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Il Locarno Film Festival tra gloria e provincialismo



Un successo oltre ogni aspettativa, per usare le parole del direttore artistico Giona A. Nazzaro. La 78ª edizione del Locarno Film Festival ha registrato affluenza, attenzione mediatica e qualità di programma che hanno confermato la forza di una manifestazione capace di unire piazze gremite, cineasti d’avanguardia e ospiti capaci di far vibrare l’immaginario collettivo. Jackie Chan che si gode le valli del Locarnese, Willem Dafoe visto sul lungolago di Locarno e nei grotti della zona con gli amici, Lucy Liu che scende dall’auto per concedere una foto a una famiglia, Emma Thompson che prolunga la sua permanenza oltre il previsto: sono immagini che raccontano, meglio di tante analisi, la riuscita di un Pardo che ha saputo trasformare la città in palcoscenico internazionale.

A segnare questa edizione è stata anche la presenza costante della presidente Maja Hoffmann, che quest’anno ha vissuto l’intera manifestazione. Diversa nello stile rispetto al suo predecessore Marco Solari – meno radicata nel territorio ma, rispetto all’anno precedente, più incline a dialogare direttamente con il pubblico – Hoffmann ha trasmesso un’idea di festival cosmopolita, in cui la qualità delle opere in concorso e la visione culturale prevalgono sulla dimensione celebrativa. Un cambio di passo che ha mostrato potenzialità nuove, pur richiedendo ancora di rafforzare la comunicazione verso l’esterno.

Il Pardo funziona quando sa tenere insieme questi due mondi: quello internazionale, con un cartellone di film di alto livello, e quello locale, con iniziative che valorizzano il territorio. Ne sono prova la festa di Campari al Casorella, che ha fuso mondanità e patrimonio culturale, o l’evento Swatch che ha condotto i giornalisti internazionali fino al santuario della Madonna del Sasso. Anche il BaseCamp, che ha raccolto l’entusiasmo di centinaia di giovani, e la vittoria del Pardino per il CISA hanno mostrato con forza come formazione e talento locale possano trasformarsi in riconoscimento globale. La «Parda» di Carlo Rampazzi e Sergio Villa, installata in Città Vecchia, ha invece aperto la strada a un possibile «Fuori Festival» diffuso, capace di far respirare arte e creatività anche fuori dalle sale. Meno convincente, invece, l’esperimento delle aperture domenicali dei negozi: con appena il 30% delle saracinesche alzate, l’iniziativa ha lasciato un bilancio in chiaroscuro. Eppure resta un segnale importante: anche l’impegno dei commercianti, se più coeso, potrà contribuire a rafforzare l’attrattiva complessiva del Festival. La crescita passa anche da questi gesti quotidiani.

Non sono mancate, tuttavia, situazioni che hanno dato un sapore di provincialismo e che rischiano di frenare la spinta internazionale del Pardo. Sullo schermo di Piazza Grande, un dibattito era non solo legittimo ma doveroso; alcune argomentazioni si sono però rivelate sterili e pretestuose, trasformando la discussione in una polemica e facendo perdere un’occasione di confronto costruttivo sull’eredità di maestri come Livio Vacchini. La serata del Gran Consiglio, pensata per celebrare il sostegno politico, ha perso parte del suo senso se i deputati invitati non restano per la proiezione: la formula va ripensata, pur riconoscendo che il sostegno delle istituzioni resta vitale e che il ricevimento della Magistrale è un'occasione per far avvicinare i parlamentari alla magia del Pardo. Anche perché l’alternativa a non sostenere il Festival sarebbe infinitamente peggiore: significherebbe indebolire un generatore di turismo, economia e cultura che porta innegabili benefici a tutto il Cantone. Una responsabilità che la politica non può permettersi di eludere. Anche alcuni interventi dal palco hanno lasciato perplessi: quando un premiato trasforma il suo discorso in un elenco di critiche personali, come se ci si volesse togliere sassolini dalle scarpe, il messaggio appare incoerente e fuori luogo. Il pubblico internazionale che arriva a Locarno per celebrare il cinema, e non per assistere a polemiche e frecciatine, si trova inevitabilmente spiazzato: Piazza Grande non è la cornice adeguata a simili esternazioni.

