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Firmato un protocollo d’intesa tra Accademia italiana del tartufo e Associazione italiana sommelier, in vista di Expo 2020 Dubai
Testo e foto Maurizio Ceccaioni
C’è un vino ideale per il tartufo? Ovvero, che tipo di tartufo ha un suo vino ideale? Una riflessione per niente peregrina che potremmo aver fatto in molti e che certo, sicuramente in termini più eleganti, l’avranno fatta anche quelli dell’Accademia Italiana del Tartufo (Ait) e dell’Associazione Italiana Sommelier (Ais). Così il 22 gennaio 2020 hanno firmato a Roma, presso la sede Confederazione italiana agricoltori (Cia), un “patto del gusto” tra vino e tartufo. Un Protocollo d’Intesa per promuovere e valorizzare questi due simboli dell’enogastronomia italiana di qualità, eleggendoli ad alfieri dell’Italia nel mondo e ambasciatori del nostro Paese in vista della prossima EXPO 2020 a Dubai, negli Emirati Arabi.
L’accordo, sottoscritto da Giuseppe Cristini (pres. Ait) e Antonello Maietta (pres. Ais), è stato siglato alla presenza del sottosegretario al Ministero degli Affari Esteri (Maeci), Manlio Di Stefano, del presidente Cia Dino Scanavino, del direttore Ait Davide Feligioni e Luca Brunelli, presidente Cia Toscana.
Consegna del Protocollo Ais-Ait al sottosegretario Di Stefano
Il Protocollo d’intesa, che avrà durata di tre anni dalla firma, è composto da 8 articoli, riguardanti in particolare l’avvio di una più stretta collaborazione tra le due associazioni, con l’obiettivo di promuovere e valorizzare in diversi modi, il connubio vino-tartufo, come baluardi d’identità culturale e gastronomica di ogni zona d’Italia.
Tramite il sottosegretario Di Stefano, il documento sarà consegnato al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Ma arriverà anche nelle mani di Paolo Glisenti, un manager di lungo corso che, grazie alla sua rete di relazioni internazionali approdò prima a Expo Milano 2015 e oggi guida la delegazione italiana all’Expo Dubai 2020 in veste di Commissario Generale di Sezione per l’Italia.
«L’Esposizione Universale di Dubai è un’occasione preziosa per il nostro settore enogastronomico, che secondo le statistiche, vede i nostri prodotti primi in Ue sia in qualità che genuinità», ha sottolineato Manlio Di Stefano. «Tartufo e vino – ha continuato – sono due grandi eccellenze dell’agroalimentare italiano e sono certo che questa collaborazione tra Ais e Ait darà ulteriore slancio alla diffusione della cultura gastronomica italiana nel mondo».
L’incontro, ottimamente animato e condotto dal giornalista Gianluca Semprini (Sky e Rai), è stato introdotto dal padrone di casa, Dino Scaravino, che tra l’altro ha rimarcato la necessità del recupero e la valorizzazione dei terreni abbandonati per lo spopolamento dei paesi. «Se c’è terra buona – ha ricordato Scaravino – ci può essere del tartufo, una sentinella della qualità ambientale e patrimonio di tutti quelli che non hanno abbandonato le aree naturali».
Poi, guardando alla sua sinistra verso sottosegretario Di Stefano, ha ricordato ai presenti come alla Fiera d’Alba sia stato regalato al politico un cane da tartufo (attualmente in addestramento), che a breve potrebbe già portare i primi frutti al proprietario: «Magari con un bel tartufo», ha detto ammiccando.
Come ha ricordato il presidente Ait Giuseppe Cristini, «Vino e tartufo raccontano la bellezza italica e questo sarà il contratto più profumato della storia, un vero accordo di gran gusto». Quel tartufo, «Lusso democratico», ingrediente della nostra gastronomia spesso ritenuto erroneamente inaccessibile ai più.
L’intenzione è dare maggiore impulso a quel marchio Truffle Style conosciuto in tutto il mondo, con una Dop del tartufo legata a una filiera corta controllata e certificata attraverso un Albo, e la formazione, dal cavatore alla vendita. Però, per accreditare persone qualificate, serve fare un’attenta scrematura tra gli oltre 250 mila cavatori di cui si è a conoscenza. Tra questi, quelli definiti da Cristini «Cavatori della domenica». Tra loro gente senza scrupoli, che avvelena i cani altrui con polpette avvelenate è aggredisce fisicamente chi entra nel “loro territorio”. «Dobbiamo sgombrare il campo da questi personaggi!», dice con decisione il presidente Ait.
