Ecco il presepe del Vaticano inaugurato a Piazza San Pietro




Si è tenuta a Piazza San Pietro l'accensione dell'albero di Natale del Vaticano e l'inaugurazione del presepe. Il presepe, progettato dalla diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, ritrae gli elementi tipici dell'architettura dell’Agro Nocerino-Sarnese. 

Fonte: Agenzia Vista

Scoperte migliaia di orme di dinosauri nel Parco dello Stelvio. Lasciate 210 milioni di anni fa da branchi di grandi erbivori

 


Scoperte migliaia di orme di dinosauri nel Parco dello Stelvio, lasciate circa 210 milioni di anni fa da branchi di grandi erbivori.

Le tracce, riconoscibili su pareti di dolomia quasi verticali, formano piste lunghe centinaia di metri e sono così ben conservate che alcune presentano perfino segni di dita e artigli. Lo annunciano Regione Lombardia e il paleontologo Cristiano Dal Sasso del Museo di Storia Naturale di Milano.
"E' una vera e propria 'valle dei dinosauri' che si estende per chilometri: è il sito più grande delle Alpi e uno dei più ricchi al mondo", afferma l'esperto.

 "Si tratta probabilmente della più importante scoperta paleontologica sui dinosauri italiani dopo quella di Ciro", dice Dal Sasso all'ANSA. "Questo luogo era pieno di dinosauri: è un immenso patrimonio scientifico che richiederà decenni per essere studiato, anche perché il sito non è raggiungibile con sentieri e per esaminare le orme si dovranno impiegare droni tecnologie di telerilevamento".

Le camminate parallele dei dinosauri "sono prove evidenti di branchi in movimento sincronizzato e ci sono anche tracce di comportamenti più complessi, come gruppi di animali radunati in cerchio, forse per difesa", precisa l'esperto. Questi esemplari si muovevano lungo le rive lambite dalle calde acque dell'Oceano Tetide, in un ambiente simile a quelli delle aree tropicali attuali, con piane di marea che si perdevano all'orizzonte per centinaia di chilometri. L'attuale posizione quasi verticale delle orme non è quella originaria, ma è conseguenza delle deformazioni che hanno portato al sollevamento della catena alpina.

La scoperta, che porta in primo piano le Alpi valtellinesi a meno di due mesi dall'inizio dei Giochi olimpici invernali Milano-Cortina, si deve al fotografo naturalista Elio Della Ferrera, che lo scorso 14 settembre si trovava nella Valle di Fraele per fotografare cervi e gipeti. Durante l'escursione ha notato le orme affioranti (alcune delle quali arrivano fino a 40 centimetri di diametro) e ha scattato le prime immagini, subito inviate al paleontologo Dal Sasso e alla Soprintendenza.

Secondo le prime analisi, le orme potrebbero appartenere a dinosauri prosauropodi del Triassico Superiore, ovvero erbivori dal collo lungo e testa piccola che sono considerati gli antenati dei grandi sauropodi del Giurassico come il brontosauro. Di corporatura robusta, i prosauropodi possedevano artigli appuntiti sia sulle mani che sui piedi. In alcune specie, gli adulti potevano raggiungere i 10 metri di lunghezza. Gli scheletri di diversi esemplari sono stati rinvenuti sia in Svizzera che in Germania.

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Davanti al Colosseo, riapre un’antica villa che narra secoli di storia


 Affacciata su uno dei panorami più famosi al mondo, tra il Colosseo e i Fori Imperiali, Villa Silvestri Rivaldi torna alla vita dopo decenni di chiusura. Un luogo rimasto a lungo invisibile, nonostante la posizione centrale, che oggi si prepara a raccontare ancora la propria storia grazie a un articolato progetto di restauro e valorizzazione promosso in maniera congiunta dal Ministero della Cultura e dalla Regione Lazio.

La riapertura parziale della villa segna l’inizio di un percorso di restituzione alla capitale di un complesso architettonico che ha attraversato secoli di trasformazioni, stratificazioni e riusi. Un intervento che non riguarda soltanto la conservazione materiale dell’edificio, ma che ambisce a trasformarlo in un nuovo polo culturale capace di dialogare con il contesto archeologico più celebre d’Europa.

siviaggia.it

Fuori dai sentieri battuti. Tre idee di viaggio per ogni stagione da Evaneos


Che cosa significa, oggi, “viaggiare fuori stagione” senza ridursi a una fuga di lusso travestita da scelta etica? La lista di mete 2026 proposta da Evaneos prova a dare una risposta concreta: non solo destinazioni meno ovvie, ma soprattutto tempi più lunghi e percorsi suggeriti da chi quei luoghi li abita. La promessa è ridurre la pressione sui siti iper-frequentati, spostandola verso territori che hanno spazio, voce e capacità di accogliere senza snaturarsi. Resta, naturalmente, la variabile del volo intercontinentale: l’idea è che restare di più e distribuire i flussi nei mesi “vuoti” sia un compromesso migliore rispetto al mordi e fuggi ad alto impatto.

