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Tutti in cammino, il futuro della via Francigena

 

ROMA - La cooperazione interistituzionale, la sinergia tra realtà pubbliche e private, la creazione di infrastrutture in tutta la penisola, con un'attenzione particolare al Sud del Paese, la destagionalizzazione dei flussi turistici, ma soprattutto un'efficace programmazione degli interventi di valorizzazione per far arrivare risorse importanti direttamente sui territori senza dispersioni: sono queste le sfide da cogliere in materia di turismo lento in vista dei fondi messi a disposizione dal Pnrr, temi di cui si è discusso oggi nella tavola rotonda "I cammini verso il futuro: opportunità e priorità del Recovery Plan", organizzata dall'Associazione Civita con l'Associazione Europea delle Vie Francigene-Aevf e aperta da Simonetta Giordani, segretario generale associazione Civita e Massimo Tedeschi, presidente dell'associazione europea delle Vie Francigene.

Nel corso dell'incontro, svoltosi a seguito dell'arrivo a Roma della camminata-evento "Via Francigena - Road to Rome 2021. Start again!" organizzata da Aevf per festeggiare il 20° anniversario della propria fondazione e moderato da Elisabetta Stefanelli, caporedattrice Cultura e Spettacolo dell'ANSA, è emerso come il Recovery Plan rappresenti per l'Italia un'occasione irripetibile per la ripartenza dopo i lunghi e immobili mesi della pandemia. E' evidente infatti che nel nostro Paese la valorizzazione del prezioso patrimonio diffuso sia materiale immateriale, tra borghi, cammini della via Francigena, itinerari storico-artistico-religiosi da percorrere non solo a piedi, ma anche in bicicletta o con i treni lungo le ferrovie storiche, possa essere uno strumento essenziale di sviluppo economico oltre che di arricchimento culturale. A confermarlo anche i dati registrati dall'Irpet, l'istituto regionale per la programmazione del turismo, che ha analizzato la crescita della Via Francigena nel decennio 2009-2019: sul podio la Regione Toscana, dove la Francigena attraversa 37 comuni, che negli ultimi 10 anni ha registrato un aumento pari al 63% di pellegrini e turisti, ma il fenomeno riguarda l'intero percorso. La stima di 60.000 pellegrini all'anno che camminano per almeno una settimana sulla Via Francigena genera una ricaduta sui territori di oltre 20 milioni di euro. Alla luce di questi dati, e in vista delle ingenti risorse messe a disposizione dal Pnrr oltre che della candidatura a Patrimonio mondiale dell'umanità Unesco della Via Francigena, promossa dalle Regioni italiane e dal ministero della Cultura, il turismo lento potrà rendere nei prossimi anni l'Italia protagonista, a patto però che si stabiliscano priorità e azioni. Un evento a cui guardare, ovviamente valutando il contesto inevitabilmente mutato dopo due decenni, è secondo Monsignor Liberio Andreatta, Preposto del Palazzo del Vicariato, quello del "Giubileo del 2000, un modello che potrebbe essere replicato": "durante quell'evento", ha sottolineato, "è stata offerta come meta non solo Roma ma l'Italia tutta". D'accordo anche Francesco Rutelli, che ha evidenziato la riuscita di quell'evento imponente "che portò a Roma 26 milioni di persone, e all'epoca non c'era neppure internet. Oggi abbiamo invece una grande facilità che va sfruttata, mettendo a fattor comune il lavoro di tutti, delle istituzioni pubbliche e delle realtà private. I soldi del Pnrr vanno spesi fino all'ultimo centesimo per creare valore".

