Domodossola, oltre 2000 visitatori nel primo mese della mostra "Fuori dai confini della realtà"
A Domodossola una mostra sul cambiamento climatico
Lungo via Rosmini le opere di 29 artisti raccontano gli effetti della crisi ambientale sulle Alpi

Le Alpi stanno cambiando e il clima sta lasciando tracce inequivocabili su paesaggi, ghiacciai, flora e fauna, mutando anche il modo dell'uomo di approcciarsi e vivere le montagne. L'arte, strumento di espressione e di comunicazione universale, sarà il mezzo che consentirà di raccontare l'impatto del clima sul territorio, grazie allo step finale del progetto Interreg Italia-Svizzera "BlitzArt" che vede l'Associazione Musei d'Ossola come capofila.
Il 13 settembre sarà infatti inaugurata in via Rosmini la mostra “Accade ora. Effetti del cambiamento climatico sulle Alpi" in cui le opere di ventinove illustratori e artisti saranno riprodotte su grandi pannelli visibili lungo la strada, offrendo uno sguardo diretto e immediato su una realtà che spesso preferiamo ignorare.
“Il messaggio che vogliamo lanciare con questa mostra è di allarme nei confronti di ciò che sta accadendo al nostro pianeta - spiega Paolo Lampugnani, responsabile del progetto - È vero che i cambiamenti climatici ci sono sempre stati, ma oggi sono veloci, troppo veloci. Per fare un esempio il ghiacciaio del Rodano perde 50 cm ogni dieci giorni, e stiamo assistendo a una accelerazione di fenomeni che solitamente impiegano secoli per verificarsi. I nostri artisti hanno interpretato i temi proposti, e la mostra vuole far riflettere tutti noi”.
Ognuno degli autori ha scelto un approccio personale, con stili e linguaggi differenti, ma tutti convergono nel mettere in evidenza la fragilità di un ambiente che sta cambiando con una rapidità senza precedenti. L’inaugurazione della mostra è in programma sabato 13 settembre alle 17.30, con una passeggiata dialogata che partirà da Largo Madonna della Neve, davanti all’ingresso del Collegio Mellerio Rosmini.
L’evento anticipa anche la nuova esposizione che, dal 18 ottobre al 23 novembre, sarà ospitata nello stesso Collegio: “Suoni e segni di Vaia. La tempesta raccontata dai suoni, video e fotografie”, a cura del METS – Museo Etnografico Trentino San Michele, che consentirà di rivivere il drammatico evento naturale del 2018 attraverso un’esperienza immersiva e multimediale. Negli stessi giorni Palazzo Rosmini ospiterà anche una mostra del gruppo La Cinefoto.
Ossola News
Klee, Chagall e Picasso "Fuori dai confini della realtà", l'allestimento della mostra a Domodossola
Ai Musei civici Gian Giacomo Galletti l'arte del Novecento è protagonista fino all'11 gennaio 2026
tgcom24
“Fuori dai confini della realtà”: in mostra a Domodossola opere di Picasso, Chagall e Klee
Inaugurata a Domodossola in provincia di Verbania la mostra sul Novecento che resterà a Palazzo San Francesco fino all’11 gennaio
Fonte: La Stampa
Fuori dai confini della realtà: a Domodossola la mostra tra Klee, Chagall e Picasso
Dal 31 luglio a gennaio i Musei Civici Galletti ospitano la rassegna sull’immaginazione nell’arte del Novecento
Sarà inaugurata giovedì 31 luglio alle ore 18 alla Cappella Mellerio la mostra “Fuori dai confini della realtà. Tra Klee, Chagall e Picasso”, promossa dal Comune di Domodossola e ospitata fino all’11 gennaio 2026 ai Musei Civici G.G. Galletti di Palazzo San Francesco.