In inverno, l’isola di Creta abbandona la cartolina agostana e riappare in toni più singolari: spiagge come Balos ed Elafonissi senza ombrelloni, gole come Samaria percorribili in silenzio, borghi in pietra e taverne dove la mitologia è parte del quotidiano. È una Grecia lenta, che regge il confronto con l’immaginario estivo proprio perché lo contraddice. Sulla sponda opposta del Mediterraneo, la Giordania suggerita non passa solo da Petra e Wadi Rum: la riserva di Ajloun, i castelli del deserto e il villaggio di Dana spostano lo sguardo verso comunità e paesaggi meno iconici, tra raccolte di olive e tavole condivise. Più a sud, l’inverno europeo si trasforma in estate sudafricana: Northern Cape e i canyon rossastri, le baie selvagge dell’Eastern Cape, i safari meno scontati del KwaZulu-Natal e le montagne del Drakensberg compongono un mosaico dove il “fuori rotta” non è un vezzo, ma una scelta logistica sensata.

La primavera rimette in fila tradizioni e geografie dimenticate a poche ore da casa. In Albania, tra Nowruz, tetti rossi e rovine romane, il viaggio attraversa una modernità contraddittoria che alterna minareti e brutalismo, spiagge calme e parchi come Llogara dove l’acqua è abbastanza ferma da accogliere una canoa. In Georgia, l’aria nuova è anche culturale: Tbilisi in fiore, le valli vinicole di Kakheti, monasteri arroccati, una cucina che non ha bisogno di marketing per convincere. Il ponte sospeso di Okatse è una cartolina, ma serve a dire che il Caucaso è accessibile — se lo si affronta nel momento giusto. Il salto di latitudine porta in Perù, dichiaratamente “verde” dopo le piogge: dall’oceano di Paracas alle Linee di Nazca, dal Colca Canyon ai villaggi del Titicaca, fino a Cusco e Machu Picchu, con l’invito a spingere anche verso nord e Amazzonia. Qui la sostenibilità si misura nella scelta di tempi estesi e nella relazione con le comunità, più che nelle etichette.

L’estate, che l’Europa vive tra caldo e sovraffollamento, invita a puntare a nord o a cambiare altitudine. In Norvegia, la luce senza fine si traduce in ritmi dilatati: fiordi da percorrere a piedi, safari in RIB alle Lofoten, balene alle Vesterålen, notti in rorbuer che raccontano ancora un’economia di mare. Il Marocco evita l’interno arroventato e si presenta sul suo lato atlantico: Essaouira che resiste al vento, Mirleft con scogliere ocra e piscine naturali ad Amtoudi, una costa dove l’ospitalità non è un format ma il tessuto stesso del viaggio. Il Canada alterna festival urbani e wilderness: lungo il San Lorenzo si attraversano villaggi, mercati e parchi come il Kejimkujik, tra laghi remoti, via ferrate e baite che conservano la grammatica dello sciroppo d’acero. La chiave, qui, è la scala: spazi vasti dove la folla si disperde e il calendario dilata le possibilità.

Quando arriva l’autunno, l’Europa rientra nella sua stagione migliore. In Scozia, le Highlands si colorano e i treni ritagliano itinerari che sono racconti per immagini; tra cottage, whisky torbati e coste di Islay popolate da oche selvatiche, il cliché trova fondamento ma non si esaurisce lì. Le Azzorre sono l’altra opzione atlantica: sorgenti termali all’aperto, lagune nella bruma, vigneti sulla roccia nera, attività come canyoning e trekking che non dipendono dal calendario delle fioriture. E poi l’Indonesia, che di stagioni ne conosce molte: 17mila isole, circa 150 vulcani, immersioni a Raja Ampat o nelle Molucche, albe sul Bromo e percorsi in bici o in grotta. Qui entra in gioco la collaborazione con Planeterra: una traccia sociale che, se reale sul campo, può trasformare il turismo in scambio.

