
Sotto l’esplosione di luce degli ultimi anni si nasconde la terra dei contadini della prima opera grafica. Due momenti di una stessa ricerca interiore Vincent Van Gogh, “Autoritratto”, 1887 (particolare) - © Kröller-Müller Museum, Otterlo, The Netherlands Avvenire A un certo punto mi ero stancato di Van Gogh, del suo mito di folle- veggente e del mercimonio che si era sviluppato fra anni 80 e 90 attorno alla sua opera, con mostre che nascevano come funghi per catturare decine, centinaia di migliaia di spettatori disposti a fare file alle biglietterie per ore e ore. Van Gogh insidiava questo primato a un altro gigante, anche lui se non folle certo déraciné, Caravaggio. Il mito di quest’ultimo, il “pittore maledetto” come piace tuttora ai sostenitori della vulgata romanzesca, regge bene il passare del tempo, ma in occasione dell’ultima mostra tenutasi a Palazzo Reale pochi anni fa, avevo invocato una sorta di moratoria. Speranza vana, ovviamente, anche se da...