Una rassegna di ampio respiro, che riunisce opere di tre protagonisti dell’arte del Novecento e indaga il confine tra immaginazione, sogno e realtà. L’inaugurazione vedrà gli interventi di Antonio D’Amico, curatore della mostra e direttore del Museo Bagatti Valsecchi di Milano, Stefano Papetti, direttore dei Musei Civici di Ascoli Piceno, e Federico Troletti, conservatore dei Musei Civici Galletti. Attraverso un percorso suggestivo e visionario, l’esposizione metterà in dialogo tre universi creativi diversi ma accomunati dalla ricerca di linguaggi capaci di raccontare il mondo interiore, le emozioni e le metamorfosi della realtà.
Protagonisti saranno le opere di Paul Klee, artista svizzero-tedesco, tra i maggiori esponenti dell’arte astratta del XX secolo; Marc Chagall, pittore bielorusso naturalizzato francese noto per le sue composizioni oniriche e Pablo Picasso, genio spagnolo e fondatore del cubismo. La mostra rappresenta una nuova occasione per avvicinarsi all’arte dei grandi maestri, in quello che promette essere un viaggio fuori dai confini della percezione
Ossola News
La costruzione della città moderna: gli archivi degli architetti del ‘900 a Reggio Emilia. Palazzo da Mosto, 22 novembre 2025 – 8 febbraio 2026

La mostra è dedicata ai grandi architetti che, nel corso del Novecento, hanno contribuito a costruire e trasformare la città di Reggio Emilia. Attraverso progetti, fotografie e disegni, l’esposizione ripercorre l’evoluzione urbana della città, offrendo uno sguardo approfondito sugli archivi lasciati dai principali protagonisti dell’architettura e dell’urbanistica reggiana del secolo scorso.
La storia delle città rappresenta le vicende di uomini le cui aspirazioni, nel tempo, hanno costruito i luoghi che oggi abitiamo, compenetrando l’architettura con la vita degli individui e i fatti storici che si sono susseguiti. In particolare il Novecento, anche per Reggio Emilia, è il secolo che ha visto nascere la città moderna in un contesto storico in cui si sono alternate fasi politicamente ed economicamente difficili, ad altre di benessere e di affermazione dei principi democratici e di libertà.
La formazione della città si è sempre intrecciata con le vicende politiche, sociali, antropologiche del suo tempo, che hanno contribuito a connotare le scelte architettoniche e urbanistiche anche sotto il profilo storico-artistico, essendo queste sempre inevitabilmente legate ad un periodo storico e agli ambiti culturali da cui traggono origine.
La mostra dedicata ai progetti dei grandi architetti che hanno costruito la città di Reggio Emilia si pone l’obiettivo di approfondire l’evoluzione della città nel corso del Novecento, attraverso l’analisi e la riflessioni sugli archivi che i principali protagonisti dell’architettura e dell’urbanistica reggiana del secolo scorso, hanno lasciato.
Il percorso di mostra prevede l’esposizione di progetti provenienti dagli archivi della Biblioteca Panizzi con disegni originali di Guido Tirelli, Pietro Cavicchioni, Prospero Sorgato, Carlo Lucci, Osvaldo Piacentini e della Cooperativa Architetti e Ingegneri e Antonio Pastorini, a cui sono aggiunte, grazie alla disponibilità degli eredi, gli archivi di Eugenio Salvarani e Enea Manfredini
Fonte: palazzomagnani.it
Mostra David Tremlett, The organ Pipes e Another Step Ex Caffarri e Chiostri di San Pietro di Reggio Emilia, 11 Ottobre - 9 Febbraio
Ai Chiostri di San Pietro sarà aperta l’11 ottobre 2024 e fino al 9 febbraio 2025, la mostra Another Step, a cura di Marina Dacci e dedicata a David Tremlett: una settantina di opere - disegni e collage realizzati dal 1969 al 2023 - legate a una specifica produzione in studio e per lo più mai esposte.
L’esposizione affiancherà The Organ Pipes, l’intervento artistico permanente all’Ex mangimificio Caffarri, uno tra i più grandi che Tremlett abbia mai realizzato, sui 13 silos e la facciata dell’edificio per creare il segno visibile di un luogo completamente rigenerato dedicato alla formazione e all'aggregazione di comunità.