In questo, gioca un ruolo fondamentale l’individuazione dei cosiddetti “Paesi custodi”, cioè una rete di Comuni certificati (o Unioni montane), distintisi per le loro attività propositive in tema di sostenibilità dei loro territori e progetti di filiera integrata di richiamo turistico, legata al mondo del tartufo. Saranno riconoscibili da un loro marchio e visibili in un elenco sul sito dell’Accademia del Tartufo.
Tra i tanti obiettivi, la tutela e valorizzazione del tartufo e la sua biodiversità; la messa a fattor comune di esperienze e iniziative per la salvaguardia ambientale; il recupero virtuoso di zone abbandonate e l’utilizzazione ottimale delle risorse del territorio, creando ecosistemi sostenibili e individuando aree idonee per entrare nel novero delle “zonizzazioni cru”; dare nuovo impulso specie all’imprenditorialità giovanile, con investimenti e iniziative a favore delle tipicità locali e della formazione mirata di operatori turistici. Il riconoscimento come “Paese custode” sarà rinnovabile e avrà la durata di tre anni. Per la modulistica e l’invio delle domande di partecipazione: Accademia del Tartufo.
Come ha tenuto a precisare il presidente Ais Antonello Maietta, «Questo connubio è stato accolto con convinzione per contributo che il mondo dei sommelier può dare nel racconto del territorio e di chi lo anima». Un accordo alla cui base c’è il rispetto dell’ambiente e della salvaguardia della biodiversità. Temi che saranno anche le parole d’ordine della Giornata Nazionale della Cultura del Vino e dell’Olio in programma il prossimo 9 maggio, dove l’Associazione italiana Sommelier celebrerà anche il suo decimo anniversario.
«Abbiamo tante iniziative in mente e un’idea è anche quella di realizzare una rete di ristorazione di qualità legata al tartufo in ogni zona d’Italia», ha chiosato il direttore Ait Davide Feligioni. In tal senso «Vogliamo raccontare con uno stimolo nuovo, tutti quei locali che utilizzano il tartufo – specie quello italico – in maniera etica, anche attraverso una guida, pure sul web». Una guida che invece delle “Stelle Michelin”, avrà come simbolo di qualità i tartufi.
Tra le osservazioni fatte, il problema dell’enorme proliferazione dei cinghiali e in generale degli animali predatori, sollevato dal presidente Cia Toscana Luca Brunelli, per il quale che non solo distruggono l’habitat naturale del tartufo, ma principalmente mettono seriamente a repentaglio l’incolumità delle persone, per gli incidenti di cui sono la causa principale.
A margine dell’incontro c’è stata la proposta per il ripopolamento a tartufo delle aree abbandonate, specie quelle dopo lo spopolamento a seguito di terremoto, da parte di Truffleland, il grande vivaio della famiglia Urbani, che a Scheggino (Pg) produce piante micorrizate da tartufo.
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Solo il 15% delle strutture ricettive di tutto il mondo utilizza il revenue management
Nell’attuale era digitale sembra incredibile che solo il 15% delle strutture ricettive di tutto il mondo utilizzi gli strumenti e le soluzioni per il revenue management, sebbene siano disponibili da oltre 30 anni. A partire da questo dato sconcertante, Expedia ha chiesto a Phocuswright di condurre uno studio internazionale sullo stato del revenue management per hotel dal punto di vista dei revenue manager e i risultati si sono rivelati significativi.
La diffusione di Internet, delle adv online e degli aggregatori di viaggi ha causato una trasparenza dei prezzi che ha reso quasi impossibile svolgere le funzioni principali dei revenue manager: gestire l’inventario delle camere e modificare i prezzi al momento giusto per aumentare il fatturato.
A causa della grande quantità di dati dei vari canali di distribuzione, i revenue manager sono costretti a trascorrere il 50% del loro tempo a raccogliere informazioni, per cui hanno poco tempo per analizzare dati e prendere decisioni che con cui creare strategie di revenue management efficaci.
Il problema riguarda le strutture più grandi e le catene alberghiere. Secondo lo studio, sebbene la maggior parte delle grandi catene alberghiere e delle società di gestione abbia accesso alle tecnologie di revenue management, molti revenue manager delle singole strutture ignorano i consigli del sistema, perché si fidano di più della propria esperienza o perché hanno poca fiducia nelle soluzioni di RM proposte dal brand.