Al netto del tono ispirazionale, le proposte hanno una costante: privilegiare finestre temporali meno affollate e una permanenza minima, soprattutto sulle lunghe distanze. Non è la soluzione a tutte le contraddizioni del viaggio nel 2026, ma è un passo misurabile: spostare il momento, allungare il tempo, ascoltare chi vive i luoghi. Il risultato non promette l’esclusiva, promette qualcosa di più utile: condizioni migliori per chi viaggia e per chi ospita.

Creata nel 2009, Evaneos è una piattaforma di viaggi responsabili, pioniere del turismo sostenibile. Convinta che sia possibile conciliare desiderio di viaggiare e consapevolezza sociale, Evaneos propone un'offerta alternativa ed etica basata sul concetto di “better trips”. Vogliosa di ridurre l'impronta complessiva del turismo, l'azienda si affida a un modello virtuoso che mette i propri clienti in contatto diretto con esperti locali per offrire loro straordinarie avventure su misura.

La proposta non è solo sulle mete da non perdere ma anche sull'offerta di esperienze suggerite dagli agenti locali nelle varie destinazioni, che possono assistere il viaggiatore e che conoscono meglio di chiunque altro il territorio. Tutte le mete proposte sono caratterizzate da una durata minima di soggiorno per sensibilizzare i viaggiatori sull'impatto ambientale dei loro viaggi attraverso azioni concrete: soggiornare più a lungo nella destinazione quando si viaggia lontano. 
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Presepe Vivente in centro a Reggio Emilia

Manca poco ormai all’atteso Presepe Vivente, promosso dai volontari della fondazione AVSI di Reggio Emilia. Un evento che ogni anno torna ad arricchire le vie della città con i suoi canti tradizionali e le sue scene della Natività per riportare al centro della scena il significato autentico del Natale. L’evento, patrocinato dal Comune e dalla Diocesi di Reggio Emilia avrà luogo domenica 21 dicembre, dalle ore 15:30 alle 18:00, nel centro storico, con partenza dalla Basilica della B.V. della Ghiara. Il corteo, dopo la rappresentazione delle prime scene evangeliche, proseguirà lungo via Emilia Santo Stefano e raggiungerà poi il sagrato del Duomo a Piazza Prampolini, dove si svolgerà la scena della Natività, accompagnata da musiche tradizionali e letture. In caso di mal tempo, l’evento si terrà all’interno della Basilica di San Prospero. L’edizione 2025 porta il titolo della Campagna Tende di AVSI, di cui fa parte l’iniziativa, che è anche un invito che vuole parlare al cuore di tutti: “La pace è una via umile. Percorriamola insieme.”
    

 Il titolo appunto, è un appello a una responsabilità individuale e collettiva per costruire la pace a partire dalle relazioni semplici e quotidiane con il prossimo. Accanto al sagrato del Duomo sarà allestito un banchetto informativo e di raccolta fondi a sostegno della Campagna Tende AVSI 2025-2026, il gesto annuale diAVSI Foundation di sensibilizzazione e carità, che coinvolge comunità, scuole e parrocchie in Italia e nel mondo. I fondi raccolti andranno a sostenere progetti di sviluppo e assistenza nei luoghi colpiti da guerre e povertà: • Palestina – sostegno ai bambini e alle famiglie di Gaza e Cisgiordania; • Siria– cure gratuite nei “Dispensari della speranza”; • Ucraina – centri educativi e di supporto psicosociale per minori e famiglie; • Libano – attività di ricostruzione e sostegno nel centro Fadaii; • Italia– accompagnamento delle famiglie che accolgono minori stranieri non accompagnati; • Giordania– educazione alla pace e valorizzazione del patrimonio culturale.

Informazioni utili

Raccolta fondi a favore della Campagna Tende AVSI 2025-2026 www.avsi.org Fondazione AVSI (Reggio Emilia) Email: avsireggioemilia@gmail.com Stefano Cococcioni – Responsabile locale AVSI | Tel: 339 4306219 Sito https://ilpresepevivente.com/ Social: IG @presepevivente_avsire |FB Presepe Vivente AvsiRE 

 laliberta.info

Nei borghi la cooperativa è comunità:
«Un antidoto contro lo spopolamento»

