Il salone diventato un punto di riferimento internazionale per il mondo della calzatura, festeggia l’edizione speciale numero 100 (dal 7 al 9 settembre a Rho Pero). Attesi 30 mila buyer. La presidente: ci eravamo seduti, ora diamo un segnale

Corriere della Sera
Mezzo secolo di storia della scarpa, fatta di arte artigiana (tramandata tra generazioni), innovazione, Made in Italy e naturalmente affari. Micam, il salone diventato un punto di riferimento internazionale per il mondo della calzatura, festeggia l’edizione speciale numero 100 (dal 7 al 9 settembre a Rho Pero) celebrata anche dall’annullo di un francobollo della serie «Le eccellenze del sistema produttivo Made in Italy». Mentre 870 brand (di cui 401 italiani) presenteranno le novità della primavera-estate 2026, una mostra ripercorrerà la storia della manifattura di scarpe e stivali che hanno caratterizzato i costumi negli ultimi 50 anni. «In un momento in cui il mondo della pelletteria e la moda tutta fanno i conti con un bel segno meno, questa edizione è particolarmente importante. Ci eravamo seduti, ma ora vogliamo mandare un segnale, questo è il momento di risvegliare tutto il settore», spiega con realismo la presidente di Micam Giovanna Ceolini. «Inoltre, i dazi non aiutano e il dollaro non è mai stato così basso». All’inaugurazione è atteso anche il ministro Urso, che cosa chiedete al governo? «Abbiamo bisogno che il cuneo fiscale diminuisca per non venire schiacciati dalla concorrenza. Se in molti sono tornati a importare dalla Cina, qualche domanda occorre farsela». E le piccole e medie aziende italiane hanno bisogno di sostegno per affrontare la transizione energetica. «Noi vogliamo investire per essere più sostenibili, ma si tratta di costi e competenze impattanti e se gravano sul prezzo di produzione, le nostre scarpe rischiano di diventare inacquistabili». Le fiere hanno un ruolo fondamentale nella promozione dei protagonisti silenziosi dei distretti. «Chi le sottovaluta sbaglia – sottolinea la presidente -. La storia di Micam è fatta di impegno per aiutare i brand a trovare nuovi buyer e nuovi mercati. Con il supporto di Ice e Maeci (ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale) cerchiamo di portare in Italia più potenziali clienti a vantaggio delle piccole e medie imprese che non hanno ancora una rete estera. Ma Micam si pone anche come piattaforma per i nuovi talenti che tramite un concorso hanno la possibilità di esporre gratuitamente per due edizioni».
La storia della preziosa filiera della calzatura italiana che ha contribuito al successo di Micam sarà ripercorsa dalla mostra «100 step to the future». Filmati storici per ricordare che da Micam sono usciti anche brand come Casadei e Prada, quando ancora si chiamava Emporio Prada», continua Ceolini ricordando che la prima edizione di Micam andò in scena nel 1931 a Vigevano, culla della scarpa italiana. «E’ nel 1974 che avviene la svolta strategica della manifestazione, assieme ad Anci (Associazione nazionale calzaturifici Italiani) che ne assunse la gestione. Nel 2018 il rebranding Micam Milano, a sottolineare il respiro internazionale di una fiera che oggi rappresenta un crocevia di culture, creatività e visioni, attraendo buyer da 150 Paesi. Qui si esplorano le potenzialità dell’innovazione e delle tecnologie e la formazione come leva per ispirare le nuove generazioni».
Ora però la moda deve anche fare i conti con i problemi del caporalato e degli ingiustificati ricarichi portati alla luce da recenti fatti cronaca. Come si recupera la credibilità? «Abbiamo firmato un protocollo della legalità a giugno. Si tratta di una piattaforma che la Lombardia sta creando affinché le aziende che aderiscono possano avere un bollino di riconoscimento…». Che cosa vuole il nuovo consumatore? «Vuole che il prodotto corrisponda alle aspettative a livello di qualità, durabilità e responsabilità ed è giusto che il valore sia distribuito equamente su tutta la filiera, ma lavorare con costi sostenibili è l’unica possibilità che abbiamo per crescere e tenere vivo il primato italiano della moda da calzare». Intanto in fiera sono attese 30 mila buyer da oltre 150 Paesi.
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