Secondo molti revenue manager ‘mancano informazioni importanti’, come il tipo di prenotazione (solo camera o anche spazio per eventi) o se la categoria dell’ospite nel programma fedeltà è rilevante per il processo. E non è tutto.
La crescente popolarità degli affitti a breve termine per le vacanze e delle sistemazioni alternative (che non possono più considerarsi tali) ha aggiunto ulteriore complessità, per cui i revenue manager devono riconsiderare le loro tariffe e le loro previsioni. In base ai risultati dello studio, i revenue manager tendono a chiedersi: “In un mercato così fluido, come possiamo stabilire la posizione della nostra struttura? Quali sono i nostri concorrenti?”
1. Meno tecnologia e più funzioni per il revenue management
I partecipanti allo studio concordano su un punto: è necessario che tutto il settore prenda delle misure per creare standard di informazioni e architetture aperte che favoriscano l’adozione delle tecnologie per il revenue management. Tuttavia, la fiducia di poche strutture nella tecnologia per il revenue management non consente di estendere il progresso all’intero settore.
2. Il ruolo degli intermediari di viaggio nel colmare le lacune informative
Ora che i consumatori acquistano soprattutto online, gli intermediari di viaggio devono fornire sempre più informazioni che non sono disponibili altrove, come dati sulle tendenze di acquisto o sulla domanda di destinazioni. Infatti, se si osserva come funziona il revenue management attuale per un hotel, si vedrà che tende a focalizzarsi sulla domanda di camere e spazi per eventi a livello di struttura. L’evoluzione del panorama della distribuzione offre agli intermediari di viaggio nuove informazioni importanti, come i dati sulla domanda di destinazioni, attributi di risposta ai prezzi, tassi di conversione e dati in tempo reale sulla concorrenza.
3. Una storia positiva: gli esseri umani e l’intelligenza artificiale stanno collaborando
Il vero progresso della tecnologia per il revenue management sta nella capacità dell’apprendimento automatico di aggregare e analizzare dati, per offrire consigli chiari e utili, che permettano agli utenti di capire i risultati delle loro azioni. In altre parole, i revenue manager apprezzano i consigli ricevuti in un formato narrativo semplice.
Con nuove opportunità all’orizzonte di un panorama competitivo, è ora che le migliori menti del settore si uniscano per costruire una nuova piattaforma di collaborazione per il revenue management per hotel.
“In Expedia Group vogliamo dare a tutti l’accesso alla tecnologia di revenue management e aiutare i nostri partner ad aumentare il loro fatturato. Tuttavia, non possiamo riuscirci da soli. Personalmente, vorrei sapere se c’è la possibilità di far collaborare i nostri team per adottare gli stessi processi di revenue management in tutte le strutture, indipendentemente dalla loro posizione e dimensione. Sono convinto che, insieme, possiamo farcela”, ha detto Vivek Bhogaraju, Direttore di Revenue Management Platform Solutions presso Expedia Group.
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Eurostat: oltre 3,2 miliardi di notti passate in Ue nel 2019: scettro a Spagna, Italia quarta
Nel 2019 il numero di notti trascorse in alloggi turistici nell’Unione europea avrebbe raggiunto oltre 3,2 miliardi, in aumento del 2,4% rispetto al 2018. È la fotografia fatta da Eurostat che traccia una prima stima precisando che dal 2009 c’è stato un costante aumento del numero di notti trascorse in strutture di accoglienza turistica nell’Ue e questa evoluzione è imputabile ad un aumento delle notti trascorse dai non residenti nel paese visitato.
Nel 2019, la Spagna (469 milioni di notti, +0,5% rispetto al 2018) ha mantenuto il primo posto, davanti alla Francia (446 milioni, +0,8%), Germania (436 milioni, +4,0%), Italia (433 milioni, +0,9%) e Regno Unito (375 milioni, +5,7%).
Secondo queste prime stime il numero di notti trascorse in alloggi turistici nel 2019 è cresciuto in quasi tutti gli Stati membri. I maggiori aumenti sono stati osservati in Slovacchia (+12,6%) e Lituania (+10,0%), seguiti dai Paesi Bassi (+6,8%), dal Regno Unito (+5,7%) e dalla Romania (+5,6%). Gli unici cali sono stati registrate in Grecia (-3,0%) e Malta (-2,7%).