Fino a poco tempo fa si contavano sulle dita di una mano gli abitanti di Ostana, un piccolo borgo ai piedi del Monviso, in Piemonte. E non per modo di dire. Negli anni Ottanta erano esattamente in cinque. Il loro destino sembrava già segnato. Ma lo spopolamento non è stata l’ultima parola. Adesso sono quasi in novanta. E se quota cento non pare un obiettivo così tanto irrealizzabile il merito è anche della cooperativa di comunità “Viso a Viso”, nata nel 2020, in piena pandemia.
Un progetto che sta creando nuova economia sul territorio. Tra i servizi promossi, anche una scuola, una biblioteca e una foresteria. La loro storia dimostra che anche i borghi più piccoli e periferici possono rinascere. Una consapevolezza che si sta diffondendo a macchia di leopardo nel nostro Paese. Sono 150 le cooperative di comunità – imprese orientate a rivitalizzare quartieri e territori, in particolare quelli delle aree interne –, aderenti a Confcooperative. Sono presenti in 18 regioni e 139 Comuni italiani, con quasi 5mila soci e 605 addetti occupati. Il 72% opera proprio nelle aree interne, le zone del Paese distanti dai servizi essenziali e più esposte allo spopolamento.
Una realtà in espansione, ma ancora strutturalmente fragile, come emerge dalla ricerca del Centro Studi di Confcooperative. In Italia, infatti, manca una cornice normativa che ne riconosca il ruolo e le funzioni svolte nei territori. Una denuncia che è partita oggi da Ligonchio, nell’Appennino Tosco-Emiliano, dove è iniziato “Comunità verso…”, il primo incontro nazionale di Confcooperative (domenica la chiusura) dedicato alle cooperative di comunità, definite «l’unico presidio contro lo spopolamento».
Perché, come ha spiegato Alessandro Maggioni, presidente di Confcooperative Habitat, «gestiscono servizi culturali, turistici, commerciali e ambientali in aree dove altrimenti non ci sarebbe nulla». Sono l'esempio concreto «di come i cittadini possano organizzarsi per rispondere ai bisogni del territorio quando le istituzioni non arrivano o non bastano». Ma questo modello virtuoso, che «è uno strumento di autoimprenditoria giovanile particolarmente attrattivo», ha evidenziato Maggioni, «rischia di rimanere marginale senza un adeguato sostegno legislativo».
Per questo motivo, ha ribadito, «Confcooperative chiede al Parlamento e al Governo di approvare una legge quadro nazionale sulle cooperative di comunità che ne riconosca la funzione di interesse generale e definisca strumenti di sostegno specifici». In tal senso, Maggioni ha invitato a «semplificare la burocrazia e creare procedure dedicate per l'accesso a bandi e finanziamenti».
Un appello rilanciato anche da Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative. «Attendiamo ancora la legge quadro nazionale che armonizzi le normative regionali – ha detto –. È un fenomeno che esalta l’autoimprenditorialità, la cittadinanza attiva delle persone. Una leva fondamentale per ridare vita a 5.500 Comuni italiani, il 67% della superficie del Paese, dove lo Stato arretra e il privato speculativo non progetta investimenti, ma dove le persone hanno bisogno di servizi, di lavoro, di restare sul territorio per contrastare il dissesto idrogeologico e per valorizzare le tradizioni».
Come emerge sempre dalla ricerca, le cooperative di comunità si distinguono per l'intersettorialità. Il 54,5% opera in attività culturali e valorizzazione territoriale, il 29,5% nei servizi ambientali, il 27,7% nella ristorazione, il 16,1% nel commercio alimentare. Quattro occupati su dieci sono donne, percentuale che sale al 45,5% nelle aree interne. Un’esperienza è nata anche nel cuore dei Sassi di Matera, grazie a un’intesa con la Conferenza episcopale italiana, che ha molto a cuore la questione dello spopolamento. Si tratta di Oltre l'Arte, che favorisce l’inserimento lavorativo di persone fragili e promuove le risorse storiche, culturali e naturali del territorio. In sedici anni ha dato lavoro a 110 persone.
Sempre nel Mezzogiorno, a Corleone, è attiva Verbumcaudo. In un terreno confiscato alla mafia da Giovanni Falcone, un gruppo di giovani madoniti produce passata di pomodoro, vino, ceci, lenticchie verdi e rosse, generando economia pulita, lavoro dignitoso e riscatto sociale. “I Raìs”, è invece il nome di una cooperativa nata in Lombardia nel 2016, con sede a Dossena. Lavora per valorizzare il patrimonio naturale, culturale e sociale del territorio, creando nuove opportunità per i giovani. Oltre a garantire servizi essenziali per la comunità come la mensa scolastica, pasti per persone anziane, la ristorazione e il turismo locale, la cooperativa ha lanciato “Ol Minadùr”, un prodotto caseario unico, un formaggio locale totalmente innovativo, che lega il lavoro dei produttori locali di latte alla rinascita delle miniere di Dossena.
Le cooperative di comunità aderenti a Confcooperative Toscana si sono invece rese protagoniste di un progetto insieme a Cooperazione Salute. Grazie alla loro unione di forze sono stati attivati gratuitamente dei servizi di medicina territoriali come i prelievi ematici per un primo screening sul metabolismo. Nei paesi è stata organizzata la presenza per un giorno di un camper attrezzato come studio medico.
Esperienze diverse, ma accomunate da un’unica visione. Dimostrare che il cambiamento è possibile, quando le comunità decidono di essere protagoniste del proprio futuro.
Avvenire