Per contro, la questione di Gaza, esplosa in Piazza Grande con un flashmob e migliaia di cartoline «insanguinate», ha rivelato la capacità del Festival di farsi luogo di confronto civile. La platea si è mostrata matura, capace di ascoltare e di riflettere insieme: un momento che resterà come segno di questa edizione. Resta però cruciale trovare il giusto equilibrio: l’impegno politico e sociale non deve oscurare i contenuti cinematografici, che restano il cuore della manifestazione. È attraverso la qualità del programma, con opere provenienti da Israele, Palestina e Libano, che il Pardo ha saputo esprimere al meglio il suo ruolo di piattaforma pluralista e autorevole.

Locarno ha dimostrato ancora una volta di essere molto più di un festival: è un rito collettivo che intreccia cinema e territorio, immaginazione e realtà. Per crescere ulteriormente deve però consolidare la sua vocazione internazionale, affrancandosi da quei provincialismi che rischiano di sminuirne la forza. La sfida, per gli anni a venire, sarà proprio questa: unire la capacità di attrarre grandi autori e ospiti di respiro mondiale con la valorizzazione del contesto locale, trasformando le radici territoriali in una risorsa e non in un limite. Solo così il Pardo potrà continuare a ruggire, non solo a Locarno ma nel panorama globale.

cdt.ch

Venezia: Sorrentino si commuove, 9 minuti di applausi

 

Nove minuti di applausi, emozione palpabile e gli occhi lucidi di Paolo Sorrentino. È terminata la proiezione in Sala Grande di 'È stata la mano di Dio', il nuovo film del regista Premio Oscar per La grande bellezza, il suo film più personale e in cui ripercorre l'adolescenza e la perdita dei genitori a 16 anni. In sala c'era anche tra gli altri il regista Marco Bellocchio.

Nel cast Filippo Scotti, Toni Servillo, Teresa Saponangelo e Massimiliano Gallo.

A 21 anni dall'ultima volta in gara al Lido Con Holy Smoke, Jane Campion torna in corsa per il Leone d'Oro con l'adattamento dal romanzo di Thomas Savage, THE POWER OF THE DOG, racconto di isolamento e necessità di amare al quale danno volto Benedict Cumberbatch e Kirsten Dunst.

Si compone un tris giornaliero di grandi autori in concorso con Paul Schrader, regista di THE CARD COUNTER (in arrivo nelle sale italiane dal 3 settembre con il titolo Il collezionista di Carte ), costruito intorno al giocatore d'azzardo, ex inquirente militare William Tell (Oscar Isaac) e al suo incontro con Cirk intenzionato a vendicarsi di un nemico comune.

Fuori concorso, Daniel Geller e Dayna Goldfine raccontano uno dei più grandi cantautori americani nel documentario HALLELUJAH: LEONARD COHEN, A JOURNEY, A SONG.

Ad Orizzonti c'è in gara il regista e videoartista Yuri Ancarani, con la Venezia segreta degli adolescenti raccontata in ATLANTIDE. Fra le proiezioni speciali viene presentato il corto PIETRO IL GRANDE, ritratto dedicato da Antonello Sarno a Pietro Coccia, fotografo di cinema prematuramente scomparso nel 2019. Tra gli eventi, la presentazione del corto transmediale di Thomas Turolo LA REGINA DI CUORI con Beatrice Vendramin, Maria Sole Pollio e Cristiano Caccamo dedicato a un tema di grande attualità come la pericolosità di alcune challenge online. La Settimana della Critica rende omaggio a Valentina Pedicini, morta a soli 42 anni nel novembre 2020, riproponendo in apertura il corto 'ERA IERI', con il quale la cineasta aveva partecipato alla sezione Sic@sic nel 2016.

Ecco alcuni dei principali appuntamenti di oggi: THE POWER OF THE DOG di Jane Campion (Venezia 78) con Benedict Cumberbatch, Kirsten Dunst, Jesse Plemons, Kodi Smit-McPhee (Sala Grande alle 16.30). Il carismatico allevatore Phil Burbank incute paura e rispetto alle persone attorno a lui. Quando il fratello porta a vivere nel ranch di famiglia la nuova moglie e il figlio di lei, Phil li tormenta finché non si ritrova vulnerabile alla possibilità di innamorarsi.

