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Dolcezza e la Malinconia della Tradizione Arbëreshë e dell'Albania ... I fiori e "Lule Lule"...

Fiori ricchi 
come i valori
ricordi di viaggi 
come miraggi
attraversano gli occhi
flebili come rintocchi
di musiche e canti
mi portano avanti
alla ricerca
d'una dimora parca
dove passare
sere d'amare...
(di Giuseppe Serrone - diritti riservati)


Da anni con mio marito siamo impegnati nel tentatico di valorizzare il Turismo Culturale e le tradizioni. Oggi abbiamo scelto diproporre nel blog che curiamo "Blog Expo" un bellissimo canto... (Albana Ruci e Giuseppe Serrone)

 “Lule Lule” è un brano che porta con sé tutta la Dolcezza e la Malinconia della Tradizione Arbëreshë e dell'Albania, un ponte tra passato e presente che risveglia un forte senso di appartenenza. Le interpretazioni in basso valorizzano la Cultura, una Lingua e una Musica che parlano di Radici, di Amore e di Ricordi. Non poteva essere altrimenti!!
Le Mirabili Interpretazioni, hanno dato Anima e Cuore a questa Performance, riuscendo a trasmettere tutta la profondità emotiva di “Lule Lule”. 

Il testo: 
Lule lule
Ku vate moti
Oj ç'ish nje here
çe u e ti vashe
Dushime shume mire

Ku vate moti
Qe nde tru me mbanje
E se disnje nga malli
Nj'ore çe menge me shinje

(refren)
E lule-lu
E lule-lule, mace-mace
E un prer ty
E u per ty dal pak

E dale pak
E dale pak
E dale pak a eshte e vertete
Se zemra im
Se zemra im
Se zemra ime je ti vete

 

Turismo, Italia numero uno in Europa per sicurezza e reputazione

Passeggiate serene, accoglienza unica e non solo: il Belpaese si distingue in Europa tra i turisti di tutto il mondo per un'alta percezione di sicurezza in vacanza.

Chi sceglie l’Italia come destinazione di viaggio non viene qui solo per la pasta fatta in casa, le città d’arte o le spiagge da cartolina: viene anche perché si sente al sicuro. Ed è proprio questa la chiave del nuovo primato europeo. Secondo i dati del ministero del Turismo, elaborati su base Data Appeal, l’Italia non solo continua a scalare la classifica del gradimento generale dei turisti, ma conquista addirittura il primo posto per percezione di sicurezza tra i big player del turismo europeo.

Si Viaggia

Dai Paesi dell’Asia-Pacifico cresce la domanda verso l’Italia

 


L’Italia continua ad attrarre visitatori da tutte le regioni del mondo, lo dimostrano gli ultimi dati ENIT sugli arrivi dai Paesi dell’Asia-Pacifico, in occasione della fiera ILTM di Singapore (uno degli eventi di punta nel calendario globale del turismo di lusso).

Nei primi cinque mesi del 2025, infatti, gli arrivi aeroportuali in Italia da quest’area per soggiorni di almeno una notte sono cresciuti di circa il 10% rispetto allo stesso periodo del 2024, con un picco di passeggeri (83.400, ossia +17,4%) a maggio. La motivazione principale dei viaggi resta il turismo per vacanza e tempo libero, che rappresenta il 93,2% degli arrivi (in crescita del +10,3%). I viaggi per lavoro costituiscono il restante 6,8%, con un incremento del +4,4%.

Nel dettaglio, la Cina guida la classifica con oltre 94.700 arrivi (+8,3% e una quota del 32,6% sul totale dell’area geografica), segue la Corea del Sud con 71.288 passeggeri (+4,3% e un’incidenza del 24,5%), il Giappone registra 42.365 arrivi (+14,9%, pari al 14,6% del totale), l’Australia segna un incremento del +20,7% con 31.915 passeggeri (11%), l’India mostra una crescita del +10% con circa 22mila arrivi e una quota stabile al 7,6%, la Thailandia si distingue per l’incremento più marcato pari al +24,6%, con 9.765 arrivi (3,4%), l’Indonesia conta 4.947 passeggeri in crescita del +22,6% (1,7%) mentre Singapore registra un lieve aumento dello 0,8%, con 13.385 arrivi (4,6%). 