Sicilia Express raddoppia: una risposta ai rincari sui viaggi


 Corse raddoppiate quest'anno per il Sicilia Express, il treno che consente di raggiungere l'isola durante le festività natalizie. Il numero di corse sarebbe stato aumentato per rispondere alla crescente richiesta dei viaggiatori siciliani residenti al Nord e anche quest'anno sarà dunque una delle possibili risposte al caro voli verso il Sud, e in particolare verso la Sicilia.

Sono due le date previste per il viaggio di andata da Torinoil 20 e il 27 dicembre, e due quelle di ritorno, il 5 e il 10 gennaio. Da Torino Porta Nuova, i treni attraversano Milano, Parma, Bologna, Firenze, Roma e Salerno. Si fermeranno a Messina, dove si dividono in due parti: una diretta a Siracusa e un'altra sezione a Palermo centrale. Sui due treni che viaggiano verso la Sicilia ci sarà posto per un totale di 1.100 passeggeri, che avranno acquistato il biglietto a una tariffa compresa fra i 24,90 euro e i 29,90. Potranno conquistarsi l'ambito posto a partire dalle ore 12:00 di sabato 13 dicembre.
«Il Sicilia Express si conferma non solo un successo organizzativo, ma anche un simbolo di attenzione verso i bisogni dei siciliani, ovunque si trovino. Un progetto che cresce e si evolve, mantenendo salda la promessa di riportare a casa chi ama la Sicilia. Un successo che si consolida e si amplia, molto richiesto e a cui rispondiamo con un incremento delle corse - ha commentato il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani -. Grazie al raddoppio delle corse, più siciliani potranno tornare nella propria terra d'origine in modo comodo, sicuro ed economico, ricongiungersi con le proprie famiglie e trascorrere il Natale nelle città e nel Paese di origine».
«L'iniziativa del Sicilia Express, fortemente voluta dal mio assessorato, rappresenta un progetto di cui andiamo particolarmente fieri e si conferma un'iniziativa vincente e molto apprezzata - gli ha fatto eco l'assessore alle Infrastrutture e alla Mobilità, Alessandro Aricò -. Non si tratta solo di garantire un collegamento ferroviario, ma di offrire un servizio che tiene insieme identità, tradizioni e modernità. Il raddoppio delle corse di quest'anno dimostra quanto questa iniziativa sia apprezzata e necessaria».
Il treno, nei suoi intenti, dovrebbe proporre un'esperienza piacevole per ingannare in qualche modo la durata di un tragitto lungo circa 1.500 chilometri e quasi 24 ore: insomma un arrivo appena in tempo per sedersi a tavola con i propri cari alla vigilia di Natale. I passeggeri dovrebbero godere di intrattenimento musicale dal vivo, animazione, degustazioni di prodotti tipici siciliani e momenti di aggregazione. A bordo dei treni, quest'anno ci saranno il cantante siciliano Lello Analfino e il giovane tenore, sempre isolano, Alberto Urso, vincitore del talent show "Amici". Sono previste anche delle master class legate al mondo del vino e dei dolci siciliani.
Va detto, però, che l'anno scorso il treno aveva già generato diverse polemiche. In primo luogo per la difficoltà a prenotare durante il click day, sia per il grande numero di utenti collegati che per il fatto che fosse aperto a tutti, anche a chi non era residente in Sicilia o comunque non stava rientrando nelle città di origine. Il secondo punto critico era stato il viaggio in sé, reputato deludente per alcuni rispetto alle aspettative. Tra le lamentele ricordiamo per esempio quelle per le carrozze troppo vecchie, alcuni posti stretti e le quattro ore circa per attraversare lo Stretto.
Il treno low cost voluto dalla Regione rimane comunque un'opportunità per studenti e lavoratori fuori sede che non potranno permettersi un volo. A Natale, infatti, volare può costare fino al 700% in più rispetto alla bassa stagione e le tratte italiane in generale, ma soprattutto quelle siciliane, risultano le più penalizzate, tanto che andare all'estero è spesso la soluzione più economica. È quanto risulta dall'indagine di Altroconsumo - che l'associazione invia all'Antitrust - sui prezzi dei biglietti per 24 destinazioni, da cui emerge come la Sicilia sia la regione più penalizzata, con i prezzi più alti: oltre 400 euro per un viaggio andata e ritorno su Milano-Catania e Milano-Palermo. Non vanno bene anche altre destinazioni, come la Calabria, con il Milano-Lamezia Terme e il Roma-Lamezia Terme che superano i 300 euroPuglia e Sardegna restano intorno ai 230 euro su Milano-Bari e Milano-Olbia. In generale, i prezzi calano un po' rispetto all'anno scorso, ma non per le isole. In compenso, aumentano molto i prezzi in bassa stagione. Tuttavia, nelle posizioni più economiche si trovano i voli per l'estero: in media costano il 41% in meno rispetto a quelli per l'Italia. La destinazione meno cara è risultata Londra: un volo andata e ritorno, tra quelli monitorati, costava solo 70 euro circa.
Avvenire