Fonte: comunicato stampa Palazzo Magnani
Il Sassetta riunisce i capolavori di pittura senese del '400

Grande protagonismo al Museo di San Pietro all'Orto di Massa Marittima (Grosseto) per Stefano di Giovanni detto il Sassetta (1392-1450), il più importante pittore senese del primo '400 a cui è dedicata una mostra dal 14 marzo al 14 luglio.
La rassegna riunisce 50 opere coeve e ci sono degli inediti fra cui, per la prima volta in pubblico, una Madonna con Bambino scoperta di recente dallo storico Alessandro Bagnoli sotto una pesante ridipintura di un'opera proveniente dalla pieve di San Giovanni Battista a Molli di Sovicille (Siena).
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Sogni appesi a un filo, a Reggio Emilia marionette e avanguardia per la nuova mostra di Palazzo Magnani di Reggio Emilia






Cera, silicone e specchi, a Palazzo Strozzi arriva Anish Kapoor

Un monumentale blocco di cera rossa che si muove lentamente tra due sale di Palazzo Strozzi, plasmandosi nel rapporto con l'architettura che attraversa, accoglie i visitatori che entrano negli spazi della mostra del celebre artista Anish Kapoor, dal titolo 'Anish Kapoor.
La rassegna, allestita tra le sale del piano nobile e il cortile rinascimentale di Palazzo Strozzi a Firenze sarà visibile fino al 4 febbraio 2024. Dopo l'enorme blocco di cera che attraversa due stanze del palazzo, Kapoor, considerato uno dei più influenti artisti del nostro tempo, propone una colonna in pigmento rosso che sembra oltrepassare i limiti del pavimento e del soffitto creando una sensazione di fisicità architettonica eterea, metafora del legame tra terra e cosmo. Il percorso prosegue attraversando un insieme di forme in pigmento giallo e rosso che emergono dal pavimento, fragili, quasi ultraterrene ma potentemente presenti, e arriva alla serie delle 'Non-Object Black', con cui Kapoor mette in discussione l'idea stessa di oggetto fisico e tangibile, presentando forme che si dissolvono al passaggio dello sguardo. L'esperienza del non-oggetto continua in 'Gathering Clouds', forme concave monocrome che assorbono lo spazio circostante in una oscurità meditativa. "Questo palazzo - ha detto l'artista - presenta una successione classica di ambienti e la difficoltà nel creare questa mostra è stata proprio quella di assecondare questo flusso e questa successione, ma anche di interromperlo o sconvolgerlo. Tutta la tematica della mostra è proprio sull'oggetto vuoto ma essendo io pieno di contraddizioni, gli oggetti che vedete in mostra non sono vuoti, sono pieni di oscurità, di riflessi. Ho voluto creare una complicazione". Un'intera sala della mostra è dedicata a opere in cui l'artista si confronta con ciò che appare come un'intimità sventrata e devastata: la grande scultura in acciaio e resina 'A Blackish Fluid Excavation' evoca un incavo uterino contorto che attraversa lo spazio e i sensi dello spettatore mentre sulle pareti l'artista unisce la pittura e il silicone dando origine a forme fluide che ci appaiono come masse viscerali. La dicotomia tra soggetto e oggetto sono temi centrali di opere specchianti come 'Vertigo', 'Mirror', e 'Newborn', grandi sculture che riflettono e deformano lo spazio circostante e lo ingrandiscono, riducono e moltiplicano, creando una sensazione di irrealtà e destabilizzazione. Conclusione del percorso espositivo è la sala sulle grandi pietre di ardesia ricoperte da strati di pigmento blu intenso. Per il cortile rinascimentale di Palazzo Strozzi, infine, Kapoor ha pensato un'opera immersiva: un grande padiglione che si pone allo stesso tempo come punto di partenza e di approdo nel dialogo tra l'arte di Kapoor e il palazzo.