Se per Stefano Mantella, Direttore strategie immobiliari e innovazione, Agenzia del Demanio, il "Recovery Plan è il frutto del lungo cammino percorso dall'Italia sul turismo lento, grazie a lavoro fatto da anni da Dario Franceschini", il presidente dell'Enit - Agenzia Nazionale del Turismo Giorgio Palmucci ha ribadito la necessità di lavorare sulle infrastrutture, "soprattutto al centro e al Sud. Il treno del Pnrr passa una volta sola, il pubblico e il privato devono lavorare in sinergia. Il covid ha dato valore al turismo lento: abbiamo la possibilità di far scoprire l'Italia agli italiani ma anche di far conoscere i tanti tipi di turismo possibili nel nostro Paese in tutti i mesi dell'anno. E' importante però che il lavoro fatto divenga accessibile anche dal punto di vista digitale: il turista non si deve preoccupare degli aspetti pratici, dobbiamo rendergli la vita facile". Da non sottovalutare poi anche l'importanza del recupero delle ferrovie storiche, un patrimonio su cui urge investire: "è una sfida epocale, il nostro Paese non ha mai curato la rete infrastrutturale", ha affermato Luigi Cantamessa, Direttore Generale Fondazione FS Italiane, "ma non c'è viaggio slow senza intermodalità dolce".

Ansa

(segnalazione web a cura di Albana Ruci)

Slitta al 30 ottobre mostra "Raffaello giovane" a C.Castello. Il 18 settembre anteprima dell'evento

  

 E' slittato al 30 ottobre 2021 l'inizio della mostra "Raffaello giovane e il suo sguardo", a cura di Marika Mercalli e Laura Teza, inizialmente in programma dal 18 settembre nella Pinacoteca di Città di Castello.
    In una nota, le curatrici e il Comune tifernate spiegano che la data è stata "aggiornata a causa dei maggiori adempimenti previsti per la logistica degli allestimenti". "Non abbiamo voluto rinunciare alla mostra - prosegue la nota - nonostante le molte difficoltà che implica organizzarla durante una pandemia.
    Questo però ha determinato uno spostamento di data per poter concludere l'intera rete delle procedure connesse ai contatti con i musei e al trasporto delle opere, alcune fuori Italia ma anche fuori Ue ormai e l'adeguamento del museo che ospiterà la mostra con un nuovo allestimento sia permanente che temporaneo.
    Abbiamo mantenuto la data del 18 settembre simbolicamente: era la data che avevamo scelto e che abbiamo cercato di mantenere fino alla fine. Servirà come anteprima dell'evento e del restauro dello Stendardo di Raffaello, una delle grandi attività connesse alla mostra".
    Al Teatro degli Illuminati - in sicurezza - le curatrici presenteranno in anteprima i dettagli della mostra e il restauro dello Stendardo, l'immagine guida della stessa esposizione. La corale Marietta Alboni presenterà in anteprima il video "Il nostro Raffaello". Evento e video saranno trasmessi in diretta Facebook. (ANSA).

Siti di Barumini trainano il turismo culturale in Sardegna

  

Il sito Unesco di Su Nuraxi, a Barumini, continua a essere la meta preferita in Sardegna per il turismo archeologico-culturale. La conferma arriva dai numeri dell'estate 2021 che, nonostante gli strascichi ancora evidenti della pandemia Covid, certificano come l'area archeologica di Barumini sia la più ricercata dai turisti nazionali e internazionali che scelgono l'isola.
    Nel trimestre giugno-luglio-agosto, infatti, Su Nuraxi ha registrato quasi 26.500 mila presenze, segnando + 11mila ingressi rispetto allo stesso periodo dell'anno prima. Sui grandi numeri, i siti del territorio, raggiungono il 65% di presenze rispetto al 2019, anno pre pandemia e dunque periodo di normalità.
    "Si tratta di numeri incoraggianti e che ci fanno ben sperare che la ripresa sia finalmente arrivata e ci auguriamo possa consolidarsi nel proseguo della stagione e nel prossimo futuro - sottolinea il presidente della Fondazione Barumini sistema cultura, Emanuele Lilliu - un traguardo importante dopo le grandi difficoltà passate che non hanno, comunque, interrotto il grande lavoro della Fondazione per rendere l'offerta ancora più integrata e per attivare nuovi eventi e percorsi in grado di sostenere la ripresa del turismo in Sardegna e nei nostri siti".
    E proprio dall'offerta generata dalla Fondazione arrivano altre importanti indicazioni, grazie al successo della mostra: 'Humanum. Sardegna e Campania, da Su Nuraxi a Pompei', nata grazie alla collaborazione tra la Fondazione, il Museo Archeologico di Napoli, la Soprintendenza Archeologica per la Città Metropolitana di Cagliari e ancora visitabile al centro Giovanni Lilliu. Dall'inaugurazione dello scorso 3 luglio a oggi, infatti, le visite hanno toccato quota 4.600 (che contando anche giugno portano in totale a 5.400 ingressi al centro G.Lilliu).
    Tra gli altri numeri di rilievo anche la continua crescita di visitatori a Casa Zapata, altra importante attrazione di Barumini. Nel periodo giugno-agosto sono stati quasi 10.900 gli ingressi registrati con 2.500 turisti in più rispetto allo stesso periodo del 2020. (ANSA).