Apre a Roma Expo Consumatori: 3 giorni per trasformare le buone abitudini in attitudini sostenibili

 



Da oggi e fino al 19 ottobre si svolge Expo Consumatori, la manifestazione nazionale dedicata ai cittadini protagonisti della sostenibilità. L’edizione 2025 è ospitata nell’area del Gazometro Ostiense di Roma e all’interno di Maker Faire Rome, che quest’anno affronta il tema “Trasformare le buone abitudini in attitudini”. L’inaugurazione è affidata al presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso, con la partecipazione dell’attrice Claudia Gerini, madrina della kermesse. La giornata di apertura prevede laboratori sull’economia circolare e sul consumo consapevole. Nel pomeriggio la tavola rotonda “Scegliere, risparmiare, sostenere: nuove rotte per il consumo consapevole verso le CER” aprirà il confronto tra istituzioni, imprese e università sulle prospettive della transizione energetica partecipata.

Expo Consumatori: cittadini protagonisti del cambiamento

La kermesse, organizzata da Assoutenti, associazione attiva dal 1982 nella tutela degli utenti dei servizi pubblici, giunge quest’anno alla sua ottava edizione. Nata come spazio di confronto sul futuro del ruolo del consumatore, Expo Consumatori propone laboratori, talk e percorsi esperienziali dedicati a consumo consapevole, transizione energetica, mobilità sostenibile ed economia circolare. L’obiettivo è rendere i cittadini protagonisti di un cambiamento concreto e condiviso. “Vogliamo orientare il mercato attraverso la consapevolezza e accelerare la transizione ecologica”, dichiara Gabriele Melluso, presidente di Assoutenti.

Comunità energetiche e transizione ecologica al centro di Expo Consumatori

Uno dei temi centrali dell’edizione 2025 è quello delle comunità energetiche rinnovabili, affrontato anche attraverso il laboratorio interattivo Simula-CER, sviluppato con Enea, che consente ai partecipanti di sperimentare la nascita di una Comunità Energetica Rinnovabile. L’iniziativa rappresenta un passo importante per diffondere la cultura della democrazia energetica, rendendo comprensibili concetti complessi come l’autoconsumo collettivo e la produzione distribuita.
GenerAzione CER: un progetto per la partecipazione dal basso

Nel programma trova spazio anche l’evento di lancio di GenerAzione CER, progetto finanziato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) che mira a contrastare la povertà energetica e a promuovere una partecipazione diffusa alla transizione ecologica. L’iniziativa, che coinvolge cittadini, scuole, università e associazioni, punta a creare spazi di democrazia energetica e a formare giovani “mentori della sostenibilità”. Tra le attività, la call nazionale Storie in Circolo, dedicata alle buone pratiche territoriali di economia circolare replicabili su scala nazionale.
Un laboratorio diffuso di sostenibilità