Tra le motivazioni di viaggio le esperienze vanno per la maggiore: tra i turisti australiani crescono i pacchetti gastronomici e del lusso con un 50% in più sulle vendite rispetto al 2024. Soggiorni lunghi (3 settimane) in Costiera Amalfitana, Puglia e Sicilia, oltre che città quali Roma e Milano. Anche i pacchetti che combinano arte, wellness e shopping mostrano buone performance, con aumenti tra il +7% e il +20% ed una permanenza media di 15 giorni. Tra chi arriva dalla Cina, in aumento Sport & Wellness del +20% in città quali Milano, Torino, Cortina, Venezia, Bologna, Firenze, Roma e Napoli; oltre ad un interesse per i viaggi formativi e professionali: il segmento MICE e studio cresce del +12%. Dal Giappone, le prenotazioni dal mercato hanno registrato una crescita media del +29,2% a conferma di un interesse costante verso l’Italia. I pacchetti proposti prevedono una permanenza media di 8 giorni, con itinerari ben strutturati che combinano cultura, paesaggio e gastronomia, oltre allo shopping che rappresenta una componente rilevante, soprattutto a Milano, Venezia e Firenze, dove è percepito come parte dell’esperienza culturale e di lifestyle italiano. 

Questi risultati dimostrano come ancora una volta riusciamo ad attrarre turisti da ogni parte del mondo. Arte, cultura, mare ma non solo: il viaggiatore cerca l’esperienza del Made in Italy, degustando prodotti tipici, immergendosi nelle vie dello shopping o concedendosi momenti di relax e benessere” dichiara Ivana Jelinic, AD ENIT S.p.A.

Enit


Il Locarno Film Festival tra gloria e provincialismo



Un successo oltre ogni aspettativa, per usare le parole del direttore artistico Giona A. Nazzaro. La 78ª edizione del Locarno Film Festival ha registrato affluenza, attenzione mediatica e qualità di programma che hanno confermato la forza di una manifestazione capace di unire piazze gremite, cineasti d’avanguardia e ospiti capaci di far vibrare l’immaginario collettivo. Jackie Chan che si gode le valli del Locarnese, Willem Dafoe visto sul lungolago di Locarno e nei grotti della zona con gli amici, Lucy Liu che scende dall’auto per concedere una foto a una famiglia, Emma Thompson che prolunga la sua permanenza oltre il previsto: sono immagini che raccontano, meglio di tante analisi, la riuscita di un Pardo che ha saputo trasformare la città in palcoscenico internazionale.

A segnare questa edizione è stata anche la presenza costante della presidente Maja Hoffmann, che quest’anno ha vissuto l’intera manifestazione. Diversa nello stile rispetto al suo predecessore Marco Solari – meno radicata nel territorio ma, rispetto all’anno precedente, più incline a dialogare direttamente con il pubblico – Hoffmann ha trasmesso un’idea di festival cosmopolita, in cui la qualità delle opere in concorso e la visione culturale prevalgono sulla dimensione celebrativa. Un cambio di passo che ha mostrato potenzialità nuove, pur richiedendo ancora di rafforzare la comunicazione verso l’esterno.

Il Pardo funziona quando sa tenere insieme questi due mondi: quello internazionale, con un cartellone di film di alto livello, e quello locale, con iniziative che valorizzano il territorio. Ne sono prova la festa di Campari al Casorella, che ha fuso mondanità e patrimonio culturale, o l’evento Swatch che ha condotto i giornalisti internazionali fino al santuario della Madonna del Sasso. Anche il BaseCamp, che ha raccolto l’entusiasmo di centinaia di giovani, e la vittoria del Pardino per il CISA hanno mostrato con forza come formazione e talento locale possano trasformarsi in riconoscimento globale. La «Parda» di Carlo Rampazzi e Sergio Villa, installata in Città Vecchia, ha invece aperto la strada a un possibile «Fuori Festival» diffuso, capace di far respirare arte e creatività anche fuori dalle sale. Meno convincente, invece, l’esperimento delle aperture domenicali dei negozi: con appena il 30% delle saracinesche alzate, l’iniziativa ha lasciato un bilancio in chiaroscuro. Eppure resta un segnale importante: anche l’impegno dei commercianti, se più coeso, potrà contribuire a rafforzare l’attrattiva complessiva del Festival. La crescita passa anche da questi gesti quotidiani.