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Arriva il viaggio immersivo di Pasión Picasso. Mostra anche digitale a Napoli

Quasi 40 capolavori di Picasso da scoprire o riscoprire in maniera immersiva, da 'Guernica' a 'Paulo vestito da Arlecchino', da 'Donna sdraiata che legge' a 'Caffè da Royan', da 'Ragazza col mandolino' a 'La nuotatrice', insieme a circa 120 documenti sulle mostre dedicate al maestro spagnolo allestite nel 1953 alla Galleria d'Arte Moderna a Roma e Palazzo Reale a Milano, che furono osteggiate, per l'impegno civile e politico dell'artista, di cui ricorrono i 50 anni dalla scomparsa, e scatenarono un caso che coinvolse Democrazia Cristiana e Partito Comunista.
E' il percorso di Pasión Picasso la mostra ad ingresso gratuito (a parte la sezione di approfondimento realizzata in realtà virtuale), che guida tra videoproiezioni immersive, effetti sonori e Vr nell'universo dell'artista, allestita dal 14 ottobre fino al 14 gennaio nei quattro bracci appositamente oscurati del Chiostro del Platano dell'Archivio di Stato di Napoli. L'esposizione, sostenuta dalla Regione Campania, nell'ambito del POC 2014-2020, è realizzata in collaborazione con l'Ambasciata di Spagna a Roma, il Consolato Generale di Spagna a Napoli e il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía e rientra tra le manifestazioni ufficiali internazionali del grande progetto congiunto dei governi di Spagna e Francia "Picasso Celebration 1973-2023". Media partner ANSA e Efe.
"Pasión Picasso è un omaggio al grande pittore spagnolo e ci riporta indietro nel tempo, al 1953, quando l'Italia, uscita dalla guerra e diventata Repubblica, iniziò a guardare il mondo e l'arte con occhi diversi, attenti - spiega l'Ambasciatore di Spagna in Italia, Miguel Fernandez-Palacios nella conferenza stampa a Palazzo Borghese, sede nella capitale dell'Ambasciata di Spagna-. Attraverso corrispondenze, articoli di giornale, cartoline, fotografie e cataloghi, esploreremo le grandi retrospettive italiane dedicate a Picasso". Un nuovo capitolo della continua collaborazione dell'Ambasciata spagnola con le istituzioni culturali italiane: "Tra i prossimi appuntamenti quelli a Milano, per le mostre di El Greco e Goya - aggiunge l'ambasciatore -. Siamo molti contenti di questa attività perché la cultura unisce ancora di più i nostri Paesi": L'Archivio di Stato di Napoli - Ministero della Cultura, per la mostra Pasión Picasso, è partito dall'essere depositario dell'Archivio del Senatore Eugenio Reale (1905 - 1986), che 70 anni fa aveva deciso di portare in Italia le opere di Picasso in mostra. Si è ricostruita, attingendo ai suoi documenti, la querelle del 1953, che vide anche l'organizzazione in parallelo di una Mostra di Salvador Dalí.
"I soli documenti hanno difficoltà a essere graditi da un pubblico vasto, e non potevamo permetterci di fare una mostra con gli originali di Picasso portati in Italia per le esposizioni di 70 anni fa - spiega la direttrice dell'Archivio di Stato di Napoli, Candida Carrino - così abbiamo pensato di riproporre in maniera digitale i dipinti esposti a Milano e Roma. chiedendo le liberatorie ai musei che li posseggono per fare una mostra immersiva, una formula che va molto e coinvolge anche bambini (per cui ci saranno anche laboratori ad hoc) e ragazzi". Tra i capolavori picassiani, nei quali si 'entrerà' ci sono fra gli altri, anche La Guerra e la pace, Due nudi, Ragazza col mandolino, Il carnaio, Donna che legge, Busto di donna con cappello blu, Il pittore e il suo modello, I fumi di Vallauris, Massacro in Corea. "Anche nell'epoca di internet e dei social la cultura, resta un ponte, uno strumento di dialogo e Picasso è stato non solo un grandissimo artista spagnolo ma anche un grande simbolo europeo - dice Stefano Polli, vicedirettore dell'ANSA - Guernica è il manifesto dei principi e i valori dell'Europa".