Fondo Carmelo Bene, un nuovo itinerario svela il maestro

 


 LECCE - Ci sono innanzitutto i 5000 volumi, per lo più rari libri di storia dell'arte, teatro, letteratura e storia, molti anche accompagnati da postille scritte a mano, di una biblioteca preziosa e unica, strumento fondamentale alla creazione di un immaginario sempre vigoroso, geniale e senza "steccati". E ancora, 22 costumi ed accessori di scena relativi alle opere dell'Otello, Hommlette for Hamlet, Riccardo III, Pinocchio, La cena delle beffe, Macbeth-Horror Suite accanto ad alcuni arredi e oggetti personali come manoscritti, fotografie, registrazioni e dischi. Tutto intorno grandi tavoli, sedie, poltrone inondate dalla luce di ampie vetrate per abitare senza fretta uno spazio di conoscenza ma anche di suggestione emotiva, come per provare a immaginarsi sul palcoscenico "insieme" a quello che è stato un maestro della nostra storia teatrale. Sarà un allestimento inedito quello che il Fondo-archivio Carmelo Bene, a partire dal 13 settembre, offrirà al pubblico negli ambienti del Convitto Palmieri a Lecce per proporre una sorta di "incontro ravvicinato" con il grande attore, drammaturgo, regista, scrittore e poeta pugliese scomparso nel 2002. Fino a questo momento mai unificato e reso fruibile al pubblico, il Fondo - che la Regione Puglia ha acquisito il 30 ottobre 2019 firmando un accordo con le eredi di Carmelo Bene, la vedova Raffaella Baracchi e la figlia Salomè, la Soprintendenza archivistica e bibliografica di Puglia e la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto - ora è finalmente al centro di un progetto di valorizzazione e sarà accessibile quotidianamente, diventando autentica testimonianza di una vita creativa in tutto e per tutto, che l'attore ha speso unicamente per l'arte.

    A cominciare dai due grandi angeli concepiti dall'artista Gino Marotta per lo spettacolo Hommelette for Hamlet del 1987, è impossibile non lasciarsi coinvolgere dall'allestimento realizzato da un team di architetti, storici dell'arte e operatori museali, che propone il mondo così incredibilmente colto, complesso, eterogeneo e appassionato di Carmelo Bene. Un mondo che il Fondo - costituito dai tre nuclei fondamentali di materiale documentario: il fondo librario, il fondo personale e dai costumi, elementi di scena e arredi personali dell'artista - restituisce con rispetto e integrità. Arriva dunque il giusto tributo all'impegno di un artista autentico, di cui, afferma Salomè Bene, "sono sicura lui sarebbe felice". "Tutto questo è il frutto di un tenace lavoro, per anni portato avanti silenziosamente, con caparbietà e dedizione, per dare piena attuazione alla volontà di Carmelo Bene e rispettoso risalto alla sua arte", prosegue la figlia, "grazie alla preziosa collaborazione intessuta con la Regione Puglia, da oggi gran parte del suo patrimonio creativo e culturale è riunito in una unica sede, così da renderlo fruibile a tutti. Noi, come famiglia, in sinergia con le istituzioni, abbiamo creato per la prima volta un fondo unico, versatile e poliedrico che continueremo a curare e valorizzare nel tempo. Insieme con esso ha visto la luce anche un Ente dedicato alla gestione e alla valorizzazione di tale patrimonio, un comitato artistico-culturale a ciò deputato e per la cui costituzione mi sono battuta personalmente". (ANSA).