Non sono mancate, tuttavia, situazioni che hanno dato un sapore di provincialismo e che rischiano di frenare la spinta internazionale del Pardo. Sullo schermo di Piazza Grande, un dibattito era non solo legittimo ma doveroso; alcune argomentazioni si sono però rivelate sterili e pretestuose, trasformando la discussione in una polemica e facendo perdere un’occasione di confronto costruttivo sull’eredità di maestri come Livio Vacchini. La serata del Gran Consiglio, pensata per celebrare il sostegno politico, ha perso parte del suo senso se i deputati invitati non restano per la proiezione: la formula va ripensata, pur riconoscendo che il sostegno delle istituzioni resta vitale e che il ricevimento della Magistrale è un'occasione per far avvicinare i parlamentari alla magia del Pardo. Anche perché l’alternativa a non sostenere il Festival sarebbe infinitamente peggiore: significherebbe indebolire un generatore di turismo, economia e cultura che porta innegabili benefici a tutto il Cantone. Una responsabilità che la politica non può permettersi di eludere. Anche alcuni interventi dal palco hanno lasciato perplessi: quando un premiato trasforma il suo discorso in un elenco di critiche personali, come se ci si volesse togliere sassolini dalle scarpe, il messaggio appare incoerente e fuori luogo. Il pubblico internazionale che arriva a Locarno per celebrare il cinema, e non per assistere a polemiche e frecciatine, si trova inevitabilmente spiazzato: Piazza Grande non è la cornice adeguata a simili esternazioni.

Per contro, la questione di Gaza, esplosa in Piazza Grande con un flashmob e migliaia di cartoline «insanguinate», ha rivelato la capacità del Festival di farsi luogo di confronto civile. La platea si è mostrata matura, capace di ascoltare e di riflettere insieme: un momento che resterà come segno di questa edizione. Resta però cruciale trovare il giusto equilibrio: l’impegno politico e sociale non deve oscurare i contenuti cinematografici, che restano il cuore della manifestazione. È attraverso la qualità del programma, con opere provenienti da Israele, Palestina e Libano, che il Pardo ha saputo esprimere al meglio il suo ruolo di piattaforma pluralista e autorevole.

Locarno ha dimostrato ancora una volta di essere molto più di un festival: è un rito collettivo che intreccia cinema e territorio, immaginazione e realtà. Per crescere ulteriormente deve però consolidare la sua vocazione internazionale, affrancandosi da quei provincialismi che rischiano di sminuirne la forza. La sfida, per gli anni a venire, sarà proprio questa: unire la capacità di attrarre grandi autori e ospiti di respiro mondiale con la valorizzazione del contesto locale, trasformando le radici territoriali in una risorsa e non in un limite. Solo così il Pardo potrà continuare a ruggire, non solo a Locarno ma nel panorama globale.

cdt.ch

Reggio Emilia, in Piazza Casotti giovedì 21 agosto ritorna la rassegna “b.û.ş.”

REGGIO EMILIA – Proseguono gli appuntamenti di “b.û.ş. – bastava uno spazio”, la nuova rassegna estiva ideata e promossa dall’Assessorato a Cultura e Giovani del Comune di Reggio Emilia con le serate dedicate alla creatività e all’espressione giovanile under 35 tra musica dal vivo, live painting, dibattiti, workshop, spettacoli, DJ set, incontri e presentazioni.Una preziosa occasione rivolta ai giovani per portare nello spazio pubblico la propria arte e passione attraverso sguardi e linguaggi contemporanei.

La quarta serata, in programma giovedì 21 agosto dalle ore 20 (ingresso libero e gratuito), si aprirà con gli amati “Digital Freaks”, la community di innovazione digitale nata nel 2021 durante il primo percorso d’incubazione d’impresa a impatto sociale promosso dal Laboratorio Aperto dei Chiostri di San Pietro, che si propone di diffondere la cultura digitale e tecnologica,mettere in rete conoscenze sociali, economiche e tecnologiche e sviluppare competenze innovative orientate all’inclusione e al riuso etico. I “Digital Freaks” proporranno il laboratorio “Meme vs fake news: tra risate e manipolazione”, un viaggio per conoscere meglio due aspetti centrali della comunicazione: i meme, protagonisti di risate e campioni di condivisioni sui social, e le fake news che disorientano e creano divisione online. Un’occasione per comprendere e, insieme, imparare a difendersi con ironia tra creatività, consapevolezza e pensiero critico.