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La mostra. La vita nei lager di Guareschi, il papà di don Camillo e Peppone
L’internamento del sottotenente Giovannino Guareschi a Roma in una esposizione dal titolo “6865”. Per non dimenticare tutti gli italiani che dissero “no” al nazifascismo
Don Camillo, Peppone e il Candido sono nati nei lager dopo quel 1943 che vide oltre 650mila Imi, gli internati militari italiani, essere imprigionati per aver detto “no” al nazifascismo dopo l’8 settembre. Giovannino Guareschi è uno di questi testimoni. A lui, a Roma, è dedicata una mostra che racconta le drammatiche condizioni umane e psicologiche che dovettero subire lui e tutti coloro che scelsero di compiere una “resistenza senz’armi” ad oltranza.
“Tra i 650.000 soldati, sott’ufficiali e ufficiali, disarmati dalle truppe tedesche nei vari fronti, c’era anche il Sottotenente Giovannino Guareschi, catturato ad Alessandria il 9 settembre 1943, internato a Bremervoerde-Sandostel, Czestokowa, Beniaminovo, Wietzendorf” spiega il professore Enzo Orlanducci, presidente emerito dell’Anrp, l’Associazione nazionale reduci dalla prigionia, dall’internamento, dalla guerra di liberazione e loro familiari. Un ente che da decenni mantiene sveglia la memoria su quanti, come Guareschi, hanno scritto pagine drammatiche di vita nei lager.
Guareschi compì la sua “buona battaglia” per venti mesi. Il mancato riconoscimento “dello stato giuridico di prigionieri di guerra, con la sottrazione di quei diritti alla protezione, alla salute e alla dignità, consentì l’utilizzo dei militari italiani come forza lavoro in turni massacranti e nelle mansioni più pesanti, per l’economia bellica del Terzo Reich – sottolinea Orlanducci -. I continui appelli, i tormenti della fame, del freddo e delle violenze, ritmati dai tempi del lavoro coatto e di corvées, i frequenti trasferimenti, i continui bombardamenti aerei delle fabbriche e degli annessi campi di lavoro, determinarono circa 50mila deceduti”.
Nel mondo concentrazionario, nonostante tutto, fondamentali ai fini della sopravvivenza “furono la speranza sempre viva, la religiosità, la fede, la cultura, oltre che la vita collettiva – prosegue Orlanducci -. In quei particolari luoghi, al di là di egoismi e di incomprensioni che dipendevano molto dall’organizzazione e dalla disciplina applicata, sorsero amicizie che sono poi resistite nel tempo. Tra queste è giusto ricordare l’amicizia di Guareschi con il musicista e compositore Arturo Coppola, l’attore Gianrico Tedeschi, il disegnatore Giuseppe Novello, il poeta Roberto Rebora, il filosofo Enzo Paci e tanti altri”.
Emblematica la riflessione di Giovannino Guareschi, ripresa da Claudio Sommaruga nel volume Il dovere della Memoria: “Non abbiamo vissuto come bruti: costruimmo da noi, con niente, la ‘Città Democratica’. Una ‘Città’ costruita da tutti, da tutti difesa, perché l’internato operò ‘una scelta continua’ nel Lager, durata venti mesi, stressante ed unica nella storiografia delle prigionie di massa”. La riduzione a un numero, marcato su una piastrina da portare sempre con sé, era uno degli elementi particolari degli “abitanti” dei lager che conservarono la loro dignità, negando il loro sostegno politico, militare e civile al nazifascimo.
