Dai viaggiatori "randagi" fortemente attratti dalle destinazioni che garantiscono comunque "divertimento" e "socializzazione" agli "opportunisti" sempre alla ricerca di continue promozioni e spesso in vacanza da amici e parenti. Dagli "irriverenti" che non temono né treni, né aerei, né altri mezzi di trasporto collettivi ai "trepidi" che sono disposti a spendere di più pur di avere maggiori rassicurazioni sanitarie. Al TTG Travel Experience che si apre domani a Rimini si parlerà dei 16 profili dei turisti post Covid grazie a una ricerca di Jfc.
La pandemia ha trovato il turismo italiano in un momento di grande espansione ma lo ha colpito duramente e inevitabilmente ha cambiato e cambierà il modo di viaggiare. E si è passati dalla gestione dell'overtourism all'instabilità e all'incertezza con molte strutture ricettive in "stand by", instabilità e incertezza, cancellazioni e annullamenti. E quando la ripresa arriverà "Quasi un italiano su due - spiega all'ANSA Massimo Feruzzi amministratore unico di Jfc che presenta a Rimini un corposo studio sull'argomento (domani alle 10.30 all'Italy Arena, padiglione C5) - manifesta la volontà di cambiare la propria propensione a soggiornare fuori casa prossimamente e di questi, il 46,3% è condizionato dalla presenza del Covid-19. L'altro dato molto interessante, emerso dalle nostre rilevazioni degli ultimissimi giorni, è che il 47,3% dei connazionali desidera viaggiare ma attende l'ultimo momento in base a come si evolve la situazione".
In generale il coronavirus ha accentuato e fatto esplodere tendenze specifiche come il turismo Open Air e green, quello che prevede spazi individuali e "lontani dalla pazza folla" anche con servizi servizi personalizzati e tailor made. E ha fatto scendere a picco nel gradimento tutto ciò che è gestito con approssimazione e genericità, servizi standard e uguali per tutti e soprattutto con messaggi non chiari sulla sicurezza sanitaria. Inoltre, secondo l'indagine, ha ridotto i sistemi di mobilità collettiva (aereo, treno, pullman) e fatto affermare i fenomeni di turismo di prossimità e infra-regionali.
Tornando ai profili dei nuovi viaggiatori, tracciati con 5.615 questionari in 4 diverse indagini qualitative, Jfc individua due maxicategorie quelli più liberisti (rispetto al Covid) e quelli più protezionisti. Tra i primi, disposti a spendere di più, troviamo i viaggiatori "irriverenti", "lussureggianti", "libertini" e "naturisti" e, tra quelli disposti a spendere di meno, i turisti "selezionatori", "scalatori", "randagi" e "fluttuanti". Poi ci sono i viaggiatori per cui il Covid e la sicurezza pesano di più: anche tra di loro ci sono quelli i big spender ("ricercatori", "trepidi", "rispettosi" e "garantisti") e i low spender ("tradizionalisti", "titubanti", "garantisti", "opportunisti").
ansa
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