Nell’Ue, il numero di notti trascorse in alloggi turistici da residenti è cresciuto allo stesso ritmo (+2,4%) tra il 2018 e il 2019 rispetto a quelli trascorsi da non residenti (+2,4%).
Quasi tutti gli Stati membri dell’Ue hanno registrato un aumento del numero di notti turistiche trascorse dai residenti, con i maggiori aumenti registrati in Slovacchia (+15,1%), Cipro (+13%), Croazia (+10%), Lituania (+9,9% ) e Malta (+9,2%).
Analogamente, il numero di pernottamenti turistici trascorsi da non residenti è aumentato nella maggior parte degli Stati membri dell’Ue, con i maggiori aumenti registrati nel Regno Unito (+19,2%), Paesi Bassi (+10,6%), Lituania (+10,0%) e Slovacchia (+8,4%).
All’interno degli Stati membri dell’Ue, la maggior parte delle notti trascorse dai residenti è stata registrata in Romania (83% del totale delle notti trascorse), Germania e Polonia (entrambe l’80%) e Svezia (75%).
Al contrario, le maggiori quote di notti trascorse da non residenti sono state registrate a Malta (95% del totale delle notti trascorse), Cipro (94%), Croazia (92%) e Lussemburgo (88%).
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BMT apre al turismo itinerante e lancia l’Expo Camper Caravan Campeggio
Anche per il mercato del centro-sud Italia arriva quindi la possibilità di visitare una grande fiera dedicata al turismo itinerante nelle sue varie forme, dal Caravanning al Camper Style, alle attrezzature per il campeggio e per il turismo outdoor e alla ricettività territoriale.
Un’occasione unica in una condizione di mercato del settore produttivo in importante crescita sul piano nazionale (+ 20% del 2018 sul 2017) e che vede il centro-sud invertire positivamente la tendenza (+ 57% ) in un quadro di un ricchissimo potenziale turistico come quello del mezzogiorno d’Italia.
In Europa e in Italia cresce vertiginosamente la voglia di vacanze all’aria aperta con il forte avanzare della dimensione green che si sta sempre più orientando verso consumi turistici ecosostenibili, che la tecnologia dei nuovi mezzi dell’abitar viaggiando rende possibile coniugando comfort e rispetto ambientale.
Un’occasione per rilanciare in Campania e nel Sud, grazie al nuovo interesse dimostrato dagli amministratori locali, una grande campagna per la realizzazione di una rete di strutture e di servizi per il turismo itinerante che offra nuove opportunità ai turisti europei e italiani di conoscere e frequentare un territorio straordinario per clima, natura, cultura, enogastronomia.
Il turismo all’aria aperta è una forza trainante nell’economia italiana che coinvolge una filiera produttiva ampia e integrata; dalla produzione degli autocaravan, caravan, all’impiantistica per campeggi e aree di sosta e camper service, all’accessoristica, alla promozione e marketing territoriale, ecc.
I numeri di questo comparto turistico sono significativi. Solo nel nostro Paese i camper immatricolati sono 230.000, le caravan 64.000 (+ 70% in 10 anni), il loro fatturato è di un miliardo, il giro di affari complessivo è invece di oltre 2,5 miliardi di euro annui, i turisti italiani e stranieri che praticano il turismo all’aria aperta in Italia più di 8 milioni.
L’EXPO di Napoli diventa soprattutto per il pubblico del centro-sud un’imperdibile occasione per conoscere, frequentare il mondo del turismo in libertà e per scoprire tutto quello che il mondo della produzione offre per una vacanza da sogno. L’adesione dei maggiori concessionari campani del settore con la presentazione dei marchi più importanti e delle attrezzature tecnologiche più innovative mette nelle condizioni il turista neofita di fare le scelte di acquisto migliori e quello storico di adeguare ed arricchire il proprio mezzo alla vigilia della programmazione della vacanza.
La collaborazione di PROMOCAMP ITALIA, storica associazione di imprenditori che ha avuto ed ha un ruolo strategico nello sviluppo nazionale del turismo itinerante, è poi importantissima per diffondere e realizzare anche a Napoli e al Sud il suo know how tecnico-progettuale e le sue proposte per il decollo del turismo all’aria aperta nelle destinazioni più attraenti d’Europa.
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