"Giovannino Guareschi è il leader morale degli internati, dei quali sostiene lo spirito grazie all'arma dell'umorismo che poi trasferirà sul Candido e nel Mondo piccolo: arma di una politica inflessibile verso l'avversario ma sempre rispettosa del valore umano. Per questo non apprezzerà l'Italia rapidamente convertita all'antifascismo del dopoguerra e animata da uno scontro fratricida che sembra proseguire la guerra civile, vorrebbe invece che gli italiani si sentissero sempre pienamente fratelli - spiega Marco Ferrazzoli, giornalista e curatore della mostra allestita in via Labicana, nella sede dell'Anrp -. Insieme a questo suo nazionalismo coltiva un senso religioso profondo, un cristianesimo di radice estremamente popolare che in prigionia si esprime tra gli altri nella “Favola di Natale”.
Il terzo elemento della sua umanità che si cementa nel lager è quello della famiglia: eppure, nonostante ciò, resiste alle lusinghe che lo tentano di tornare a casa mettendosi al servizio dei tedeschi come giornalista e sconta tutta la lunga e dura detenzione in Germania e Polonia - aggiunge Ferrazzoli -. Nonostante il contributo fornito alla causa cattolica e a quella democristiana nelle elezioni del 1948, quando è uno dei principali artefici della vittoria contro il Fronte Popolare, i rapporti con taluni ambienti clericali non saranno sempre del tutto pacifici, soprattutto in occasione della controversia che lo oppone a De Gasperi. Ma l'appoggio del popolo cattolico non viene mai meno, come pure quello dei pontefici che hanno a più riprese manifestato la stima per l'autore di Don Camillo. Ultimo Papa Francesco, che ha citato il prete guareschiano come modello di rapporto pastorale tra sacerdote e fedeli".
Una figura, quella di Giovannino prigioniero, poco conosciuta, nonostante il suo Diario clandestino 1943-1945 pubblicato nel 1949 e più volte dato alle stampe. Un volumetto dedicato “ai compagni che non tornarono”. Un’esperienza che lo segna profondamente e che emerge dai pannelli della mostra e dalle fotografie inserite nel catalogo, grazie anche alla collaborazione del figlio Alberto Guareschi che ha, come sottolineata Orlanducci “spalancato il forziere delle memorie di famiglia”.
Che cos'è l'Anrp
L’Anrp, che ospita la mostra svolge un’intensa attività di studio, documentazione e ricerca, convegnistica, editoriale di aggiornamento, promozione sociale, patronato ed assistenza a livello internazionale. Dispone una biblioteca specializzata, di un archivio fotografico e di una videoteca, di un sito web www.anrp.it, edita il mensile Liberi e il trimestrale Le porte della memoria, ha pubblicato un centinaio di titoli e ha reso disponibili le ricerche sugli Imi realizzate nell’ambito del programma “Europa per i cittadini”. Sta inoltre realizzando il Lebi, Lessico Biografico Imi. Nella sede nazionale di Roma, via Labicana 15/A ha creato e gestisce il museo interattivo multimediale “Vite di Imi”
avvenire.it
Nell'antica dimora di Galileo Galilei una mostra da Guttuso a De Chirico

Inaugurazione della Mostra dedicata a Paolo Rossi, "Paolo Rossi, un ragazzo d'oro", realizzata in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna

Fonte: Comunicato Stampa Master Group Sport
A Pechino gli Autoritratti degli Uffizi. Da Raffaello a Tiziano, 50 opere spiegate dal direttore Schmidt

L'autoritratto di Raffaello, celebrato "l'artista migliore del Rinascimento italiano", apre una rassegna unica di grandi capolavori delle Gallerie degli Uffizi, allestita al Museo Nazionale di Pechino su Piazza Tienanmen.
Se c'è anche il direttore dell'ente fiorentino Eike Schmidt a raccontarla, opera dopo opera, allora è facile scoprire il suo straordinario percorso che arriva fino ai giorni nostri, tra la pennellata dai tratti marcati di Renato Guttuso, lo stile a pois della nipponica Yayoi Kusama e la 'gunpower art' (la polvere da sparo) cinese di Cai Guoqiang.