Il progetto GenerAzione CER si propone di formare oltre 600 studenti e 300 cittadini attraverso laboratori e officine del consumo consapevole, in un percorso di educazione ambientale che toccherà diverse regioni italiane. Gli strumenti scelti — giochi di ruolo, laboratori intergenerazionali e percorsi formativi digitali — permettono di coinvolgere direttamente i partecipanti, favorendo un apprendimento esperienziale. Le attività saranno accompagnate da una campagna di comunicazione multicanale, con l’obiettivo di raggiungere oltre 500.000 cittadini.
Expo Consumatori come rete per la sostenibilità dei consumi

Nel corso della tre giorni si svolgeranno anche le Officine del Consumo Consapevole, organizzate con Ispra ed Eni, e il convegno “Consumatori, imprese, istituzioni: un patto per la sostenibilità consumerista”, che vedrà la partecipazione di Arera, Agcm, Poste Italiane e rappresentanti del mondo accademico e produttivo. Tra i momenti più attesi, il gioco educativo “Gira la ruota, cambia il futuro”, dedicato agli studenti, e i laboratori di Ambiente in Classe pensati per le scuole.

Per informazioni e programma completo: www.expoconsumatori.it
rinnnovabili.it

A Oeiras, in Portogallo, torna Expo Italia 2025. Tre giorni con le eccellenze enogastronomiche Made in Italy


Le eccellenze italiane tornano protagoniste a Oeiras, in Portogallo, con EXPO ITALIA 2025.


Dal 17 al 19 ottobre, l'iniziativa organizzata dalla Camera di Commercio Italiana per il Portogallo trasformerà il Mercato Municipale della città alle porte di Lisbona in un palcoscenico dedicato al "Vivere all'italiana".
Tre giornate intense per celebrare gastronomia, cultura, turismo e innovazione Made in Italy, con il sostegno del Comune di Oeiras, dell'Ambasciata d'Italia e dell'Istituto italiano di cultura. L'iniziativa si inserisce nel quadro della X Settimana della Cucina Italiana nel Mondo - promossa ogni anno dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale - e della XXV Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, che si svolge dal 13 al 19 ottobre e che quest'anno ha come tema "Italofonia: la lingua oltre i confini". Durante i tre giorni dell'evento, inaugurato giovedì sera dall'Ambasciatore Claudio Miscia, i visitatori potranno accedere gratuitamente all'Area Food & Design, ricca di proposte di ristorazione tipica e spazi dedicati alla vendita diretta di prodotti enogastronomici e oggetti di design autenticamente Made in Italy. L'esperienza sarà arricchita da un vasto programma di attività parallele per esplorare e interagire in modo completo con la cultura italiana. Fra gli eventi: la presentazione del libro "La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene", con la Prof.ssa Anabela Ferreira, a cura dell'Istituto Italiano di Cultura; l'esposizione di Alfa Romeo d'epoca a cura dell'Alfa Romeo Clube de Portugal; il workshop per bambini "Mani in pasta", a cura di Luisiana Zappa.

Ospite speciale di questa edizione è la Regione Calabria, con uno spazio dedicato alla promozione territoriale e alla presentazione di proposte di turismo autentico ed esperienziale.
Chiusa la manifestazione enogastronomica, il prossimo 22 ottobre, in collaborazione con HIPÁCIA - Associazione dei Ricercatori Italiani in Portogallo e con l'Istituto Superiore di Ingegneria di Lisbona (Isel), l'edizione 2025 ospiterà presso la sede dell'Isel il Forum bilaterale Italia-Portogallo di Scienza e Innovazione.

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L’Italia chiude Expo Osaka 2025 con quasi 1,8 miliardi di contratti e investimenti. E vince anche il premio più prestigioso

 

I numeri, gli incontri, i riconoscimenti, le emozioni. Sei mesi di grandi eventi riassunti in meno di tre minuti: un video del regista Simone Rubin racconta cos’è stato il Padiglione Italia all’Expo Osaka 2025. Si tratta di un filmato ad altissima intensità, così come lo è stata l’esperienza, o “experience”, offerta dalla vetrina del nostro Paese ai visitatori e agli investitori che ne hanno decretato il successo.