E' STATA LA MANO DI DIO di Paolo Sorrentino (Venezia 78) con Filippo Scotti, Toni Servillo, Teresa Saponangelo, Marlon Joubert, Luisa Ranieri, Renato Carpentieri, Massimiliano Gallo (Sala Grande alle 19.15). La storia di un ragazzo nella Napoli degli anni Ottanta. Il 17enne Fabietto Schisa è un ragazzo goffo che trova gioia in una famiglia straordinaria e amante della vita. Fino a quando alcuni eventi cambiano tutto. Uno è l'arrivo a Napoli dell'idolo del calcio Maradona. L'altro è un drammatico incidente che farà toccare a Fabietto il fondo, indicandogli la strada per il suo futuro.

The CARD COUNTER di Paul Schrader (Venezia 78) con Oscar Isaac, Tiffany Haddish, Tye Sheridan, Willem Dafoe (Sala Grande alle 22). William Tell è un ex inquirente militare che vive nell'ombra e fa il giocatore d'azzardo, ma senza correre troppi rischi. La sua vita meticolosa finisce nello scompiglio dopo l'incontro con Cirk, un giovane intenzionato a vendicarsi di un comune nemico. Con l'aiuto della misteriosa finanziera La Linda, Tell introduce Cirk nel circuito dei casinò per condurlo su una nuova strada.

HALLELUJAH: LEONARD COHEN, A JOURNEY, A SONG (Fuori concorso - Sala Grande alle 14). Indagine completa sul mondo del cantautore, visto attraverso il prisma della sua Hallelujah, un inno di fama internazionale. Il documentario è stato approvato per la produzione da Leonard Cohen poco prima del suo ottantesimo compleanno nel 2014.

ATLANTIDE di Yuri Ancarani (Orizzonti) con Daniele Barison, Maila Dabalà (Sala Darsena alle 16.45). Daniele è un giovane di Sant'Erasmo, un'isola della laguna di Venezia, la cui vita, come quella di molti suoi coetanei, ruota intorno al proprio barchino, un piccolo motoscafo lagunare trasformato in bolide da competizione.

PIETRO IL GRANDE di Antonello Sarno (Proiezioni speciali - Sala Giardino alle 17). E' l'omaggio al fotoreporter, scomparso nel 2019. la sua carriera è ricostruita in circa quattrocento scatti accompagnati da otto grandi colonne sonore. 

Franceschini, salve le deroghe per cinema e teatri

 

 Non ci saranno restrizioni ulteriori per il cinema e le sale dei teatri e dell'opera. Lo assicura, interpellato dall'ANSA il ministro di Beni culturali e Turismo Dario Franceschini: "Continuo a leggere interviste e dichiarazioni o a ricevere appelli del mondo dello spettacolo sulla presunta volontà del governo di ridurre il limite di 200 persone al chiuso e di 1000 all'aperto per spettacolo dal vivo e cinema. Non esiste questo rischio", dice il ministro, che sottolinea: "Nel dpcm saranno confermati questi limiti con la conferma della possibilità delle regioni di derogare. E le deroghe sino ad oggi concesse con ordinanze regionali verranno fatte salve proprio con il dpcm".
    E l' associazione dello spettacolo che in questi giorni aveva lanciato continui appelli ringrazia: "Dal ministro Franceschini, che vogliamo ringraziare con grande calore, una posizione di grande buon senso, ci siamo sentiti difesi", commenta a caldo CarloFontana, presidente dell'associazione generale dello spettacolo (Agis), che ricorda lo studio presentato qualche giorno fa dall'associazione nel quale si dimostra la bassissima percentuali di contagi avvenuta nelle sale dello spettacolo. E sottolinea: "Adesso bisogna andare avanti, lanciare una grande campagna di comunicazione per spiegare agli italiani che teatri e cinema sono luoghi sicuri". Una campagna, precisa, "che naturalmente vogliamo concordare con il ministero". Intanto "siamo contenti - conclude - perché oggi è stata stabilita la centralità della cultura e dello spettacolo, attività fondamentali per lo spirito e non solo". (ANSA).