Seguiranno i “Por.Po.Ra” con “Gara di bugie”, uno spettacolo teatrale in chiave ironica con protagonisti due bugiardi che si sfideranno a colpi di menzogne per ottenere il favore del pubblico. Creatività, improvvisazione e utilizzo della retorica saranno gli strumenti con cui ribaltare le situazioni che si presenteranno. Al pubblico l’arduo compito di decretare il vincitore.

A chiudere la serata l’evento “Afasia 2.0 – Psicologia e danza”. Chi è affetto da afasia vive spesso all’ombra della società. In questa performance la danza, attraverso una serie di pratiche guidate, diventerà il linguaggio tramite cui esplorare e comunicare il proprio mondo interiore, le proprie emozioni, il proprio corpo; un potente mezzo espressivo e strumento terapeutico.

I prossimi appuntamenti della rassegna, tutti a ingresso libero e gratuito, sono in programma sabato 13 e giovedì 18 settembre 2025.

Maggiori informazioni: https://www.comune.reggioemilia.it/vivere-reggio-emilia/eventi/b-u-s-bastava-uno-spazio

Stampa Reggiana

Da Beato Angelico ai Faraoni, 5 mostre da non perdere in autunno. In autunno Man Ray, Belle Époque e tesori


 Sarà un autunno pieno di capolavori irripetibili ed esperienze artistiche ricche di suggestioni quello che ci attende, come dimostrano alcune delle mostre in programma a partire da settembre.

Cinque in particolare gli appuntamenti da non perdere, che spaziano dall'arte antica dei Faraoni alle esperienze avanguardistiche di Man Ray, passando per Beato Angelico, la Belle Époque e le sorprendenti opere di grandi maestri come van Gogh e Picasso provenienti dal Toledo Museum of Art in Ohio (Usa).

