Blog Expo: L'appuntamento. Con Feel Allympics centrato il canestro dell'inclusione

L'appuntamento. Con Feel Allympics centrato il canestro dell'inclusione

Un progetto di «integrazione diversa» fa giocare insieme disabili in carrozzina con coetanei normodotati, finanziato da Fondazione SS Lazio, Commissione Ue e Regione Lazio. Oggi a Formello la finale


 Non una semplice partità di basket in carrozzella. Ma un incontro tra cestisti "su due ruote" e coetanei normodotati a giocare insieme. Dunque gli amanti della pallacanestro oggi pomeriggio, sabato 11 novembre, dalle 14.30 alle 17.00, presso l'Istituto R. Rossellini di Formello potranno assistere la sfida di ritorno tra la Lazio Basket in carrozzina e l'Hask Mladost, squadra di Zagabria. Si concluderà così il progetto FEEL / ALLYMPICS, ideato e realizzato dalla Fondazione S.S. Lazio 1900 (e cofinanziato dalla Commissione Europea e dalla Regione Lazio), che ha visto anche la partecipazione dei ragazzi del Liceo romano Plinio Seniore.

Questo progetto (iniziato nel 2022 e durato 18 mesi) ha promosso l'approccio integrato allo sport con la creazione di due squadre di basket in carrozzina composte da 8 ragazzi, 4 ragazzi normodotati e 4 con disabilità. L'iniziativa, patrocinata da Sport & Salute, Regione Lazio e Comune di Formello, mette in luce l'importanza dell'approccio dell'«integrazione inversa», ossia incentivare la partecipazione di ragazzi normodotati agli sport ritenuti esclusivamente per disabili.
« Il Progetto FEEL Basket per tutti - dice il presidente di Sport e Salute Marco Mezzaroma - è una festa: dell'inclusione, dell'integrazione, dello sport con tutti i suoi valori. Ha un significato nobile perché attraverso lo sport promuove la fratellanza, la socialità, lo stare insieme divertendosi, la parità di accesso alla pratica sportiva. Temi su cui Sport e Salute è da sempre focalizzata con i suoi progetti che mirano ad affermare lo sport come diritto e come presidio di benessere per tutti. Un plauso dunque alla Fondazione S.S. Lazio 1900».
Per la Presidente della Fondazione, Gabriella Bascelli, «il vero valore dell'iniziativa non è solo che i ragazzi normodotati e con disabilità si sentono parte di un'unica squadra, ma anche che si è favorito la nascita di legami e relazioni fuori dal campo».
avvenire.it

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