ENIT PREMIUM PARTNER DEL FESTIVAL DEL CINEMA ITALIANO "VERSO SUD" A FRANCOFORTE



ENIT a Francoforte sarà Premium Partner del Festival del Cinema Italiano d’autore “Verso Sud”, che si terrà dal 30 novembre al 12 dicembre 2018. La collaborazione prevede la proiezione di spot promozionali dedicati all’Italia prima di ogni film e nei circuiti tv interni al Museo del Cinema, lo sponsoring dell’evento di apertura con il regista Marco Tullio Giordana e la direttrice del Deutsches Filminstitut Ellen Harrington, la brandizzazione con logo ITALIA di biglietti d’ingresso, un catalogo ufficiale e materiale pubblicitario online e offline, un gioco a premi con in palio un soggiorno per due persone in Italia, un advertorial ENIT di una pagina nel programma del Filmmuseum e uno sul catalogo del festival, un roll-up e un desk ENIT nel foyer del museo. Lo scopo è quello di promuovere l’Italia come destinazione di vacanza e set cinematografico ideale, integrando nella comunicazione Matera, Capitale Europea della Cultura 2019. Si stima che il festival, dedicato a un pubblico affine all’Italia e con una capacità di spesa medio-alta, consentirà di generare circa 20mila contatti.

Venezia 75: Leone d'oro va a 'ROMA' di Cuarón, è prodotto da Netflix

Alfonso Cuaron © ANSA

Il cinema italiano esce senza premi da Venezia 75. Oltre 20 film nella selezione, di cui tre in gara per il Leone d'oro - Capri Revolution di Martone, Che fare quando il mondo è in fiamme? di Minervini, Suspiria di Guadagnino - e un palmares in bianco.
Il Leone d'oro per il miglior film va a: ROMA di Alfonso Cuarón (Messico).
'Roma' è prodotto da Netflix, il colosso dello streaming online diventato dal 2014 anche major produttiva di cinema oltre che di serie tv. Il film si vedrà su Netflix a dicembre e, secondo quanto si apprende, avrà lo stesso mese anche uscita in sale cinematografiche selezionate. Anche il film dei fratelli Coen, The Ballad of Buster Scruggs, che ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura, è prodotto da Netflix.
GLI ALTRI PREMI
Il Gran premio della Giuria va a THE FAVOURITE di Yorgos Lanthimos (Regno Unito, Irlanda, USA).
Il Leone d'argento per la migliore regia a: Jacques Audiard per il film THE SISTERS BROTHERS (Francia, Belgio, Romania, Spagna).
La COPPA VOLPI per la migliore attrice va a Olivia Colman nel film THE FAVOURITE di Yorgos Lanthimos (Regno Unito, Irlanda,
La COPPA VOLPI per il miglior attore va a Willem Dafoe nel film AT ETERNITY'S GATE di Julian Schnabel (USA, Francia)
Il PREMIO PER LA MIGLIORE SCENEGGIATURA va a Joel & Ethan Coen per il film THE BALLAD OF BUSTER SCRUGGS di Joel & Ethan Coen
Due premi per il film australiano THE NIGHTINGALE di Jennifer Kent (Australia): ilPREMIO SPECIALE DELLA GIURIA e il PREMIO MARCELLO MASTROIANNI a un giovane attore emergente: Baykali Ganambarr.
La Giuria presieduta da Susanne Bier e composta da Alessandro Baricco e Clémence Poésy, dopo aver visionato i 30 progetti in concorso, assegna: - ilPREMIO MIGLIOR VR STORIA IMMERSIVA a SPHERES di Eliza McNitt (USA, Francia); - il PREMIO MIGLIOR ESPERIENZA VR per contenuto interattivo aBUDDY VR di Chuck Chae (Repubblica di Corea); - il PREMIO MIGLIORE STORIA VR per contenuto lineare a L'LE DES MORTS di Benjamin Nuel (Francia).
La Giuria presieduta da Salvatore Mereu e composta da 25 studenti - indicati dai docenti - dei corsi di cinema delle università italiane, dei DAMS e della veneziana Ca' Foscari, assegna: - il PREMIO VENEZIA CLASSICI PER IL MIGLIOR DOCUMENTARIO SUL CINEMA a: THE GREAT BUSTER: A CELEBRATION di Peter Bogdanovich (USA) - il PREMIO VENEZIA CLASSICI PER IL MIGLIOR FILM RESTAURATO a: LA NOTTE DI SAN LORENZO di Paolo e Vittorio Taviani (Italia, 1982).
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