A Palazzo Reale di Milano le immagini ironiche, provocanti ed eleganti di Man Ray saranno protagoniste nella grande retrospettiva "Forme di luce", allestita dal 24 settembre all'11 gennaio e curata da Pierre-Yves Butzbach e Robert Rocca.
    Pioniere di linguaggi visivi che continuano a influenzare l'arte, la fotografia, il design e la cultura contemporanea, figura centrale nelle avanguardie del XX secolo, Man Ray viene raccontato attraverso circa trecento opere, tra fotografie vintage, disegni, litografie, oggetti e documenti provenienti da importanti collezioni pubbliche e private.
    Uno dei padri dell'arte del Rinascimento, maestro nella prospettiva e nell'uso della luce nel rapporto tra figurazione e spazio, Beato Angelico verrà celebrato in una grande mostra allestita a Firenze dal 26 settembre al 25 gennaio nella doppia sede di Palazzo Strozzi e Museo di San Marco. A cura di Carl Brandon Strehlke, Curatore emerito del Philadelphia Museum of Art, l'esposizione, frutto di 4 anni di lavoro, è la prima grande mostra a Firenze dedicata all'artista dopo settant'anni: il percorso, che riunisce dipinti, disegni, sculture e miniature provenienti da prestigiosi musei, biblioteche e collezioni italiane e internazionali, ma anche da numerose chiese e istituzioni territoriali, affronta la produzione, lo sviluppo e l'influenza dell'arte di Beato Angelico in dialogo con pittori come Lorenzo Monaco, Masaccio, Filippo Lippi, ma anche scultori quali Lorenzo Ghiberti, Michelozzo e Luca della Robbia.
    Svelare l'eleganza, la modernità e il fascino della Parigi fin-de-siècle, osservata anche attraverso lo sguardo degli artisti italiani tra cui Boldini, De Nittis e Corcos: a Palazzo Blu di Pisa dal 14 ottobre al 7 aprile sarà allestita la grande mostra "Belle Époque" a cura di Francesca Dini. Ripercorrendo i momenti salienti di quel periodo, dagli sconvolgimenti politici del 1870 all'affermazione della Parigi moderna, la mostra presenta opere provenienti da istituzioni italiane e internazionali tra cui il Musée d'Orsay e il Louvre, il Philadelphia Museum of Art, le Gallerie degli Uffizi, il Museo e Real Bosco di Capodimonte oltre a collezioni private per la prima volta accessibili al pubblico.
    Dal 24 ottobre oltre 130 opere provenienti dai musei più importanti d'Egitto permetteranno ai visitatori di immergersi nelle meraviglie e nei misteri dell'epoca degli antichi Egizi grazie alla mostra "Tesori dei Faraoni", in programma alle Scuderie del Quirinale di Roma fino al 3 maggio, curata dal Dr.
    Tarek El Awady. Evento di portata storica (è infatti solo la seconda volta che l'Egitto autorizza la presentazione di una mostra di tale rilievo in Italia, dopo quella a Palazzo Grassi di Venezia nel 2002-2003 che contava 80 pezzi), l'esposizione offre una panoramica eccezionale prendendo spunto dalle origini della civiltà faraonica fino allo splendore dei grandi sovrani del Nuovo Regno e del Terzo Periodo Intermedio, includendo anche le scoperte archeologiche più significative degli ultimi anni.
    Tra i pezzi esposti più importanti la Triade di Micerino, il sarcofago d'oro della regina Ahhotep, la maschera funeraria d'oro di Amenemope, la copertura funeraria d'oro del faraone Psusennes I, le statue di Sennefer, Ramses VI e Thutmose III.
    "Da Picasso a van Gogh. Capolavori dal Toledo Museum of Art.
    Storie di pittura dall'astrazione all'impressionismo" è la grande mostra, organizzata da Toledo Museum of Art e Linea d'ombra, a cura di Marco Goldin, in programma al Museo di Santa Caterina di Treviso dal 15 novembre al 10 maggio. Unica tappa europea, l'esposizione riunisce 60 opere di grande prestigio (basti pensare che insieme raggiungono il valore di un miliardo di euro) in un percorso a ritroso nella storia dell'arte: partendo dall'astrazione americana del secondo Novecento, da Richard Diebenkorn a Morris Louis, da Ad Reinhardt a Helen Frankenthaler, si arriva poi ad alcune esperienze capitali dell'astrazione invece europea, da Ben Nicholson e Josef Albers fino a Piet Mondrian e Paul Klee, per approfondire quindi il passaggio dal '900 all'800 e di seguito i tre grandi temi, la natura morta, le figure e i ritratti, i paesaggi.


Ansa

Klee, Chagall e Picasso "Fuori dai confini della realtà", l'allestimento della mostra a Domodossola


 Ai Musei civici Gian Giacomo Galletti l'arte del Novecento è protagonista fino all'11 gennaio 2026

tgcom24

Come diventare manager del turismo culturale

Aperte le iscrizioni alla terza edizione del Master Universitario di I livello in “Progettazione, comunicazione e management del turismo culturale“, attivato dall’Università degli Studi di Torino (Dipartimento Culture, Politica e Società – capofila; Dipartimento di Informatica; Dipartimento di Management)

Il corso di studi, che verrà presentato con un webinar il 7 ottobre, intende fornire una preparazione specifica e mirata per operare nel mondo del turismo culturale ad ampio raggio, trasmettendo competenze tecniche e manageriali per formare professionisti, sia nel settore pubblico sia in quello privato.

Il Master si rivolge a neolaureati in possesso di qualsiasi laurea del vecchio e del nuovo ordinamento (I e II livello) interessati e appassionati di cultura e turismo, come pure a lavoratori interessati ad un percorso di professionalizzazione.
La presentazione del Master e il programma dettagliato sono consultabili sul sito: www.masterculturaeturismo.it

Il Master è sostenuto da VisitPiemonte e rientra nel programma di scambio di competenze nel settore turistico e congressuale, con formazione specifica prevista dalla Convenzione con l’Università degli Studi di Torino per sviluppare figure professionali con profili specializzati nel settore.

iltorinese.it

(Segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone - Turismo Culturale)