Con le cinquanta opere della mostra Autoritratti, "l'idea è di far vedere non solo lo sviluppo dell'autoritratto dal Rinascimento ad oggi, ma anche di raccontare come sia cambiata la sua tipologia nel corso del tempo", spiega Schmidt, che ha scelto personalmente i capolavori della rassegna in un catalogo degli Uffizi che conta oltre duemila pezzi, tra pittura e scultura, e che superano quota 3.000 se si includono anche i disegni su carta. Interessanti gli spunti offerti dal direttore degli Uffizi: ad esempio, Tiziano, che indossa la catena con lo Speron d'oro ricevuta dall'imperatore Carlo V, "era strapagato ai suoi tempi"; Giovanni Mannozzi, il cui autoritratto è su tegola, rispecchia una "tradizione tipicamente fiorentina"; il pittore svedese Anders Leonard Zorn, vissuto nella secondo metà del 1800 e gli inizi del 1900, era all'epoca tra gli scandinavi "più famoso di Edvard Munch", mentre il connazionale Carl Olof Larsson si lega nel suo autoritratto all'ironia del pupazzo tenuto in mano.
E poi il futurista Giacomo Balla, alle prese con una tazzina di caffè (non un autoritratto ma un 'autocaffè'), fino a Velazquez, Bernini, Rembrandt, Rubens e Chagall. Non mancano inoltre le pittrici, tra le quali la veneziana Marietta Robusti (figlia del Tintoretto e nota come 'Tintoretta') e l'americana Cecilia Beaux. L'impegno degli Uffizi in Cina è doppio, visto che a Shanghai, al Bund Art One Museum, è in corso un'altra mostra su 'Botticelli e il Rinascimento', con 42 opere del genio fiorentino, nell'ambito dell'anno della Cultura Italia-Cina che ha anche nel 2023 un ricco programma di ben 19 iniziative. Questo spiega la presenza di Schmidt a Pechino, ai rapporti intensi sviluppati con il Dragone, includendo pure i progetti sviluppati a Hong Kong.
"L'importanza dell'iniziativa sta nel fatto che l'Italia è partner della Cina dopo la gestione della pandemia del Covid durata due anni. Tota Italia (la mostra con visitatori record del 2022 grazie ai 500 pezzi scelti per descrivere il processo di 'romanizzazione' della penisola italiana, ndr), questo è un ulteriore esempio delle nostre collaborazioni, dove la cultura è un forte canale di collegamento", commenta l'ambasciatore Massimo Ambrosetti, rimarcardo anche "la capacità delle nostre istituzioni museali e non solo di gestire il ricco programma del 2023". Tra Pechino e Shanghai c'è il sostegno di ambasciata e consolato generale, nonché degli Istituti italiani di cultura delle due città cinesi.
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Un Caravaggio da Roma in mostra a Minneapolis

Un Caravaggio da Palazzo Barberini è volato a Minneapolis e in cambio, a Roma, è arrivato La Morte di Germanico di Nicholas Poussin che a lungo è stato parte delle raccolte della famiglia Barberini.
Al Palazzo Reale di Milano 'Helmut Newton. Legacy'

Aperta fino al 25 giugno, la mostra ripercorre attraverso 250 fotografie, riviste, documenti e video l'intera carriera di uno dei maestri della fotografia. Promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Marsilio Arte, in collaborazione con la Helmut Newton Foundation di Berlino, l'esposizione fa parte di Milano Art Week (11-16 aprile 2023), la manifestazione diffusa coordinata dall'assessorato alla Cultura del Comune di Milano, in collaborazione con miart. Curata da Matthias Harder, direttore della Helmut Newton Foundation, e da Denis Curti, direttore artistico delle Stanze della Fotografia a Venezia, l'esposizione presenta un corpus di scatti - visti per la prima volta in Italia - che svela aspetti meno noti dell'opera di Newton. "Questa esposizione, che celebra il centesimo anniversario della nascita di Helmut Newton, offre l'occasione di ripercorrere l'intera carriera di uno dei fotografi più influenti del XX secolo - ha detto l'assessore alla Cultura Tommaso Sacchi -. Una mostra che Palazzo Reale dedica a un grande maestro della fotografia, proseguendo nell'esplorazione di questo linguaggio artistico e proponendo ai visitatori, anche durante la Milano Art Week, non solo una retrospettiva ampia e affascinante del lavoro di un grande artista, ma anche il ritratto di un'epoca".