Il Padiglione Italia conquista il premio più prestigioso

Le prime immagini sono quelle della cerimonia di conferimento del Bie Gold Award per lo sviluppo del tema “L’Arte rigenera la Vita”. Si tratta del premio più prestigioso dell’Expo. Un premio che «riempie d’orgoglio», ha commentato la premier Giorgia Meloni in occasione dell’assagnazione, sottolineando che il riconoscimento «celebra il genio italiano, inorgoglisce la Nazione e conferma che l’Italia – quando fa squadra unendo Istituzioni, imprese e territori – rappresenta al meglio nel mondo la propria identità e il proprio talento».

«Questo successo conferma la forza della diplomazia della crescita, che è al centro della nostra azione all’estero: promuovere l’Italia non solo attraverso la sua cultura e la sua bellezza, ma anche valorizzando il suo saper fare, le sue imprese, la sua innovazione, e la capacità di creare legami duraturi con i partner internazionali», ha commentato poi il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sottolineando che «Expo Osaka si è rivelata un vero palcoscenico globale per la proiezione economica e culturale dell’Italia nel mondo, capace di generare opportunità concrete per le nostre aziende e per la crescita dell’intero Paese». «Il premio del Bie rappresenta quindi non soltanto un riconoscimento prestigioso, ma il successo di una visione e d’un impegno che unisce diplomazia, economia e cultura, mostrando al mondo un’Italia protagonista del futuro».

«Questo premio non celebra solo un Padiglione, ma un’idea dell’Italia: un Paese che crede nel futuro, che sa unire arte e tecnologia, tradizione e innovazione, e che con la forza del suo talento collettivo sa farsi ammirare nel mondo», ha commentato l’ambasciatore Mario Vattani, commissario generale per l’Italia a Expo. «L’immagine di un’Italia che lavora unita, con passione e visione» è anche al centro del video, che «è un omaggio al lavoro di squadra che ha reso il nostro Padiglione uno dei più amati e visitati dell’Esposizione», ha spiegato Vattani.

In sei mesi contratti e investimenti per quasi 1,8 miliardi

Il successo di questo lavoro di squadra si rintraccia prima di tutto in un bilancio finale caratterizzato da numeri di primissimo piano, a partire da quelli di carattere economico. Il Padiglione Italia ha fatto da cornice a contratti e investimenti per un miliardo e 766 milioni di euro, che avranno ricadute occupazionali e di indotto su diversi territori italiani, rappresentati all’interno dello spazio dedicato alle Regioni che ha contribuito in modo sostanziale a comporre e restituire l’essenza del sistema Paese nel suo complesso.

Su oltre 79o eventi, quelli di carattere economico sono stati oltre 200, gli incontri tra aziende – i cosiddetti B2B – oltre 170, gli appuntamenti culturali sono stati oltre 400. A conti fatti il Padiglione Italia è stato teatro di una media di oltre quattro eventi al giorno. Inoltre, in sei mesi sono stati oltre 7.500 i rappresentanti di imprese italiane, giapponesi e straniere che sono stati coinvolti in eventi di business.

Il racconto della nuova Italia

Questo imponente sforzo organizzativo, insieme alla qualità dei contenuti proposti, ha generato una enorme visibilità, che è a sua volta moltiplicatore di opportunità. Le visualizzazioni sui social sono andate oltre i 60 milioni, le pubblicazioni sui media hanno superato le 11mila. Il Padiglione Italia è stato premiato anche nelle classifiche delle più diffuse e autorevoli testate giapponesi: tra gli altri, il giornale economico Nikkei lo incoronato primo tra i migliori cinque di Expo; la rivista di lifestyle e design Casa Brutus primo tra i “magnifici sette” dell’Esposizione; l’edizione giapponese di Esquire primo per “valore dell’alta cultura”.

Intervistato dal Secolo d’Italia a luglio, quando Expo era a metà percorso, Vattani spiegò che uno degli obiettivi strategici dell’evento riguardava la reputazione. «Noi – spiegò l’ambasciatore – dobbiamo far vedere un’Italia che funziona, che ha una capacità organizzativa puntuale. Non si tratta solo di vendere prodotti, ma dimostrare quello che siamo davvero. In questo il Giappone aiuta, perché è un contesto molto esigente, che ci fa bene: ci fa bene far vedere che funzioniamo come un orologio anche in un contesto così esigente. Tutti si aspettano dall’Italia la bellezza e la creatività, ma resiste a volte uno stereotipo di Paese “simpaticamente imperfetto” dal punto di vista dell’efficienza. Dimostrare che non è così è un obiettivo strategico di primo piano». Ora che Expo è concluso tutti gli indicatori dicono che anche questo obiettivo è stato centrato.