ansa.it
Le 'mappe' di Omar Hassan, omaggio all'accoglienza nel mondo

- Per realizzare la mappa di Palermo, uno dei lavori esposti per la mostra 'Punctum' di Palazzo Reale, l'artista italo-egiziano Omar Hassan ha utilizzato 8.928 tappini di bombolette spray dipinti a uno a uno.
L'opera non è solo il riferimento geografico di uno dei suoi approdi artistici, ma è anche un omaggio al valore del singolo come parte di un insieme sereno e armonico, ognuno di uguale importanza, ciascuno nella sua essenzialità. "Nelle grandi città - ha detto Omar Hassan alla stampa durante la presentazione della mostra organizzata dalla Fondazione Federico II - c'è una netta distinzione tra centro e periferie.
A Palermo, il centro e alcuni quartieri non facili sono quasi confinanti. Credo sia un primo sintomo di integrazione. Palermo mi da' un'energia pazzesca, anche perché io amo il mare. Subendo il trauma del cemento e dell'asfalto delle periferie milanesi, amo, a maggior ragione, il mare. Qui si percepisce una dimensione di attraversamento di tante culture. Si percepisce dall'architettura, si percepisce dall'accoglienza della gente.
Adesso in Italia viviamo un po' la realtà della banlieue parigina, che a Parigi trovi da 20 anni ed adesso inizia ad esserci anche da noi. Spero di scoprire ancora meglio Palermo, non vedo l'ora di viverci un po', di conoscere queste realtà così vicine e interessanti.". In ogni sua tappa in giro per il mondo, l'artista realizza il suo singolare omaggio alla città che lo accoglie, rappresentandone i quartieri: lo ha fatto a Miami, New York, Parigi, Londra, Tokyo e Milano.
Significativa la grande opera dal titolo Lights, che domina in fondo allo spazio espositivo della Sala Duca di Montalto, realizzata dall'artista proprio in occasione della mostra a Palermo per porsi in dialogo con la grande spiritualità della Cappella Palatina attraverso la rinascita e la rigenerazione.
Hassan, nato e cresciuto nella periferia di Milano, racconta come è riuscito ad alzarsi da una di quelle panchine di periferia dove altri potenziali talenti restavano inespressi, generando solo "sogni seduti". Ma "a casa mia - ha rivelato - non portare risultati equivaleva ad essere fallito. Essere considerato fallito dalla propria famiglia deve essere tremendo. E' pure vero che oltre alla mia motivazione, molte cose hanno contribuito a farmi 'alzare dalla panchina' e mi hanno appassionato: il pugilato, l'arte, l'accademia. Tutte parti di un cammino difficile, che hanno contribuito a non lasciare i miei sogni in una panchina. Comunque non ho mai dimenticato le mie radici e la forza concreta della vita che la periferia mi ha trasmesso. Quando cadi, nella boxe come nella vita, devi subito rialzarti". A Palermo, l'artista è arrivato con i suoi genitori. Attimi di commozione quando Omar si è inginocchiato tenendo per mano da una parte suo padre (egiziano musulmano) e dall'altra sua madre (italiana cristiana-cattolica) davanti alla reinterpretazione della Nike di Samotracia in dolce attesa, chiama 'Pax'. (ANSA).
La mostra a Roma. Nel disegno di Van Gogh il grembo del colore

Vincent Van Gogh, “Autoritratto”, 1887 (particolare) - © Kröller-Müller Museum, Otterlo, The Netherlands
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